Col nuovo decreto flussi quest'anno saranno 170mila gli ingressi consentiti in Italia ai lavoratori extracomunitari
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha firmato un ''decreto flussi'' (di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), messo a punto dai ministri Paolo Ferrero e Giuliano Amato. Il decreto prevede quest'anno un numero di ingressi per i lavoratori extra Unione europea pari a 170 mila. Di questi, 65 mila sono colf o badanti.
La novità del provvedimento riguarda le modalità per la presentazione della domanda di assunzione: non si dovrà più ricorrere alle poste, perché per la prima volta la domanda sarà presentata via internet. Con conseguente riduzione di file e disagi. Il Ministero dell'Interno sta predisponendo un sito che accoglierà le richieste, a partire dalle 8 del quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Resta valido il criterio che per l'assegnazione delle quote si terrà conto dell'ordine di presentazione.
Il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ha tenuto a fare una precisazione e un auspicio, ossia il decreto firmato è da intendersi ''come ''decreto ponte'' in vista della modifica normativa che permetta la gestione nella legalità e nella regolarità del grande fenomeno migratorio'', perché, aggiunge il ministro, ''mi auguro che sia l'ultimo decreto flussi varato con la Bossi-Fini, legge che non funziona, crea clandestinità e lavoro nero e determina tempi pazzeschi di attesa a danno sia degli immigrati che dei datori di lavoro''. L'auspicio, ha concluso, ''è che il Parlamento ci consegni, per i primissimi mesi del prossimo anno, la nuova legge''.
Per quanto riguarda le quote, 47.100 sono destinate a cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria. Si tratta, fra l'altro, di 8 mila egiziani, 6.500 moldavi, 5 mila filippini, 4.500 albanesi e 4.500 marocchini, 4 mila tunisini, 3.500 dello Sri Lanka, 3 mila del Bangladesh. Le rimanenti 110.900 quote riguardano invece, fra l'altro, 65 mila ingressi per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona; 14.200 per il settore edile e 30 mila per vari settori produttivi. Mille gli ingressi di dirigenti o personale altamente qualificato.
Il decreto autorizza poi la conversione in permessi di soggiorno per motivi di studio (3 mila), per tirocinio (2.500), per lavoro stagionale (1.500). E' anche consentito l'ingresso di 3 mila cittadini stranieri non comunitari per motivi di lavoro autonomo come ricercatori, imprenditori, liberi professionisti, artisti di chiara fama. Un'altra novità è quella che vedrà quest'anno il coinvolgimento nelle procedure per l'accesso alle quote anche dei patronati, dei sindacati e delle associazioni come le Acli e l'Arci. Avranno un ruolo di orientamento e informazione sulla base di un protocollo d'intesa che sarà firmato con il governo nei prossimi giorni, probabilmente venerdì prossimo.
Questo decreto flussi (disponibile sul sito del Ministero della Solidarietà Sociale) segue i due precedenti del 2006 (uno del governo Berlusconi, l'altro del governo Prodi).
E mentre si aspetta la nuova legge che sostituisca la Bossi-Fini, in Italia aumentano le iscrizioni di stranieri nei corsi di istruzione serali e pomeridiani. In pochi anni, infatti, gli iscritti di nazionalità non italiana nei Ctp (i Centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti) e nei corsi serali, funzionanti presso le scuole medie e superiori, sono quadruplicati.
Sono marocchini, cinesi e romeni i più assidui frequentatori. E, soprattutto, donne. Un trend in netto contrasto con gli alunni delle scuole ancora a maggioranza maschile. In totale, nel 2005/2006, gli stranieri che hanno frequentato corsi pomeridiani e serali sono stati quasi 128 mila, circa un terzo dei 425 mila alunni dell'Educazione per gli adulti.
Fino ad oggi, i Centri per l'educazione degli adulti annessi a scuole medie o superiori hanno garantito un'offerta formativa differenziata in relazione alle esigenze degli utenti. E cioè: Corsi di alfabetizzazione culturale di scuola primaria, Corsi di scuola secondaria di primo grado, Corsi a favore di cittadini stranieri per l'integrazione linguistica e sociale, Corsi brevi modulari di alfabetizzazione funzionale e Percorsi di studio finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione superiore. La maggior parte degli stranieri (il 56 per cento) frequenta i corsi pensati appositamente per loro, ma la restante parte si cimenta nella conquista di un diploma di terza medie e di scuola superiore.
Attualmente l'Italia è una delle ultime nazioni europee nella classifica degli iscritti nei corsi per adulti (di età compresa fra i 25 e i 64 anni): uno dei cinque indicatori presi in esame dalla strategia di Lisbona nel 2000 per trasformare quella europea nella ''economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale''.