Colpi contundenti
Mentre l'aggressore del premier ha scritto una lettera di scuse, alla Camera continua lo scontro che alimenta tensione
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà dimesso domani, ma dovrà astenersi da attività pubbliche impegnative per almeno due settimane. E' quanto riferito dal suo medico personale Alberto Zangrillo, primario dell'ospedale San Raffaele di Milano dove il premier è ricoverato.
"Il presidente Berlusconi ha trascorso una notte tranquilla e le condizioni cliniche non destano preoccupazione. La dimissione è prevista per la giornata di domani con la raccomandazione di astenersi da impegnative attività pubbliche per almeno due settimane", riferisce il bollettino medico letto oggi da Zangrillo.
Nell'aggressione di domenica, fatta da un 42enne con problemi mentali che ha lanciato al premier una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano, Berlusconi ha riportato la rottura del setto nasale e di due denti dell'arcata superiore, oltre a una ferita. Zangrillo ha spiegato che i medici hanno incrementato la somministrazione di analgesici e ha escluso che le ferite riportate gli possano lasciare cicatrici sul volto.
Fuori dal San Raffaele, nel frattempo, sono comparsi alcuni cartelloni di supporto: "Forza presidente", si legge su un manifesto firmato dalla "Curva Sud Milano", "Berlusconi il popolo è con te", reca scritto un secondo cartellone...
Intanto, Massimo Tartaglia, l'aggressore del premier, ha inviato una lettera di scuse a Berlusconi in cui esprime il suo dispiacere "per un atto superficiale, vigliacco ed inconsulto". La lettera è stata inoltrata tramite i difensori di Tartaglia, gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino. Tartaglia, esprimendo il proprio "sentito dispiacere", come si legge in una nota firmata dai suoi legali - "ha dichiarato di non riconoscersi" in quello che lui stesso nella missiva ha definito come "un atto superficiale, vigliacco ed inconsulto". Nel frattempo sono in corso accertamenti sulle condizioni di salute di Massimo Tartaglia da parte di medici psichiatri nel carcere di San Vittore. Nella notte, l'uomo che ha colpito Berlusconi a Piazza Duomo, era stato trasferito nel carcere milanese, dove è in isolamento e guardato a vista.
Nelle oltre quattro ore di interrogatorio, prima del trasferimento nel carcere milanese, Massimo Tartaglia aveva reso piena confessione. Davanti al pm e agli agenti della Digos, domenica sera, il 42enne ha giustificato il suo gesto con motivazioni politiche: avrebbe parlato di una forte avversione nei confronti delle politiche del Pdl e in particolare della politica del premier. Oggi sarà interrogato dal gip, a San Vittore, che dovrà anche decidere se tenerlo in carcere oppure farlo custodire in una struttura specializzata. Nell'interrogatorio davanti agli inquirenti ha dichiarato "di aver agito da solo" e ha escluso "qualsiasi militanza o appartenenza politica". Gli investigatori hanno trovato nella piccola borsa dell'uomo arrestato uno spuntone di plexiglas lungo 20 centimetri, un grosso accendino da tavolo, un crocifisso di 30 centimetri e un soprammobile di quarzo del peso di diversi etti. La contestazione della premeditazione è scattata anche perché due di questi oggetti (l'accendino e lo spuntone di plexiglas) Tartaglia li aveva presi dalla propria abitazione.
Sul tavolo del procuratore aggiunto Armando Spataro è arrivata stamane l'informativa della Digos relativa all'aggressione a Berlusconi. Spataro ha preparato la richiesta di convalida dell'arresto del grafico 42enne al quale sono contestate le lesioni volontarie pluriaggravate. Se la prognosi del premier dovesse superare i 40 giorni si aggiungerebbe anche un'ulteriore aggravante, quella delle "lesioni gravi". Il gip che dovrebbe occuparsi del caso, e decidere sulla convalida dell'arresto, è Alessandra Cerreti.
A questo punto se Massimo Tartaglia sarà dichiarato colpevole al termine del processo del reato che gli è stato contestato con l'arresto avvenuto in flagranza - lesioni personali pluriaggravate da premeditazione e dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa - rischia una pena da cinque mesi e mezzo a cinque anni e mezzo di reclusione. Questo, tuttavia, senza tener conto di attenuanti o diminuenti di cui Tartaglia potrebbe beneficiare e a prescindere da un'eventuale querela del premier dal momento che la contestazione dell'aggravante della premeditazione rende il reato perseguibile d'ufficio. Il processo, tuttavia, per ora appare lontano.
Duro scontro alla Camera su Massimo Tartaglia - E' stata una seduta ad alta tensione quella che si è tenuta oggi alla Camera durante l'informativa del ministro dell'Interno Roberto Maroni sull'aggressione contro Silvio Berlusconi. Al termine del suo intervento ha preso la parola il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro e i deputati del Pdl hanno lasciato l'Aula.
E' necessario fermare la "pericolosa esasperazione della polemica politica" e tornare "al più presto a un normale e civile confronto tra le diverse parti e le diverse istituzioni". Così il ministro Maroni durante l'informativa alla Camera. "Occorre - ha aggiunto - raccogliere l'invito del presidente della Repubblica". Maroni ha poi assicurato che "il governo si sente attivamente impegnato a garantire la sicurezza di tutti i cittadini e di tutti i rappresentanti istituzionali, a partire dalle più alte cariche dello Stato, nell'interesse del regolare svolgimento della vita democratica del paese e in particolare dell'imminente campagna elettorale per le prossime regionali e amministrative".
Il prossimo Consiglio dei ministri, convocato per giovedì, esaminerà "misure più adeguate" contro la violenza alle manifestazioni pubbliche e sul web, ha fatto inoltre sapere Maroni il quale ha detto che la polizia milanese ha ascoltato i due giovani che ieri a Striscia la Notizia hanno detto di aver avvertito alcuni agenti della presenza di un malintenzionato al comizio del Pdl a piazza Duomo. "Le persone hanno reso dichiarazioni - ha aggiunto - che si sono rifiutate di firmare, da cui risulta che avrebbero contattato una pattuglia segnalando che c'era una 'persona matta' e senza far riferimento a frasi contro il presidente del Consiglio".
Subito dopo l'informativa del ministro Maroni, in Aula era previsto il dibattito. L'intervento di Antonio Di Pietro alla Camera è cominciato con un po' di ritardo visto che buona parte dei deputati del Pdl ha deciso di abbandonare l'aula. Il leader Idv ha aspettato un po' prima di prendere la parola: "Voglio rispettare chi ha deciso di non ascoltare, non vorrei rovinargli le orecchie con le mie parole". "Non ci faremo intimidire - ha detto subito dopo il leader dell'Idv - Noi non facciamo opposizione in odio a Berlusconi ma per amore del nostro Paese. Da quindici anni ci battiamo contro provvedimenti che offendono le coscienze. Questo crea odio, questo arma la mano istigata da problemi di una maggioranza e un governo che piegano il Parlamento a proprio uso". "Se volete rispettare il dettato del presidente della Repubblica non portate in aula provvedimenti che servono solo a far sfuggire le persone alla giustizia", ha affermato ancora Di Pietro in aula. E ha manifestato "solidarietà" a magistrati e giornalisti indicati da Fabrizio Cicchitto come i responsabili del clima di violenza in cui è maturato l'episodio di domenica. "Ieri ho espresso solidarietà e deplorazione per la violenza usata da quello squilibrato" ha detto "oggi esprimo soldarietà totale alle persone condannate a morte dell’onorevole Cicchitto". "A morte, sì - ha insistito riferendosi all’intervento del capogruppo del Pdl Cicchitto - perchè questo è il primo passo per quella criminalizzazione che ha ritenuto di fare nei confronti di Travaglio, Santoro, di magistrati come Ingroia e anche nei nostri che abbiamo una sola colpa: voler dire le cose in modo chiaro e aprire gli occhi a questo paese che per colpa di una disinformazione totale in mano a un presidente del Consiglio che controlla quella pubblica e quella privata sta facendo credere ai cittadini il contrario della verità". Per l'ex pm "in nome di una maggioranza elettorale non si possono violare le leggi e la Costituzione". "Respingiamo il tentativo squallido di criminalizzazione per far passare in cavalleria quello che avete fatto finora: governare per un lobby piduista che si è impossessata di questo paese" e "faremo opposizione più di prima, ma nella stessa forma democratica".
Le parole di Di Pietro sono state duramente condannate dal governo: "Va detto con chiarezza e con nettezza al Pd: chi resta alleato con Di Pietro non è credibile. L’Italia dei Valori, come testimonia l’intervento di Di Pietro alla Camera, fomenta odio contro Berlusconi, contro il Pdl e contro la maggioranza democraticamente espressa dagli italiani - dice Daniele Capezzone, portavoce del Pdl - Se il Pd rimane legato a questi irresponsabili, le parole pronunciate in queste ore dagli uomini dell’opposizione assomiglieranno a lacrime di coccodrillo".