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Quello siciliano è un parlamento sotto inchiesta: un deputato siciliano su tre è indagato

18 gennaio 2014

Cifre da record! Un record, però, di cui doversi vergognare. Nel Parlamento siciliano, il ”Parlamento più antico d’Europa”, un terzo degli onorevoli è sotto inchiesta: sono 31, su 90, i deputati regionali in carica coinvolti nell'indagine della Procura di Palermo sulle spese pazze dei gruppi parlamentari, gli altri 53 politici indagati sono ex onorevoli non rieletti in questa legislatura, poi ci sono altre 13 persone tra dipendenti cosiddetti stabilizzati dell'Ars e consulenti.
Dovrà rispondere alle accuse degli inquirenti anche mezzo Consiglio di presidenza (6 componenti su 11), a cominciare dal presidente dell'Assemblea, Giovanni Ardizzone (Udc), e dal suo vice Salvatore Pogliese (Pdl-Fi). Indagati anche due parlamentari su tre che tengono la "borsa" dei conti dell'Ars, cioè i questori Franco Rinaldi del Pd e Paolo Ruggirello di Articolo 4, e due deputati-segretari su 5: Orazio Ragusa dell'Udc e Dino Fiorenza del Mpa-Pds.

Il gruppo col maggior numero di indagati, anche perché è il più consistente, è quello del Pd: 9 su 19, compreso il capogruppo Baldo Gucciardi. Nell'Udc coinvolti 4 parlamentari su 10, nel Pdl 2 su 10, 4 su 6 nel Mpa-Pds incluso il capogruppo Giovanni Di Mauro, 2 su 4 nel Pid-Grande sud, 6 su 8 di Articolo 4, 2 su 5 nei Democratici e riformisti per la Sicilia compreso il presidente Giuseppe Picciolo, e 2 su 6 nel Misto
Tre (su 10) sono i gruppi parlamentari senza indagati: Cinquestelle, Megafono e Lista Musumeci.
Sei indagati ricoprono anche il ruolo di presidente di commissione: Affari istituzionali, Bilancio, Attività produttive, Sanità, Ue, Regolamento e Verifica poteri.

Una situazione esplosiva, contro cui alza il tiro il Movimento Cinquestelle, che parla del Parlamento come di "una giungla senza regole certe". Per i grillini il "pozzo di San Patrizio" dei fondi ai gruppi (60 mln in cinque anni, 10 mln nel mirino degli inquirenti) è stato alimentato "da un sistema aleatorio", perché, sostiene il deputato Salvatore Siragusa (M5s), "in assenza di indicazioni chiare su come spendere i fondi ognuno fa quello che crede".
I 5Stelle sottolineano come in Piemonte e in Emilia Romagna, come in altre Regioni d'Italia, a fine legislatura tutti i gruppi sono tenuti a restituire i soldi assegnati dai Consigli e non spesi durante i cinque anni. In Sicilia questo non accade. Gli avanzi di gestione dei gruppi parlamentari, a chiusura di legislatura, transitano sotto la gestione dei nuovi gruppi costituiti dagli stessi partiti. Il gruppo del Pd per esempio, come ha rivelato l'ex capogruppo Antonello Cracolici, indagato nell'inchiesta sulle "spese pazze", ha chiuso la passata legislatura con un avanzo di 800 mila euro, fondi che rimangono nella disponibilità del gruppo parlamentare.

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18 gennaio 2014
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