Come scrivere "no alla mafia" nello Statuto siciliano
L'Ars divisa sul ddl contro la mafia, per alcuni troppo prolisso e complesso
Introdurre o no il principio del ripudio della mafia nello statuto speciale della Regione siciliana?
È l'interrogativo che tiene banco all'Ars. I gruppi parlamentari sono su posizioni differenti. Di sicuro la legge-voto predisposta lo scorso febbraio dal governo Crocetta, già all'ordine del giorno dell'aula ma rimandata alle commissioni di merito, non piace a nessuno. Troppo prolisso e complesso, quasi un disegno di legge che mal si concilierebbe con la carta costituzionale.
Ma il dubbio non è solo formale. Pdl e lista Musumeci pongono anche un problema sostanziale: inserire il termine mafia nello statuto secondo il centrodestra darebbe una sorta di legittimazione a Cosa nostra; per il centrosinistra invece il ripudio della mafia che parte proprio dalla Sicilia sarebbe un messaggio importante contro uno stereotipo che continua a sopravvivere soprattutto all'estero.
Insomma, il dibattito è aperto. Tant'è che le commissioni Antimafia e Affari istituzionali dell'Ars, che ieri mattina in sede congiunta avrebbero dovuto dare il proprio parere al testo, chiedono più tempo alla Presidenza dell'Ars. "Serve un approfondimento per dare modo ai commissari di potere arrivare a un testo nuovo ma molto più snello di quello del governo - ha affermato il presidente dell'Antimafia, Nello Musumeci - Ci riuniremo prossima settimana, l'obiettivo è una norma condivisa".
Tra chi è favorevole a introdurre il principio, come i Cinquestelle, pone un altro interrogativo: è opportuno inserirlo all'art.1 o non sarebbe meglio un art.1 bis? [Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]