COFFEE AND CIGARETTES
Un lungometraggio fatto di tanti cortometraggi, tutti rigorosamente in bianco (cigarettes) e nero (coffee)
Noi vi consigliamo di vedere...
COFFEE & CIGARETTES
di Jim Jarmusch
Una antologia di 10 'corti' girati da Jim Jarmusch in circa venti anni, con protagonisti molti degli attori e dei musicisti che sono apparsi nei suoi film. Gli episodi partono tutti da una pausa caffè e sigaretta. Stesso bar. Stesso tavolo. Ci si siede. Si chiacchiera. Si discute di ghiaccioli al caffè, della nicotina come insetticida. Si spazia dai complotti sulla morte di Elvis a Gianni e Pinotto, dall'esatta preparazione del tè inglese alla Parigi degli anni' 20. Parole evanescenti come il fumo che esce dalla bocca e dalle tazze di caffè. Un sacro momento di ozio in cui si alternano un nevrotico Roberto Benigni che chiacchiera con Steven Wright; Cate Blanchett che dialoga con se stessa. Bill Murray caffeinomane depresso; Tom Waits e Iggy Pop etc.
Distribuzione Bim
Durata 95'
Regia Jim Jarmusch
Con Roberto Benigni, Tom Waits, Iggy Pop, Cate Blanchett, Alfred Molina, Steve Buscemi, Bill Murrey, Jack e Meg White, etc…
Genere Commedia
La critica
"Fa ridere - e parecchio - 'Coffee & cigarettes' di Jim Jarmusch, ospite fuori concorso alla Mostra. Girato in bianco e nero, è una raccolta di cortometraggi affidati, come un 'private joke' (ma godibile a tutti), a un esercito di facce famigliari: da Iggy Pop e Tom Waits a Roberto Benigni, a Cate Blanchett a Bill Murray e Steve Buscami, a Gza Rza del supergruppo rap Wu-Tang-Clan. Si discute di tutto e di nulla nel modo più politicamente scorretto, tra scorrettissimi sorsi di caffè e tirate di sigaretta". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2003)
"Fra i grandi registi di cui non si parla abbastanza, Jim Jarmusch occupa un posto a parte ed è inutile dire che è un posto d'onore. Dai tempi dell'incantevole 'Stranger Than Paradise' (1984), il campione del cinema indipendente newyorkese ha infatti girato meno di dieci film, alternando gioielli come 'Ghost Dog' e 'Dead Man' a prove meno riuscite. Ma senza mai rinnegare i principi di fondo del suo cinema orgogliosamente marginale. Mentre altri davano la scalata a Hollywood, insomma, Jarmusch continuava a sposare basso costo e grandi ambizioni. Con la profondità del cinéphile che reinventa la tradizione e la leggerezza di chi si è conquistato il diritto di girare solo dove, quando e con chi vuole, senza subire in alcun modo le pressioni del mercato. Antologia di variazioni sul tema del titolo, 'Coffee & Cigarettes' si direbbe un lavoro minore, invece è quasi una dichiarazione di poetica. La prova che per fare cinema bastano un locale, un paio di attori e uno spunto su cui improvvisare, perché con Jarmusch gli interpreti sono sempre coautori. Basta che da qualche parte compaiano caffè e sigarette, perfetto viatico di questa metafisica della chiacchiera in 11 episodi. (...) Viene il dubbio che il vero soggetto di queste miniature così colte e insieme ironicamente triviali, sia la vicinanza. Amici o rivali, fratelli e sorelle, padri e figli o perfetti estranei, i protagonisti di questi 11 match intorno a una tovaglia a quadretti sembrano mettere alla prova questa condizione sempre più fragile e transitoria. E che citino Mahler o Gianni e Pinotto, il fisico cèco Tesla o il cineasta Spike Jonze, ciò che dicono conta meno di come lo dicono e a parlare sono anzitutto i corpi, le facce, le posizioni. Come succedeva una volta, quando il cinema era ancora cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 marzo 2004)
Presentato fuori concorso alla 60ma Mostra del Cinema di Venezia (2003)