Come render visiva la musica attraverso gli spartiti. Philip Corner a Palermo
Dipingera la musica, ascoltare la pittura. A Palermo il grande esponente di Fluxus
Philip Corner - Rendere visiva la musica attraverso gli spartiti
dal 29 ottobre al 20 novembre
Galleria San Saverio - Ersu
Via Giovanni Di Cristina 39 - Palermo
Si può suonare il "Carnevale di Arlecchino" di Juan Mirò? Oppure, si può dipingere un "contrappunto"?
La risposta è sì, e Philip Corner con la sua opera c'è lo dimostra.
Da oggi, sino al 20 novembre, a Palermo presso la Galleria Ersu del San Saverio, sarà possibile scoprirne l'alchimia.
L'evento consiste nell'esposizione di spartiti musicali con interventi grafici ed installazioni musicali dell'autore. Philip Corner, protagonista e promotore della corrente Fluxus insieme a John Cage, è stato artefice di una vera e propria rivoluzione in campo musicale. Corner rivela un attento lavoro di filtraggio del materiale sonoro, in direzione della purezza, dell'essenza, della pratica del vuoto, del bianco e del silenzio e si impegna mentalmente in un percorso di modulazioni progressive dalla profondità alla levità.
Nelle "sonate visive" le sagome di certi strumenti musicali sono segnate su fogli di normale carta da musica.
I contorni, in carboncino e gesso colorato, sono tracciati partendo da una raccolta di strumenti, che include dei piatti balinesi e tailandesi, così come i campanelli da telefono, il flauto coreano di bambù taegum e il pvonga oppure una tromba nepalese smontabile.
Philip Corner, è nato il 10 aprile del 1933 a New York; vive a Reggio Emilia.
Compie studi in calligrafia, nel sogno, nella crescita spirituale, nell'espansione della voce, nella consapevolezza del movimento, nella meditazione sciamanica.
E' compositore e esecutore come pianista trombonista, corpi vari e voce.
Esponente storico di Fluxus (1962-64), del Judson Dance theatre (1962-1965), Tone Roads (anni Sessanta), Gamelan Ensemble Son of Lion (1975-1992), Experimental Intermedia Foundation (1970-1980), Sounds Out Of Silent Spaces (anni Settanta).
Corner studiò con Otto Leuning, Henry Cowell e soprattutto con Olivier Messiaen.
Ascoltato negli anni come un compositore minimalista, pare più corretto definire la sua opera come elementarismo, data l'estrema concentrazione su materie musicali essenziali, semplici e - appunto - elementari. Questa fase relativamente recente e più matura nella vita musicale dell'autore rappresenta l'avvicinamento alle teorie aleatorie di John Cage. Ma non solo.
Ha insegnato presso la The New School for Social Research (1967-1970) e la Rutgers University (1972-1992).