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Come una nave in cattive acque...

Il governatore siciliano Rosario Crocetta lancia l'allarme sulla stabilità e apre all'opposizione

07 gennaio 2014

Una nave che nella sua lunga navigata incappa spesso (forse troppo spesso) in cattive acque. Il governo regionale di Rosario Crocetta, sembra trovare in questa metafora la sua essenza. Entrato il nuovo anno le prospettive rimangono incerte, anzi, forse ancora più incerte di prima.
Nel marasma politico generale, Crocetta lancia l'allarme: la Sicilia è in bilico e se la politica si ostinerà in certe scelte, andrà sicuramente peggio.
Per il governatore, infatti, "c'è il rischio concreto di fare saltare Bilancio e Finanziaria con effetti gravissimi". L'Sos lanciato dal governatore arriva alla vigilia della capigruppo e della seduta parlamentare sulla manovra finanziaria e mentre gli uffici della Presidenza dell'Assemblea, assieme ai dirigenti della Regione, stanno valutando le centinaia di emendamenti presentati da maggioranza e opposizione ai documenti contabili e finanziari.

"Questo è un bilancio di rigore e solidarietà - ha spiegato Crocetta continuando a difendere la Finanziaria - i risparmi vengono fatti per stabilizzare il precariato allo scopo di ridurlo. Se poi ci sono spinte diverse per aumentare la spesa è chiaro che ci opporremo". Il governatore si riferisce anche ad alcune questioni poste dal Pd, "come quella sui forestali". "Non considero immotivata la questione posta dal partito ma c'è un problema dovuto alla presa di posizione da parte della Commissione europea: rischiamo di perdere 75 mln di euro, si creerebbe un buco che non ci possiamo permettere e salterebbe tutta la manovra".

E davanti a questo rischio, che tradotto potrebbe anche significare la fine dell’attuale governo, Crocetta apre ufficialmente all'opposizione, e lo fa nel corso del suo intervento sulla manovra finanziaria. "Le cose si fanno insieme, si media e si va avanti, perché nessuno ha la bacchetta magica - ha detto il presidente della Regione siciliana - Le riforme si fanno insieme e mi rivolgo al Nuovo centrodestra ma anche ai grillini". Poi conversando con i cronisti al termine della seduta, Crocetta ha aggiunto: "Dialogo non significa fare accordi di potere e cogestione". "Il governo - ha proseguito - vuole dialogare con l'opposizione, l'opposizione vuole essere costruttiva?". "Questa è la sfida che lancio - ha concluso - voglio essere ottimista, anche se ho più volte fatto questi appelli e analizzando quanto accaduto dovrei essere pessimista".

L’annuncio ha sorpreso e "sdegnato" il segretario regionale del Pd Sicilia, Giuseppe Lupo, che ha commenta così la volontà di apertura al Nuovo Centrodestra: "Non siamo disponibili a una maggioranza con il Nuovo Centrodestra, la nostra idea è quella di rafforzare politicamente la giunta tramite un rimpasto di governo". "Noi abbiamo rispettato gli impegni - ha aggiunto - dando priorità al bilancio e alla Finanziaria, ora tocca a Crocetta rispettare i suoi affrontando il tema della giunta. Dovrà essere lui stesso a dirci cosa fare. La nostra non è una corsa alle poltrone, non interessano né a me né ad altri. Il tema è rafforzare la giunta, che deve avere caratteristiche di sintesi tra i partiti presenti all'Ars".
"Mi auguro - ha continuato Lupo - che le parole del governatore siano state fraintese, mi rifiuto di pensare che Crocetta voglia spostare a destra l'asse di governo. L'alleanza con la quale siamo stati eletti è incompatibile con la presenza del Nuovo Centrodestra nella maggioranza. Al più, per fare le riforme si può collaborare con la minoranza, compreso il M5s". "Abbiamo l'esigenza di assicurare un bilancio e una finanziaria alla Regione per mettere innanzitutto in salvo i lavoratori precari dei comuni e garantire le proroghe e le loro future stabilizzazioni. Avremmo gradito - ha aggiunto - una Finanziaria che avesse qualche elemento in più per lo sviluppo e il lavoro".

Sulla polemica è subito intervenuto il presidente Crocetta: "Io non ho parlato di intese politiche ma di intese programmatiche sulle riforme da fare con tutti, dal Nuovo Centrodestra a un po' tutta la destra. Non ho mai proposto un governo con l'Ncd ma soltanto un confronto che non avrà alcun effetto sulla giunta e non produrrà accordi sottobanco".
Sull'argomento è intervenuto anche il ministro Gianpiero D'Alia. "Bisogna esportare anche al governo della Regione il modello delle larghe intese attraverso un patto di governo con quelle forze che oggi stanno all'opposizione. Non si fa certamente con trattative sottobanco o offrendo questo o quel posto di sottogoverno ma concordando l'agenda del governo: il salto di qualità è questo".
Il titolare per la Pubblica amministrazione, intervistato da BlogSicilia ha affrontato il tema dell'allargamento della maggioranza "che si è posto sin dal giorno dopo la vittoria elettorale di Crocetta" perché "la coalizione che lo sostiene da sempre non ha una maggioranza assoluta all'Ars e ora come allora, era giusto che si intraprendessero iniziative politiche di condivisione su un programma di riforme che la coalizione ha avuto approvate dagli elettori". Ma "se è così - ha insistito il ministro - è giusto affrontare il tema: alla luce del sole, però, ma soprattutto evitando il metodo lombardiano dello spacchettamento dei partiti e della transumanza dei deputati utilizzato da una parte della maggioranza".

"Faccio i nomi - ha proseguito D’Alia - sono metodi utilizzati da Lumia e Cardinale per il passaggio fra partiti di un po’ di parlamentari; operazione che sul piano della tenuta del governo e della sua maggioranza non ha impedito i franchi tiratori e le imboscate in aule".
Insomma, "non è producente, cioè, fare accordi con singoli pezzi di vecchi apparati e vecchi arnesi della politica siciliani interessati a mantenere una piccola rendita di posizione", è "un rischio che ho segnalato prima dell'estate: andare avanti con i mercenari o i lanzichenecchi non ci porta a nulla". Perché, secondo D'Alia, "fare assurgere a ruolo politico chi ha attraversato molti governi, aumentando solo le proprie secche di consenso clientelare, non consente di votare in aula le riforme di cui la Sicilia ha bisogno".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

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07 gennaio 2014
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