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Colpiti i nuovi vertici di Brancaccio e Guadagna

Arrestati i successori dei boss di due mandamenti ''storici'' della mafia Palermitana

11 maggio 2009

Questa mattina la Squadra Mobile di Palermo, su ordine della Direzione distrettuale antimafia, ha colpito duramente i clan mafiosi di Brancaccio e Guadagna dediti al pizzo e all'estorsione: 37 i provvedimenti tra fermi di polizia giudiziaria e ordinanze di custodia cautelare eseguiti nel corso dell'operazione 'Cerbero'. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso all'estorsione e al favoreggiamento.
L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dai sostituti Maurizio De Lucia, Marzia Sabella e Roberta Buzzolani, ha individuato gli attuali vertici operativi dei due mandamenti mafiosi ed i loro più attivi fiancheggiatori.

Dunque, tra gli arrestati ci sarebbero i nuovi capi di Brancaccio e Guadagna: per quanto riguarda il primo mandamento, i capi clan dell'ultimo periodo sarebbero Antonino Sacco e Giovanni Asciutto, quest'ultimo cugino dei boss Filippo e Giuseppe Graviano, che a Brancaccio continuano ad avere una supremazia nonostante il carcere. Francesco Fascella sarebbe invece al vertice della 'Guadagna', zona in cui aveva un predominio mafioso il boss Pietro Aglieri, di cui Fascella è considerato l'erede.

L'operazione "Cerbero" è la conclusione di complesse indagini sviluppate con intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi investigativi e con l'analisi dei "pizzini" sequestrati a latitanti recentemente catturati. Alle indagini hanno fornito un contributo i nuovi collaboratori di giustizia, Santino Puleo, di Brancaccio, che era stato arrestato a gennaio per estorsione e subito dopo ha iniziato a rendere dichiarazioni ai pm, e Fabio Manno, di Porta Nuova, che era finito in cella nell'operazione "Perseo" dello scorso anno (LEGGI).

La maggior parte degli individui arrestati questa mattina erano già stati fermati in passato ed avevano scontato la pena alla quale erano stati condannati. Dalle indigini emerge, ad esempio, che Antonino Sacco dopo che è tornato in libertà, si sarebbe scontrato a Brancaccio con Cosimo Lo Nigro (arrestato poco tempo fa) per tornare a gestire il territorio. Altri cinque arrestati di Borgo Vecchio, che fa capo al mandamento di Porta Nuova, avevano lasciato il carcere da poco tempo dopo aver scontato la pena. L'inchiesta fa dunque emergere come le famiglie mafiose controllerebbero il territorio di Palermo sfruttando mafiosi che dopo aver lasciato il carcere, per fine pena (le condanne scontate dagli indagati sono di pochi anni, ottenute grazie anche ai riti alternativi ai quali possono accedere, ndr), tornano nuovamente tra le fila delle cosche, in particolar modo a imporre il pagamento del pizzo a imprenditori e commercianti. E infatti, tra gli arrestati ci sono alcuni esattori del 'pizzo'. Alcuni degli imprenditori e dei commercianti sono già stati interrogati nelle scorse settimane e hanno fornito ampia collaborazione alle indagini.

"Per sconfiggere completamente la mafia è importante l'azione repressiva, ma occorre soprattutto una rivoluzione culturale che deve definitivamente esplodere con l'aiuto fondamentale dei siciliani". Con queste parole Alessandro Marangoni, Questore di Palermo, ha commentato l'operazione di stamane, resa possibile anche dalla collaborazione alle indagini fornita da alcuni dei commercianti vittime delle estorsioni. "La forza di uno stato democratico - ha proseguito Marangoni nel giorno in cui a Palermo si celebrerà il 157esimo anniversario della Fondazione della Polizia di Stato - si basa sul reale coinvolgimento dei suoi cittadini e siamo certi che la primavera di Palermo diventerà una splendida estate".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, Adnkronos/Ing]

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11 maggio 2009
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