Col ponte ci sarà lavoro per 40.000...
Secondo il Codacons invece l'opera non vedrà coinvolta la popolazione locale
Saranno oltre 40.000 i posti di lavoro che serviranno per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina. "A pieno regime saranno oltre 40.000 le unità lavorative impegnate per la realizzazione del ponte ma gli effetti positivi dell'opera si faranno sentire prima".
Dopo la delibera del Cipe di venerdì scorso, Pietro Ciucci, presidente dell'Anas, ha voluto dare qualche anticipazione su quel che succederà con l'avvio dei lavori per il ponte.
Secondo Ciucci gli effetti della realizzazione del ponte sullo Stretto "ci saranno anche prima dell'apertura dei cantieri perché c'è già tutta una fase di progettazione che riguarda decine e centinaia di ingegneri. C'è il problema di soluzione delle interferenze sul territorio che significa lavori, sondaggi, espropri. Non sarà con l'apertura dei cantieri che inizieranno le ricadute del ponte ma già prima si avranno i segnali positivi di questo progetto che riparte dal punto in cui si è fermato tre anni fa".
Contro lo stanziamento da parte del Cipe di 1,3 miliardi di euro per la realizzazione del ponte, il Codacons ha annunciato che ricorrerà al Tar del Lazio. "L'opera - ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - avrà un costo sproporzionato rispetto all'indotto, e un pesantissimo impatto ambientale sul territorio". Inoltre, ha aggiunto, "rappresenterà un enorme spreco di denaro pubblico e non vedrà coinvolta la popolazione locale, dal momento che non è stato fatto un apposito referendum tra i cittadini siciliani e calabresi per raccogliere il loro parere sul progetto".
"Per il rilancio dell'economia nazionale sarebbe stato più opportuno privilegiare altre infrastrutture e altre spese a maggiore produttività. Per tali motivi ricorreremo al Tar del Lazio, chiedendo il blocco dei finanziamenti varati dal Cipe per il Ponte sullo Stretto", ha concluso Rienzi.
Già il giorno del pronunciamento del Cipe il Codacons aveva subito esposto le proprie perplessità. Per Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons, il Governo avrebbe infatti sbagliato due volte. "La prima stanziando la cifra irrisoria di 1,2 miliardi per l'edilizia scolastica (peraltro in coabitazione con quella carceraria), quando lo stesso Governo, per bocca di Bertolaso, dichiarò, dopo la tragedia di Torino, che il 60% delle 42.007 scuole pubbliche non ha certificati di agibilità statica ed igienico sanitaria ed il 75% non ha quello di prevenzione incendi. Solo per affrontare il rischio terremoti occorrerebbero 13 miliardi di euro. Il secondo errore del Governo è aver stanziato 17,8 miliardi per le infrastrutture a fronte di solo 2,4 miliardi di euro per il bonus famiglie. Se, infatti, come più volte dichiarato da Berlusconi, la chiave di volta per uscire dalla crisi è il rilancio dei consumi, a seguito del quale si aiutano automaticamente le imprese e conseguentemente i lavoratori a non perdere il posto di lavoro, è evidente che le cifre andrebbero invertite".
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing, Codacons.it]