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"Dopo la visita al teatro di Taormina i turisti ci tirano il biglietto in faccia"

05 febbraio 2014

Sicilia, terra di cultura… defraudata e umiliata. Ecco, umiliata, come le persone che nei luoghi di cultura si trovano a lavorare nel più totale abbandono. Ad esempio, il disagio che sta vivendo il personale della Regione impiegato nel teatro antico di Taormina, sta tutto in un gesto raccontato da uno dei dipendenti (dopo la promessa di anonimato per via della circolare della Ragioneria generale che vieta ai regionali di parlare con la stampa per non incorrere in provvedimenti disciplinari): "Dopo la visita al teatro i turisti francesi, uscendo ci gettano il biglietto in faccia".
Come sta accadendo in altri siti culturali in Sicilia, il teatro di Taormina soffre per la carenza di fondi. "Le toilette sono impraticabili, non ci sono soldi neppure per comprare la carta igienica", dice un dipendente, da oltre vent'anni in organico alla Regione.
Anche loro, come altri  2 mila regionali, ieri mattina sono scesi in piazza a Palermo contro il governo Crocetta.

Riferiscono di "un teatro antico in abbandono, dove le pulizie si fanno una volta al giorno e per un'ora, nonostante l'importanza del sito archeologico". Eppure, spiega ancora il personale, "in questo periodo di bassa stagione in media contiamo 500 visitatori, ognuno dei quali paga 8 euro per entrare".
Gran parte dell'incasso va alla Regione, un terzo al Comune. "Ma al teatro di Taormina ritornano le briciole", raccontano. Secondo il personale dalla Regione, nelle ultime settimane, sarebbero arrivati appena 500 euro. "Stiamo parlando del sito culturale che attrae più turisti in assoluto in Sicilia - aggiungono i dipendenti - L'anno scorso c'è stato un afflusso di 800 mila persone, più le migliaia di visitatori non paganti per vari motivi".
E proseguono: "Il teatro potrebbe essere gestito con le risorse che incassa, invece questi soldi servono a mantenere in vita due-tre siti culturali che non producono incassi e dove il personale fa ben poco, non essendoci praticamente attività. La Regione si preoccupa del teatro solo quando ci sono gli spettacoli, poi è totalmente abbandonato e di fronte alle nostre richieste ci rispondono: 'Fate la colletta e comprate quello che vi serve'".

Ieri, alla manifestazione davanti Palazzo d’Orleans è spuntata la gigantografia di una busta paga dall'importo di appena 992,08 euro: lo stipendio di un usciere della Regione. A mostrarla, i dipendenti regionali del Cobas/Codir. "Ecco la verità - hanno detto - E i dipendenti della Regione che guadagnano meno di mille euro al mese sono 5 mila".
Alcuni manifestanti hanno ricordato le parole del governatore Rosario Crocetta, quando dichiarò di guadagnare meno di un usciere della Regione. "Guadagna almeno venti volte tanto", hanno affermato.
Ma il contenuto delle buste paga è veramente solo uno dei problemi che hanno portato ieri in piazza così tante persone. Infatti, insieme all’adeguatezza o meno degli stipendi, nell’elenco bisogna mettere lo stato pietoso dei siti culturali regionali -  e nella denuncia degli impiegati al Teatro antico di Taormina tale stato lo si comprende appieno -, e l’incertezza di migliaia di persone che, forse, lo stipendio nei mesi avvenire non lo vedranno.

"La finanziaria è stata un pasticcio - ha detto chiaramente il segretario regionale della Fp Cisl, Gigi Caracausi, ieri alla manifestazione davanti all'assessorato all'Economia -. C'è il rischio che 25 mila dipendenti tra addetti dell'Eas, dei teatri, dell'Arpa, dei consorzi di bonifica e degli altri enti collegati alla Regione rischiano di restare senza stipendio. La manovra bis deve essere discussa e condivisa con i sindacati". Dello stesso avviso anche il responsabile del pubblico impiego della Uil, Gianni Borrelli. "E'una situazione straordinaria, servono misure straordinarie. Vogliamo assumerci responsabilità e dobbiamo sederci attorno a un tavolo e trattare le vicende che riguardano migliaia di famiglie siciliane".

E ieri mattina, in piazza, sono stati diversi i dipendenti ad aver manifestato 'imbavagliati', con le sciarpe sul viso, un modo per contestare la circolare con la quale il ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, ha vietato al personale di parlare con i giornalisti annunciando provvedimenti disciplinari per chi trasgredisce. Il provvedimento è stato diramato agli uffici nei giorni scorsi (LEGGI).

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05 febbraio 2014
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