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Come svuotare il mare con un secchio...

A Lampedusa tra nuovi sbarchi e rimpatri. Oltre 700 gli immigrati approdati sull'Isola nelle ultime ore

11 aprile 2011

È come svuotare il mare con un secchio... Una cinquantina, forse, partono; cinquecento, arrivano. Lampedusa non si svuota, anche se le immagini di migliaia di migranti abbandonati sul molo sono, almeno per adesso, solo un ricordo. L'emergenza più acuta sembra superata, ma il problema ancora non è stato risolto.
Sono quasi 700 i migranti approdati nelle ultime ore a Lampedusa. Nella notte con due barconi sono arrivate 180 persone, mentre in serata altre due 'carrette' del mare avevano portato sull'isola quasi 500 persone tra cui molte donne e bambini.
Gli extracomunitari continuano ad arrivare con ogni mezzo: sette li hanno raccolti su un gommone di due metri, senza remi e senza motore, all'ingresso del porto. "Abbiamo remato con le mani tutta la notte" hanno raccontato. Dunque nessuno può escludere che invece dei quattrocento sbarcati oggi, ne arrivino mille. O duemila.
Oggi, intanto, sono previsti i rimpatri con due voli in partenza direttamente da Lampedusa. A bordo circa 60 persone a fronte degli oltre mille extracomunitari presenti sull'isola.
Sull'isola, però, con l'aereo gli immigrati sono pure arrivati: ieri con due voli speciali sono infatti stati trasferiti sull'isola circa 160 tunisini che erano sbarcati nei giorni scorsi a Pantelleria. Questi, poco prima di essere imbarcati sull'aereo, nell'aeroporto di Trapani Birgi, hanno inscenato una manifestazione di protesta. Si è dovuto aspettare che ritornasse la calma prima di decollare. Con lo stesso aereo della Mistral Air proveniente da Malpensa, avevano raggiunto in precedenza Lampedusa un'altra ottantina di migranti che facevano parte dello stesso gruppo approdato a Pantelleria. Al momento dell'imbarco il secondo contingente di extracomunitari ha cominciato a protestare, rifiutandosi di salire a bordo e minacciando atti di autolesionismo.
Quella di far arrivare i migranti anche dal cielo e non più solo dal mare è l'ultima trovata, con l'obiettivo di fare di Lampedusa la base avanzata per i rimpatri.

L'unica speranza dei lampedusani - e del governo, dopo la "mazzata" al decreto sui permessi temporanei arrivata dalla commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, di cui parleremo dopo - è che a questo punto il meccanismo dei rimpatri funzioni. Oggi, dunque, si comincia: due voli, sui quali però verranno imbarcati soltanto sessanta tunisini. Il perchè è presto detto: per evitare problemi, ogni migrante deve essere "scortato" da tre uomini delle forze di polizia.
Ammesso che fili tutto liscio, resta comunque il fatto che se il saldo partenze-arrivi continuerà ad essere quello degli ultimi giorni, l'isola non si svuoterà mai. E tutta da verificare, inoltre, è la tenuta dell'accordo con la Tunisia. Perchè la realtà è che a 5 giorni dall'accordo siglato da Maroni, sono partiti da Lampedusa soltanto in trenta. L'instabilità della situazione politica nel paese nordafricano, poi, contribuisce a rendere la situazione particolarmente precaria. Senza considerare l'incognita Libia, da dove due giorni fa è arrivato un barcone con oltre 500 profughi: ne bastano tre in una giornata per mandare in crisi l'intero meccanismo di accoglienza sull'isola.
Sbarchi continui, dunque, nonostante l'isola sembri ormai deserta rispetto ai numeri delle ultime settimane. Il flusso di migranti, per quanto ridotto, fa paura soprattutto a chi opera nel terzo settore. A lanciare l'allarme sulla stagione a rischio è l'assessore al turismo di Lampedusa e Linosa, Pietro Busetta: "Speriamo che l'ottimismo del Ministro Brambilla sia confermato dai fatti. Noi siamo molto meno fiduciosi che la stagione si possa salvare anche se vorremmo avere torto". "Fin quando il messaggio trasmesso dall'etere sarà quello degli sbarchi sull'isola - avverte Busetta - sarà difficile che ricomincino ad arrivare le prenotazioni per l'estate". Al momento, secondo l'assessore, si parla più di disdette che di prenotazioni anticipate. "Raccolgo le preoccupazioni - prosegue Busetti - di chi sperava negli anticipi versati per la stagione 2011 per pagare i debiti accumulati in inverno per gli investimenti fatti. Per rendersi conto della gravita' del problema basta peraltro sentire i tour operator che sono in dubbio se annullare i charter estivi". L'amministrazione chiede quindi "ciò che è stato promesso dal presidente del Consiglio, vale a dire che i recuperi vengano trasferiti direttamente sulle navi appoggio in rada già a Lampedusa" e che "venga spiegato, anche con spot pubblicitari ad hoc che il fenomeno immigrazione, ormai riportato alla normalità, non è visibile sull'isola e non confligge con una vacanza tranquilla sull'isola".

L'ostentato ottimismo di Berlusconi e i problemi con l'Europa - Il premier sabato è sbarcato nuovamente a Lampedusa e, tra promesse, annunci di nobel per la Pace all'isola siciliana, acquisti di ville e ristrutturazioni, ribadisce che la "situazione immigrati è sotto controllo e che tutti i profughi arrivati sono stati portati via". "Avete visto? Siamo stati di parola". Così, rivolgendosi a un gruppo di lampedusani che era ad attenderlo al porto, Silvio Berlusconi, ha cominciato la sua seconda visita nell'isola.
Dopo la tappa al molo e al caffè storico del paese, Berlusconi ha proseguito il suo giro per Lampedusa. Il premier è sceso verso la spiaggia dei Conigli e non è escluso, hanno sottolineato alcuni lampedusani, che sia andato a fare un sopralluogo ad una villa isolata nei pressi della spiaggia più famosa di Lampedusa. "Nessuna incertezza. Sarò presto proprietario di una casa a Lampedusa", ha garantito il presidente del Consiglio spiegando che potrebbero essere risolte le questioni con il demanio relative a Villa Due Palme. "Se questo non dovesse accadere ci sarà certamente la possibilità di acquistare un'altra casa a Lampedusa".
"Tra una settimana inizieranno gli spot per far vedere i fondali di Lampedusa", ha detto il presidente del Consiglio, che si è recato sul molo dove per giorni si sono accampati migliaia di tunisini e che sabato mattina è stato ripulito di tutto punto per il suo arrivo. Berlusconi ha ricordato lo "svuotamento" dell'isola dagli immigrati (non ce n'è stato nessuno "per 48 ore", prima che ricominciassero gli sbarchi) e sottolineato che "il grosso delle pulizie è stato fatto: rimangono poche cose, ma andando in giro a vedere i siti non si riconosce nulla di fuori posto". Poi ha annuncato: "La prossima settimana saremo pronti per portare al consiglio dei ministri la candidatura di Lampedusa per il Nobel per la Pace".

Il presidente del consiglio ha parlato anche del ruolo dell'Unione europea: "Quello dell'immigrazione deve essere un problema europeo, non per i 25 mila migranti che abbiamo già accolto ma per quelli che arriveranno. Ci sarannno di certo nuove partenze dalla Libia che è in stato di guerra. Lunedì avremo una risposta, cui l'Europa non potrà sottrarsi". Per quanto riguarda i problemi con la Francia e la Germania, il Cavaliere è stato costretto ad ammettere che questi sono ancora in piedi e che sull'applicazione dei permessi temporanei e sulle regole stabilite dal trattato di Schengen va ancora trovata un'intesa.
Sull'interpretazione delle regole di Schengen, ha dichiarato il premier "deve essere trovato un accordo" perchè "il problema è europeo". "La Francia - ha aggiunto - credo si debba rendere conto che l'80 per cento di questi migranti dichiarano di voler raggiungere parenti e amici d'Oltralpe. Se non trovassimo l'accordo, la legge ci consentirebbe di tenerli per sei mesi. Buon senso vorrà che si raggiunga presto l'intesa". "E l'Europa - ha aggiunto ancora il premier - non potrà sottrarsi a una risposta. Deve essere trovato un accordo a livello europeo, è un principio condiviso dai capi di Stato e di governo, si troverà certamente un seguito a questa affermazione di principio". "Se così non sarà - ha minacciato il presidente del Consiglio - sarà meglio dividerci", "ma sono sicuro - ha detto riferendosi alle posizioni tedesche - che la cancelliera Merkel non potrà che convenire sulla necessità di una politica di compartecipazione europea" nell'affrontare quello che è uno "tsunami umano". Secondo il premier alcune prese di posizione sono motivate "forse da ragioni interne" legate al consenso dei propri elettori, "ma poi alla fine si deve fare il confronto con la realtà e con il fatto che l'Europa o è qualcosa di vero e di concreto, oppure non è. E allora meglio ritornare a dividerci e ciascuno a inseguire le proprie paure e i propri egoismi".
Berlusconi ha parlato di nuovo anche dell'accordo con la Tunisia: l'Italia fornirà a Tunisi "aiuti concreti" che consistono in 150 vetture fuoristrada, 4 motovedette per il controllo delle coste, ricordando che c'è "un'intesa per mandare nostre navi appena fuori le acque territoriali per l'intercettazione delle imbarcazioni". Il meccanismo, ha spiegato il premier, prevede che le nostre imbarcazioni avvertano la "marina tunisina che dovrebbe intervenire. Se questo non fosse possibile offriamo il nostro intervento con l'accompagnamento attraverso le nostre imbarcazioni al porto più vicino". "Da lunedi' cominceranno da Lampedusa due voli regolari per il rientro in Tunisia" di chi non ha titolo per restare in Italia, ha poi ribadito il presidente del Consiglio.

Bruxelles ha ribadito che l'immigrazione è un problema comune europeo, anche se non ha voluto commentare le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi. "Non commentiamo le parole del premier italiano - ha detto all'Adnkronos un portavoce della Commissione europea Cezary Lewanowicz - ma ribadiamo fortemente che i flussi migratori provenienti dal Nordafrica sono comune responsabilità dell'Europa, non solo dei Paesi del Mediterraneo, ma di tutti quanti". Per questa ragione, secondo il portavoce, "serve che l'Europa parli con una sola voce" sulla questione.
Comunque, secondo il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, le parole del premier ("l'Europa o è qualcosa di vero e di concreto, oppure non è. E allora meglio ritornare a dividerci e ciascuno a inseguire le proprie paure e i propri egoismi", ndr) sono "un messaggio non contro l'Europa ma contro gli egoismi degli Stati". ''Serve una maggiore solidarietà da parte dei Paesi membri", ha detto Tajani all'Adnkronos sottolineando anche la necessità di "una strategia complessiva per l'Africa".
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini si è rivolto nuovamente all'Europa per dire che "non bastano contributi economici. Occorre un'azione politica". "Siamo anche convinti - ha detto il ministro intervistato da SkyTg24 - che ogni Paese, in particolare l'Italia, interpreta ed applica le sue leggi conformemente all'Europa ma nessuno può interpretare le nostre leggi in nome o sulla base di principi diversi. Abbiamo stabilito, ad esempio, quali sono i requisiti sulla cui base riconosciamo lo status di permesso temporaneo. Sono requisiti stabiliti dalla legge italiana e a questi requisiti ci atteniamo".
La questione immigrazione continua a far discutere anche all'interno dei confini nazionali. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, "c'è sempre una ragione se si è poco credibili nei momenti importanti e difficili. E l'Italia ha dimostrato in questo momento difficile di essere poco credibile agli occhi dei maggiori partner europei". Inoltre occorre "smetterla con certe improvvisazioni che abbiamo verificato anche qualche giorno fa e continuiamo a verificare in ordine alla sfida enorme derivante dai flussi migratori".
Sulle tensioni tra il governo Berlusconi e l'Ue è intervenuto poi Massimo D'Alema. "Io penso che se se ne andasse lui non sarebbe rimpianto da nessuno... Il livello di discredito di cui gode il nostro Paese a causa sua è veramente impressionante", ha detto l'esponente Pd.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni - atteso a Lussemburgo per la riunione dei colleghi dei 27 dedicata al tema dell'immigrazione, su cui l'Italia appare completamente isolata - ha ricevuto una lettera inviata dalla commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, nella quale si legge: "Il decreto del governo italiano sui permessi temporanei ai migranti in fuga dal Nordafrica non fa 'automaticamente' scattare la libera circolazione nei Paesi europei dell'area Schengen [...] Non sussistono al momento le condizioni per attivare la direttiva europea sulla 'protezione temporanea' dei migranti giunti in Italia, poiché la direttiva tutela i migranti che non possono tornare nei Paesi d'origine".
Non c'è "nulla di nuovo" nella lettera inviata dalla commissaria Malmstrom al ministro dell'Interno Maroni, hanno rilevato fonti del Viminale. Il fatto che il permesso temporaneo di soggiorno concesso dall'Italia non faccia scattare automaticamente la libera circolazione nell'area Schengen, ha spiegato al ministero, "è cosa nota, perché devono anche essere rispettate una serie di condizioni previste dal Trattato che per noi, in questo caso, sono rispettate". Quanto al fatto che non ci sono le condizioni per attuare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, al ministero fanno notare che lo stesso Maroni giovedì scorso in Parlamento aveva riconosciuto che diversi Paesi erano contrari.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

 

 

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11 aprile 2011
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