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Clima e biodiversità al G8 Ambiente di Siracusa

Seconda giornata della Conferenza internazionale incentrata sulle politiche sostenibili per il Pianeta

23 aprile 2009

Seconda giornata di lavori per il G8 Ambiente di Siracusa. Dopo la sessione inaugurale sulle tecnologie a basse emissioni, che fanno bene al clima ma soprattutto alla ripresa economica, questa mattina i ministri dell'Ambiente hanno affrontato il tema della biodiversità.
L'obiettivo è quello di arrivare alla "Carta di Siracusa", ossia una dichiarazione politica che dia indicazioni e priorità per rinnovare l'impegno internazionale, anche alla luce dei risultati del Target 2010 che impegnava i Governi, Italia compresa, a frenare la perdita della diversità biologica entro il prossimo anno. Una questione che potrebbe definirsi la "Cenerentola" tra le questioni ambientali: solo il 13% degli italiani dichiara di saperne qualcosa, mentre ogni anno si sottraggono 240.000 ettari di suolo alla natura del nostro paese.
Nella seconda parte della giornata i ministri dell'Ambiente discuteranno le azioni per affrontare i cambiamenti climatici nella prospettiva della Conferenza Onu di Copenaghen il prossimo dicembre, dove si dovranno prendere decisioni su un nuovo accordo post-Kyoto.

La città aretusea sarà inoltre attraversata dall'annunciata contromanifestazione organizzata da 'G Tutti' a cui aderiranno, tra gli altri, il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero, ma anche Heidi Giuliani, padre Alex Zanotelli e il leader dei no global, Francesco Caruso.
Le strade del centro di Siracusa, che solitamente sono affollate, stamattina si sono presentate deserte, negozi chiusi e protezioni in legno e in ferro davanti le vetrate di banche e istituti finanziari.
Le vie che saranno interessate dal corteo sono poco frequentate e la maggior parte dei negozianti ha preferito tenere abbassate le saracinesche. Stamattina è anche aumentato il numero degli istituti di credito che hanno messo dei pannelli in legno o in lamiera davanti l'ingresso.
L'immaginario collettivo del G8 anche a Siracusa evoca, infatti, scontri e disordini, anche se i manifestanti hanno annunciato che la loro sarà una manifestazione pacifica e le forze dell'ordine ritengono che non ci saranno problemi di ordine pubblico. 

Il G8 Ambiente di Castello Maniace si concluderà domani, venerdì 24 aprile.

Energia, l'Italia cambia
NUCLEARE GIÙ, RINNOVABILI OK
di Antonio Cianciullo (Repubblica/Ambiente.it, 23 aprile 2009)

"L'energia nucleare perde quote di mercato, passando dal 15 per cento nel 2006 al 13 per cento entro il 2015 e al 10 per cento entro il 2030. La quota di energia rinnovabile aumenterà considerevolmente, passando dal 18 per cento del totale di energia elettrica nel 2006 al 20 per cento nel 2015 e al 23 per cento nel 2030".
Non è un testo di Greenpeace, ma la relazione sullo stato dell'ambiente preparata dal ministero dell'Ambiente in occasione del G8 ambiente di Siracusa. Un dato che non collima perfettamente con l'enfasi che in questa tre giorni di dibattito viene dedicato al tema nucleare nel contesto italiano. Anche perché proseguendo la lettura si ha la percezione delle conseguenze positive in campo economico e occupazionale legate alla crescita progressiva delle rinnovabili: la produzione di elettricità da rinnovabili sorpasserà il gas diventando la seconda fonte a livello globale (dopo il carbone) prima del 2015. Cioè domani in termini industriali. La produzione di energia eolica crescerà di 11 volte diventando il numero due nel campo delle rinnovabili (al primo posto resterà l'idroelettrico) entro il 2010. Nella Ue la quota di energia eolica raggiungerà il 14 per cento entro il 2030.

L'osso duro nella battaglia per contenere gli sprechi energetici diventeranno sempre più nettamente i trasporti. I tre quarti del previsto aumento della domanda di petrolio a livello mondiale verranno assorbiti dal boom della mobilità che continua a crescere in modo irrazionale, largamente orientata sulla modalità gomma e sul trasporto privato. Tra il 2005 e il 2030 si passerà da 650 milioni di veicoli sulla scena mondiale a 1,4 miliardi: oltre il doppio.
Quanto all'Italia finora i tentativi di ridurre la dipendenza energetica sono falliti: si è passati dall'82,8 per cento del 1990 all'85,8 del 2007. Qualche segnale positivo è comunque arrivato negli ultimi tempi. Nel 2007, ad esempio, la domanda di energia elettrica è aumentata solo dello 0,7, la metà rispetto all'aumento del Pil (un dato in parte legato a un clima invernale più mite). L'altro elemento positivo è dato dalla diminuzione delle emissioni serra che in Italia, per il terzo anno consecutivo, sono in calo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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23 aprile 2009
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