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Com'è andata l'estate turistica italiana 2005? Secondo Federalberghi male... molto male

Turismo italiano in crisi: l'estate italiana ha incassato 1 miliardo di euro in meno

02 settembre 2005

''I risultati sull'andamento dell'estate turistica assomigliano più ad un bollettino sanitario sullo stato di salute precario di un malato, che allo sviluppo del principale settore economico del Paese''.
Questo l'amaro commento del Presidente della Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati sul turismo estivo presentati due giorni fa dalla Federazione.
I dati sono il frutto di una inchiesta svolta dalla Federazione tra il 25 ed il 29 agosto tra le proprie 126 Associazioni Albergatori, disseminate sull'intero territorio nazionale, e rientrano nell'ambito del programma ''Check Turismo 2005'' varato dalla Federalberghi per tenere sotto stretto controllo l'andamento del mercato turistico dei mesi estivi.

''Le indicazioni complessive - ha spiegato Bocca - ci dicono che gli italiani hanno fatto vacanza in un numero sicuramente maggiore rispetto alle previsioni (almeno il 50% contro il 48% previsionale), ma hanno avuto a disposizione una minor capacità di spesa (attorno agli 800 euro a persona rispetto agli 850 euro previsti)''.
Questo ha prodotto un minor numero di pernottamenti alberghieri, periodi di soggiorno continuativo più brevi, un taglio della quantità di servizi richiesti, un calo del fatturato, stimabile almeno in 1 miliardo di euro, ed un incremento sensibile dei weekend, fenomeno che in estate era sempre risultato abbastanza marginale rispetto al soggiorno standard.
''Per quanto riguarda invece l'estero - ha aggiunto il Presidente degli Albergatori italiani - la flessione che registriamo è completamente dovuta al crollo della clientela tedesca, che da sola rappresenta il 33% dei pernottamenti alberghieri degli stranieri in Italia''.
Tale perdita è oscillata tra il 5% ed il 20% a seconda delle varie aree geografiche. Mentre segnali di ripresa si sono registrati per francesi, inglesi, belgi e l'intera area del Nord Europa.
Un altro fenomeno che ha peraltro appesantito la crisi estiva del turismo in Italia, è stata la 'concorrenza' fatta registrare da affittacamere e strutture private adibite ad uso vacanziero, che hanno distorto in modo 'scorretto' il mercato.

Tra le tipologie turistiche, quelle che sembrano aver sofferto meno sono state le Città d'Arte, con Roma in cima alla classifica, mentre le località sui laghi hanno visto una tenuta degli italiani ed una flessione sempre dei tedeschi.
Più penalizzate le località di montagna, sia per la minor capacità di spesa degli italiani che per il calo dei tedeschi, mentre le località marine hanno dovuto in gran parte scontare anche le negative condizioni climatiche.

''Quali considerazioni si possono trarre da queste analisi?'' si chiede Bocca. ''La prima è che la recessione economica nella quale l'Italia si trova non poteva farci sperare in risultati molto diversi da quelli ottenuti. La seconda è che l'Italia con la riforma del Titolo V della Costituzione, realizzata cinque anni or sono, che ha delegato alle Regioni ogni competenza in materia turistica, ha fatto un buco nell'acqua e la riforma si è dimostrata, purtroppo, un boomerang che ha ridotto la visibilità complessiva del Paese nel mondo''. Ma c'è anche una terza ragione. ''L'Italia non ha un disegno di politica del turismo e la riforma dell'Enit non è stata ancora attuata appieno in quanto, per esempio, il Comitato Nazionale per il turismo, che dovrebbe definirne la mission, non è stato ancora insediato. Infine, aggiunge amareggiato Bocca, ''il nostro Paese, sulla falsariga di altri Paesi europei ed extraeuropei, che dispongono di un organismo centrale di rappresentanza politica, non ha più da quasi quindici anni il Ministero del Turismo, nonostante un nostro recente sondaggio dica che il 69,5% degli italiani sia propenso alla sua reintroduzione''.

A gran voce, dunque, si richiede l'attuazione dei cosiddetti ''Buoni Vacanza'', previsti nel 2001 per favorire le vacanze delle famiglie italiane di cui ancora non si trova traccia, ma anche una ''possibilità alle imprese turistiche di accedere ad un credito bancario turistico agevolato all'1%, come accade in altri Paesi, per permetterci di accelerare quelle opere di ristrutturazione ed ammodernamento che ci consentano, pur in una fase recessiva, di adeguare sempre meglio le nostre strutture''.
''Insomma - conclude Bocca - a questo punto necessitano vere misure urgenti. Non c'è più margine per compromessi se vogliamo avere una prospettiva di rilancio già per il 2006. E la Legge Finanziaria per il 2006 deve affrontare con coraggio iniziative in campo fiscale, infrastrutturale e della promozione''.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estera

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02 settembre 2005
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