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Come se non fossero mai esistiti

Rivelata da un anonimo una presunta strage di migranti avvenuta nel Canale di Sicilia nel Giugno del 2008

19 settembre 2009

Gli sbarchi di migranti sulle coste siciliane non si fermano. La notte scorsa, diciannove persone sono sbarcate a Punta Braccetto, nel Ragusano. Gli extracomunitari (18 uomini e una donna) sono stati fermati dai militari della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza mentre cercavano di allontanarsi dal litorale.
Controlli in mare hanno poi permesso di fermare un'imbarcazione con a bordo tre maltesi che gli investigatori ritengono possano essere gli 'scafisti' che hanno portato in Sicilia i clandestini e che per questo sono stati fermati. L'operazione è stata coordinata dalla Capitaneria di porto di Catania.
I presunti scafisti sono tre maltesi di 43, 35 e 25 anni, che erano a bordo di un'imbarcazione offshore dotata di quatto motori che sviluppano una potenza complessiva di mille cavalli. A intercettarli è stata una motovedetta della Guardia di finanza che, dopo un inseguimento e avere esploso alcuni colpi di arma da fuoco in aria a scopo intimidatorio, li ha bloccati e riportati a Pozzallo.
Nella caserma della capitaneria di porto della cittadina iblea sono in corso gli interrogatori da parte di investigatori della squadra mobile della Questura di Ragusa che ritengono di avere diversi elementi certi che collegherebbero i tre maltesi allo sbarco di 19 migranti a Punta Braccetto.

Ed è giallo su di una presunta tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia, denunciata da una lettera anonima spedita probabilmente dal marinaio di una motovedetta della Guardia costiera alla procura di Messina ed alle "Iene" di Italia 1. Nel tratto di mare che divide l'Africa dall'Italia ci sarebbero altri 15 morti di cui non si era mai saputo nulla. Nella lettera si raccontano tutti i particolari di un terribile giorno, il 10 giugno del 2008, quando secondo l'estensore 15 extracomunitari, somali ed eritrei, annegarono mentre un equipaggio della Guardia tentava di soccorrerli. Un errore nell'abbordaggio e il mare mosso avrebbero causato la strage.

La storia verrà raccontata, documentandola in parte, dal programma le Iene, che torna da martedì prossimo. La "iena" Luigi Pelazza, che segue in genere le questioni relative all'immigrazione, parte da una lettera anonima con foto allegate ("probabilmente scritta da uno degli occupanti della nave della guardia costiera e inviata alla Procura di Messina oltre che a noi", rileva Pelazza) che racconta un episodio accaduto il 10 giugno 2008 alla motonave "Fiorillo". Dei 27 migranti che erano a bordo di una piccola barca, ne sono stati portati a Malta - racconta Pelazza - "solo 17. Circostanza che abbiamo puntualmente verificato con le autorità di Malta e che ci è stata confermata".
Pelazza ha anche parlato con uno dei migranti ancora rimasti a Malta che ha riconosciuto la "Fiorillo" e ha raccontato l'episodio nello stesso modo in cui viene descritto nella lettera anonima.
Non solo: come mostrerà nel servizio, Pelazza ha raggiunto il comandante che allora sarebbe stato responsabile della manovra e che ora è stato trasferito a Taranto, ma l'uomo non ha voluto parlare e, dopo essere uscito per andare a lavoro, è tornato indietro e si è barricato in casa.

"A noi - racconta il giornalista delle Iene - è arrivata la copia di una lettera indirizzata ai primi di giugno di quest'anno alla procura di Messina in cui si parla della nave Fiorillo Cp904. A scrivere sembrerebbe un militare che ha vissuto quell'esperienza e che offre parecchi particolari sulla dinamica del fatto. Secondo la ricostruzione contenuta nella lettera, la piccola barca dei migranti si sarebbe avvicinata alla Fiorello, che ha calato la scaletta di banda lungo la murata della nave, una scala che non si dovrebbe mai usare nelle operazioni di soccorso: la scala prima ha picchiato sulle teste dei migranti poi sula loro barca facendola capovolgere, complice anche un mare forza 4. Chi scrive dà la colpa alla manovra del comandante Pignatale della guardia costiera di Messina. I migranti caduti in mare, tutti africani, non sapevano nuotare e alcuni sono stati, secondo la ricostruzione, perfino risucchiati dalle eliche del motore della Fiorillo rimasto acceso".
A questo punto l'autore della lettera, racconta ancora Pelazza, "spiega che il comandante è stato preso dal panico e si è chiuso in cabina: è dovuto intervenire il vice per farlo uscire. Solo dopo sono state soccorse le altre 17 persone e portate a Malta".
Le Iene hanno allora chiesto alle autorità di Malta se avessero un registro degli arrivi, "cosa che ovviamente - sottolinea Pelazza - avevano. E ci hanno così confermato dell'arrivo dei 17 migranti il 10 giugno 2008. Siamo dunque andati a Malta con le foto allegate a lettera dove si vede chiaramente la nave della Guardia costiera e alcuni primi piani degli occupanti. Abbiamo intervistato 4 delle 17 persone sopravvissute: una in particolare riconosce nelle foto al nave e le persone e ci dice che tutto è accaduto il 10 giugno 2008 raccontando le cose per filo e per segno sono scritte nella lettera". "Ma la cosa più assurda - sottolinea Pelazza, che metterà in evidenza questa circostanza nel servizio in onda martedì prossimo su Italia 1 - è che il migrante intervistato a Malta racconta che i 17 si sono accorti solo all'arrivo sull'isola che gli altri 10 erano morti perchè era stato detto loro che erano sottocoperta per essere curati. Non solo: il comandante avrebbe requisito foto e video che in questi casi la Guardia Costiera è solita scattare e girare". [Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]

- Giallo su un'altra strage: "Quindici morti durante un soccorso" di Francesco Viviano (Repubblica.it)

- Lampedusa, immigrazione e guerra di fede di Tino Vittorio (SiciliaInformazioni.com)

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19 settembre 2009
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