Come in un Paese normale...
Il senatore Carlo Vizzini: "Mi sospendo da cariche e gruppo Pdl per attendere la conclusione dell'indagine sul mio conto"
In un Paese normale, un politico che viene indagato dalla magistratura, prende atto di quanto lo si accusa e si dimette dalla propria carica e dal gruppo al quale appartiene per difendersi nell'ambito dell'inchiesta che lo riguarda.
Un percorso di prese d'atto e decisioni che, ripetiamo, in un Paese normale, nel quale la parola fondativa è "DEMOCRAZIA", dovrebbe essere ovvio... Dovrebbe, infatti, perché troppo spesso nella nostra Italia tutto ciò non è stato, e tutto questo, quindi, ci ha indotto a trarre un'amara conclusione: l'Italia non è un Paese normale...
Il senatore della Repubblica, Carlo Vizzini, si è dimesso dal suo importante incarico, presidente della Commissione affari costituzionali, e dal suo gruppo politico, il Pdl, perché indagato dalla magistratura. Essendosi sempre dichiarato estraneo ai fatti a lui contestati, ha deciso di sospendere la sua "normale" vita politica e impegnarsi nella difesa della sua persona, della sua morale, della sua dignità. E in quanto uomo pubblico, vuole chiaramente dimostrare a tutte le persona che gli hanno dato fiducia, ma in generale a chiunque, di non aver bisogno di nessuna "copertura" per difendersi né tanto meno di essere attaccato in maniera permanente alla poltrona politica.
Carlo Vizzini, ha fatto ciò che un politico fa in un Paese normale... Per questo noi lo ringraziamo, aldilà di qualsiasi ordine di giudizio.
MI SOSPENDO DA CARICHE E GRUPPO PDL
"Mi trovo oggi di fronte ad un attacco mediatico di un quotidiano che mi indica come percettore di somme illecite da me mai ricevute, nell’ambito di un’indagine che mi riguarda e per la quale, da due anni a questa parte, ho fornito tutta la mia collaborazione alla Procura della Repubblica di Palermo".
Inizia così il post scritto sul suo blog dal presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, che ha deciso di sospendersi dalla sua carica e dal gruppo del Pdl per difendersi nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti pagate del tributarista Gianni Lapis con denaro di don Vito Ciancimino.
"Mi sono spogliato di ogni prerogativa parlamentare - ha scritto – ho fornito conti bancari, documentazioni e corrispondenze private che provano come il mio rapporto con il Prof. Lapis, mio consulente e già collega all’università di Palermo, abbia avuto come oggetto la restituzione di una somma, proveniente dai miei risparmi e dalle mie liquidazioni, da me lecitamente investita per il suo tramite nel 1994 (non ero più parlamentare) e restituitami dopo ben 10 anni per un importo finale pari a circa 130 mila euro".
"Ho deciso di sospendermi dalla mia carica e dal gruppo del Pdl per difendermi" ha chiaramente scritto Vizzini. "Ho anche indicato alla Procura cinque testimoni dei fatti, dei quali quattro già ascoltati, mentre il quinto è un avvocato civilista che mi ha assistito per operare il riconoscimento del debito da parte del Prof. Lapis. Adesso, come è giusto che sia, vengono depositate intercettazioni dell’epoca 2003/2004, che ritengo superate dai documenti depositati. In un clima politico esasperato vengono pubblicate notizie artefatte che possono fuorviare l’opinione pubblica e, proprio perché io sono uomo pubblico, voglio che la verità sia accertata con equilibrio e rigore perché è giusto che i cittadini e coloro che mi hanno sempre dato fiducia sappiano che mi sono sempre comportato con correttezza e lealtà nel rispetto delle Istituzioni della Repubblica. Proprio per questo decido, con animo sereno, di astenermi dall’esercizio delle funzioni inerenti agli incarichi che ricopro in Parlamento e di sospendermi dal gruppo Parlamentare e dal partito per attendere la conclusione dell’indagine preliminare. Ribadisco di non essermi mai occupato di appalti e di affari della società Gas e di non avere mai conosciuto, come lui stesso ha dichiarato, né Massimo né Vito Ciancimino che in realtà, a detta del figlio, mi considerava ostile in quanto 'sbirro'. Ricordo che ho denunciato per calunnia chiunque abbia affermato di avermi consegnato somme non dovute e dato contestualmente mandato al mio legale di perseguire chiunque dica o scriva il falso su questa mia vicenda. Mi riservo, appena possibile, di rendere pubblici tutti i documenti che provano la mia correttezza".
Il neo segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha sentito, in una lunga e cordiale telefonata, Carlo Vizzini. Nel corso dell’affettuosa conversazione, il guardasigilli gli ha confermato "ferma stima che si basa anche su una profonda conoscenza della sua storia personale". "Per queste motivazioni, il ministro Alfano, nella sua qualità di segretario del Pdl, ha respinto la decisione del senatore Vizzini di autosospendersi dal partito, esprimendogli solidarietà personale e politica".
Ma Vizzini non ha fatto dietrofront ed è rimasto fermo nella sua scelta. Il senatore ha ringraziato Alfano e tutti coloro che hanno espresso stima e solidarietà nei suoi confronti "a cominciare dai vertici del gruppo del Pdl, il presidente Gasparri ed il vice presidente Quagliariello". E ha spiegato che proprio per la stima dimostratagli "debbo avere il coraggio, da uomo pubblico, di mantenere la mia decisione. Aggiungo che la telefonata di Angelino Alfano mi ha commosso sinceramente, ma in ragione del nostro antico rapporto ho il dovere nei suoi confronti di essere molto severo con me stesso". "Spero che apprezzerà il senso della mia decisione con la quale voglio dare forza al compito gravoso che lo attende" ha concluso Vizzini.
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