Complimenti per la A-20!
Inaugurata due anni fa da Berlusconi, la Palermo-Messina ''non aveva i requisiti minimi di sicurezza per la circolazione''
''L'esempio dell'autostrada Messina-Palermo è sintomatico. Abbiamo veramente cambiato il modo di governare in questo paese perché abbiamo introdotto nel nostro sistema la stabilità: cosa può fare un cristiano quando va al governo e ci resta solo 11 mesi? Per questo un'opera iniziata nel 1969 come questa autostrada si completa dopo 35 anni: 35 anni in cui si sono succeduti 35 governi''.
Era il 21 dicembre 2004, e un Berlusconi sorridente inaugurava, in località Torremuzza (ME), l'autostrada A20 Palermo-Messina.
Insieme a lui - istrionico e divertente come sempre (prima con il casco da operaio, poi casellante per far passare la prima auto sulla Pa-Me) -, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, l'allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, la bella ministra siciliana Stefania Prestigiacomo, l'allora vice ministro Gianfranco Miccichè, e i ministri La Loggia e Schifani, nonché il cardinale Salvatore De Giorgi pronto col suo aspersorio per benedire tutto e tutti.
Totò Cuffaro, che per la felicità non stava più dentro il vestito, prendendo la parola annunciò solennemente: ''Comincia una nuova era per la Sicilia''. ''Il completamento dell'autostrada - disse quel giorno - era un obiettivo possibile a condizione che vi impegnassimo risorse economiche destinate ad altre opere. Una scelta difficile e delicata, compiuta con la piena consapevolezza che questo obiettivo era così prioritario da meritare ogni tipo di sacrificio. Così è stato''.
Poi aggiunse: ''Un'opera così imponente, che giunge al termine dopo 35 anni giustifica la corsa, scatenatasi in queste settimane, alla ricerca dei meriti, di quanti vi hanno contribuito. Non intendo sottrarne alcuno a quelli che giustamente vanno attribuiti, ma rivendico con forza quello che va condiviso fra questo governo regionale e nazionale''.
Insomma, veramente qualcosa di importante, senonché un giorno qualcuno o qualcosa non funzionò esattamente come doveva, certo non quel giorno di giubilo e vittoria. Sospetti sull'eccessiva fretta di inaugurare quella che fu soprannominata la ''Grande Incompiuta'', vennero a molte persone. ''I soliti invidiosi e disfattisti della sinistra'' risposero i fautori della A20. Fatto sta che oggi i magistrati, dopo quasi due anni da quel ''gran giorno'', e dopo un'inchiesta aperta dopo svariate segnalazioni che parlavano di un'autostrada tutt'altro che finita, sono giunti alla conclusione che proprio in quegli ultimi 41 chilometri inaugurati in pompa magna da governo nazionale e regionale, ''non sussistevano i requisiti minimi di garanzia della sicurezza alla circolazione''.
Già, non sussistevano i ''REQUSITI MINIMI''...
A scrivere questo è stato il procuratore di Mistretta (ME) Ettore Costanzo, che nella sua conclusione delle indagini da' ragione di 21 violazioni agli standard di sicurezza, compresi i cavi non ancora completati e addirittura ''una buca profonda 9 centimetri all'uscita della galleria Cozzo Minneria''.
Il procuratore si è avvalso della consulenza di due ingegneri palermitani, Mario D'Amore e Antonino D'Orso, che hanno compiuto due ispezioni il 21 marzo e il 13 giugno 2005, e che si sono basati anche sull'esito delle verifiche fatte dopo l'inaugurazione dalla polizia giudiziaria e dalla Polstrada. La loro relazione è stata un duro atto d'accusa: nel tratto autostradale inaugurato quasi due anni fa con lavori ancora in corso, c'erano ''situazioni distribuite e concentrate di pericolo grave''. E forte era il rischio ''di incidenti di vaste proporzioni'' nelle gallerie che caratterizzano il percorso e che facevano segnalare la mancanza di areatori, vie di fuga ostruire, colonnine Sos fuori uso, illuminazione non funzionante, semafori e telecontrollo inattivi. Per non parlare della ''possibilità di conflittualità laterale'', cioè il pericolo di scontro, presso lo svincolo di Furiano.
Per tutto ciò, per quest'opera di cui andare massimamente ''orgoglioni'', sono stati indagati gli otto tecnici che diedero il via libera alla circolazione con l'accusa di ''attentato alla sicurezza stradale e falso in atto pubblico''.
Gli indagati sono i rappresentanti dell'Anas, del Consorzio per le autostrade siciliane e della Technital (la società che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori) all'interno della commissione che attestò i requisiti minimi di sicurezza dell'autostrada: fra essi, Nino Bevilacqua, ex consulente del sindaco forzista di Palermo Diego Cammarata. L'ordinanza con cui venne aperta al traffico la A-20, ha scritto inoltre il pm, fu firmata dal dirigente del consorzio autostradale Felice Siracusa (pure lui indagato) ancor prima che giungesse il parere della commissione.
Il procuratore Costanzo ha inviato l'avviso di chiusura delle indagini ai tecnici coinvolti, che adesso potranno presentare le proprie memorie difensive o chiedere di essere ascoltati. Prima delle probabili richieste di rinvio a giudizio.
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