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Collateral

''Se qualcuno qui a Los Angeles sale sulla metropolitana e muore, pensi che qualcuno se ne accorga?''

22 ottobre 2004







Noi vi segnaliamo...
COLLATERAL
di Michael Mann

Il titolo si riferisce a qualcuno che sta a fianco, in secondo piano rispetto al protagonista: una specie di comparsa, che in genere subisce l'azione.
Max è un afroamericano che da dodici anni si guadagna da vivere guidando un taxi. Le persone che salgono e scendono dal suo taxi sono solo facce nello specchietto retrovisore. Vincent è un killer a pagamento. Ingaggiato dal boss di un cartello di narcotrafficanti, che ha appena ricevuto la soffiata che sta per essere incriminato da una corte federale. E che ha ordinato la mattanza preventiva dei  principali testimoni chiave. Cinque persone in una notte. Un lavoro che solo uno come Vincent è in grado di portare a termine. Preciso ed efficiente come un rasoio, e profondamente convinto della sua missione nihilista.  Il caso ha voluto che il tassista Max fosse il suo 'collaterale', colui che, volente o nolente, deve portarlo agli appuntamenti con la morte. Durante la notte più lunga della sua vita, mentre la polizia e l'Fbi cominciano a seguire la scia dei cadaveri, Max cercherà di fuggire, per ritrovarsi legato a doppio filo con l'assassino. Fino a quando non capirà che non si può fuggire dalla condizione di collateral, se non combattendo.
Un noir che scava dentro l'anima dei due protagonisti, e in quella di Los Angeles. Forse la protagonista principale del film. La città degli angeli e dei diavoli. "Se qualcuno qui a Los Angeles sale sulla metropolitana e muore, pensi che qualcuno se ne accorga?"
Una battuta messa in bocca a Tom Cruise, calatosi, per la prima volta, nei panni di un cattivo quasi mefistotelico. Una battuta che apre il film e lo chiude. Los Angeles: una metropoli che tutto invade. Talmente metropoli da diventare altro, una specie di "universo oscuro" dove gli abitanti si muovono, appunto, come comparse.


Distribuzione Uip
Durata 110'
Regia Michael Mann
Con Tom Cruise, Jamie Foxx
Genere: Thriller


La critica
"Naturalmente trattandosi di un film di Michael Mann, che a volte si prende anche troppo sul serio, il meglio è nelle scene d'azione, nelle accelerazioni e nelle brusche frenate del racconto, negli scatti e nei rallentamenti impressi al rapporto fra i due protagonisti, con doppi e tripli colpi di scena a complicare la crescente, paradossale intimità che si stabilisce fra i due (c'è perfino una visita alla madre malata in ospedale). Il peggio invece in una certa verbosità, nelle citazioni esibite (il culto del jazz che si fa metafora del film), nell'insistenza su quella che a tratti sembra una versione thriller della cicala e la formica, col killer senza passato e senza futuro che sgretola le piccole certezze del common man. Fra tante scene memorabili spicca l'interminabile sparatoria nella discoteca, con la gente che continua a ballare a lungo prima di accorgersi di quanto accade."
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 settembre 2004)

"Un bel ritorno per Mann, dopo due semi-passi falsi come 'Alì' e 'Insider'. Ma chi ricorda 'Heat' e 'L'ultimo dei Mohicani' ha la sensazione che 'Collateral' sia soprattutto un pedaggio pagato, e brillantemente, per tornare nel grande giro."
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 ottobre 2004)

"Tutti i festival rimettono in discussione, a forza di raffronti, l'arte pura (chiamiamola così) e l'arte industriale (la definizione è di Flaubert). A questa seconda categoria appartiene 'Collateral', un thriller che viaggia ai confini dell'opera d'ispirazione e del film di genere. A ogni impennata autoriale il regista Michael Mann alterna una prudente ritirata nella convenzione; e tuttavia il bilancio risulta positivo, tanto da suggerire un aggiornamento del famoso slogan pubblicitario dei libri Gialli Mondadori: 'Questo film non vi farà dormire'. (...) Il senso del film sta in un pirandelliano gioco delle parti che vede l'imbranato tassista costretto ad assumere l'identità del suo rapitore di fronte a un boss sudamericano (altro bel cameo di Javier Bardem) scoprendosi così una grinta che gli verrà utile nel prosieguo dell'avventura. Transfuga dai ruoli comici, Foxx si disimpegna pur non essendo Denzel Washington; mentre Cruise, nel conferire un'intensa spietatezza a questa incarnazione del male assoluto, si muove con la grazia di un ballerino."
(Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 4 settembre 2004)

"Il senso del film sta in un pirandelliano gioco delle parti che vede l'imbranato tassinaro costretto ad assumere l'identità del suo sequestratore di fronte a un boss sudamericano (altro bel cammeo di Javier Bardem) scoprendosi così una grinta che gli verrà utile nel prosieguo dell'avventura. Transfuga dai ruoli comici, e pur non essendo Denzel Washington, Foxx si fa valere, ma indulgendo forse a qualche accentuazione cabarettistica; mentre Cruise, nel conferire una professionale spietatezza a questa incarnazione del male assoluto, si muove con la leggerezza di un ballerino. Sempre in bilico fra ispirazione e rispetto dei codici di un genere usurato, Mann firma uno di quei film che per l'originalità dello spunto e l'estro della fattura si ricordano dopo anni. Alla Mostra di Venezia, dove di cinema-cinema se ne vede poco, ha offerto l'occasione di tirare un respiro. Tornando al dubbio originario - gangster o taxista? - verrebbe voglia di vedere 'Collateral' a ruoli invertiti, con Cruise al volante e Foxx trasportato. Proprio come fanno certi attori a teatro, una sera dopo l'altra, quando incarnano a vicenda Otello o Jago."
(Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 16 ottobre 2004)

"Se l'azione traversa il film da un capo all'altro, culminando in scene da mozzare il fiato come la sparatoria nel club notturno, il regista è tutt'altro che indifferente all'evoluzione psicologica dei personaggi. Caratteri centrali del genere, il taxi-driver e il killer sono una strana coppia dove ciascuno viene gradualmente modificandosi a contatto con l'altro. Metamorfosi in cui hanno una gran parte i dialoghi, meticolosi e intelligenti, di un film che non si accontenta affatto del puro bang - bang."
(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 ottobre 2004)

"Capelli grigi, vestito grigio perla, pistola grigia acciaio, al suo primo personaggio negativo in 'Collateral' di Michael Mann Tom Cruise è magnifico: corre rapido come nessuno, ha nei gesti e nel modo di muoversi una energia sotto controllo, una violenza repressa che pare sempre sul punto di esplodere, ha toni secchi nella voce, una irriducibilità minacciosa nel voler portare a termine il proprio compito. Veramente ammirevole. E' bello anche il film: i direttori di fotografia Dion Beebe e Paul Cameron hanno fatto della Los Angeles notturna un mistero vellutato e ingioiellato dalle luci, un enigma allarmante e seducente."
(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 4 settembre 2004)

Presentato Fuori Concorso alla 61ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (2004)

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22 ottobre 2004
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