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Colpevole parentela...

Sulla ''Parentopoli Siciliana'' il presidente Lombardo contrattacca e annuncia querele

26 settembre 2008

"Una schifezza e una vergogna". Ecco come ha definito la vicenda della "parentopoli siciliana" il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, parlando ai microfoni del programma a "Viva voce" di Radio24. Una schifezza e una vergogna creata ad hoc da una stampa malevola che merita, ha detto il governatore, "querele per diffamazione".
Alla radio Lombardo è ritornato sul caso della figlia dell'assessore alla Presidenza Giovanni Ilarda (LEGGI): "La figlia dell'assessore Ilarda - ha osservato il presidente - collaborava con la Regione dal 2006, e si sarebbe dovuta dimettere perché suo padre è stato nominato assessore... Su queste vicende chi grida allo scandalo non è che sbaglia, ma è un gran disonesto"
Dunque, il presidente della Regione ha chiesto all'Avvocatura dello Stato di procedere per vie giudiziarie in difesa dell'immagine della Sicilia, perché, secondo lui, è in atto "una manovra politico-mediatica" che mirerebbe a screditare l'Isola nel pieno del confronto sulla riforma federalista.

Ed è proprio dal "caso Ilarda", sollevato non dalla stampa ma dai sindacati dei lavoratori regionali, che la storia sulle assunzioni dei "privilegiati" ha preso campo coinvolgendo altri parenti di diversi esponenti delle istituzioni. Tra questi anche la sorella del presidente del Senato, Renato Schifani, e la cugina del Guardasigilli Angelino Alfano. Quest'ultimo ha replicato seccamente sulla vicenda: "Mi dispiace per chi ci ha provato, ma 'parentopoli' non mi riguarda. La dottoressa Viviana Buscaglia (la cugina, ndr), sulla quale si è voluto montare lo scandalo di un'assunzione clientelare, non era una disoccupata in cerca di lavoro e di favori. Non era una "esterna". Era già, da quindici anni, nei ruoli della pubblica amministrazione in quanto vincitrice di concorso". Ma il capo di gabinetto dell'assessorato all'Agricoltura, nel cui staff è stata assunta a contratto la Buscaglia, conferma che si tratta di una insegnante in aspettativa. 
Dall'ufficio stampa di Palazzo Madama è invece arrivata notizia che quella di Rosanna Schifani, inquadrata il 6 giugno scorso nella segreteria tecnica dell'assessore alla Famiglia Francesco Scoma, non è una "promozione". "La sorella del presidente, laureata con lode, avendo superato nel 1991 un concorso pubblico regionale per esami di fascia C, rimane tutt'oggi in tale fascia. Ed infatti, anche a seguito della chiamata presso il Gabinetto, la qualifica di istruttore direttivo C5 da lei già posseduta è rimasta tale". La nota, però, non ricorda che la signora Schifani, in qualità di membro dello staff di un assessorato, ha un'indennità suppletiva di circa 14 mila euro lordi annui. Replica immediata da da fonti vicine al presidente: "E' vero, ma rinuncia agli straordinari".

L'assessore all'Autonomia Francesco Scoma, dopo essere stato tiranto in ballo, anche lui ai microfoni di Radio24, ha detto: "La dottoressa Rosanna Schifani lavora alla Regione al 1991, non ci trovo nulla di scandaloso, a meno che non vogliamo che essere familiari di politici sia un reato". Scoma ha quindi definito come "assolutamente falsa" la notizia che un assessore può avere 25 consulenti a chiamata diretta, precisando che "si possonò avere soltanto cinque persone esterne, che non sono tante per un ufficio di gabinetto" e che "devono essere persone delle quali ci si debba fidare". (Leggi "Parentopoli Siciliana", Guidasicilia.it, 24/09/08).

Da sinistra, il segretario del Pdci siciliano, Salvatore Petrucci, ha voluto controbattere alle parole del governatore: "Sullo scandalo della parentopoli siciliana, il presidente Lombardo sostiene che ci sarebbe in atto una manovra  politico-mediatica volta a danneggiare l'immagine della Regione, nello stesso momento in cui questa è impegnata in un serrato confronto con lo Stato, per ottenere una serie di benefici". "Addirittura - ha aggiunto l'esponente dei Comunisti italiani - il presidente della Regione avrebbe dato incarico all'Avvocatura dello Stato per intraprendere una azione legale risarcitoria! Contro chi? Contro i sindacati che hanno denunciato l'ulteriore episodio di malcostume? Contro le migliaia di concorsisti che ancora non conoscono l'esito dei loro esami? Contro i contribuenti il cui denaro è sperperato nei mille rivoli della spesa regionale? Ovvero - ha concluso Petrucci - paradossalmente, ma la Sicilia è terra di paradossi, contro gli elettori che hanno suffragato abbondantemente un tale modo di amministrare la cosa pubblica?"
Comunque, come ha tenuto a precisare nei giorni scorsi Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione Comunista, bisogna fare attenzione perché "lo scandalo parentopoli alla Regione Sicilia è un fatto trasversale, che coinvolge non solo governo e maggioranza ma anche esponenti della minoranza. Su questo elemento di degrado della politica e delle istituzioni si è giocato il consociativismo che noi denunciamo da anni. Per questo l'opposizione al governo Lombardo, così come a quello Cuffaro, non è percepibile e le dichiarazioni di autorevoli esponenti della minoranza sono spesso assenti o deboli".

Intanto l'Udc, che, ricordiamo, in Sicilia non è minoranza, pur difendendo Ilarda con il segretario regionale Saverio Romano ("E' evidente che dietro l'attacco nei confronti di Giuliana Ilarda, figlia dell'assessore e colpevole solo di essere una valida professionista, si cela un attacco trasversale nei confronti del magistrato che ha intrapreso un efficace percorso di trasparenza e di semplificazione nell'amministrazione regionale"), ha presentato un disegno di legge, primo firmatario il capogruppo Rudy Maira, che prevede l'abolizione delle indennità per i componenti degli uffici di gabinetto e la chiusura a qualsiasi assunzione esterna negli staff. "Invitiamo tutti i deputati, di maggioranza e di opposizione, a firmarlo. Così vedremo chi è favore della modernizzazione e chi no".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it e Repubblica/Palermo.it (Articolo di Emanuele Lauria)]

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26 settembre 2008
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