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Con il ponte Europa e Sicilia più vicine...

Matteoli e Ciucci a Villa San Giovanni per presentare il progetto del ponte. ''Daremo lavoro a 40 mila persone''

15 febbraio 2010

All'indomani dell'incontro avvenuto a Messina per presentare la "squadra" che si occuperà di costruire il Ponte sullo Stretto (LEGGI), il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e l'amministratore delegato della società Ponte sullo Stretto, nonché presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, si sono spostati a Villa San Giovanni per un'analoga iniziativa.
"Credo sia doveroso, per chi ha responsabilità pubbliche, informare correttamente i cittadini" ha detto il ministro Matteoli, parlando con i giornalisti. "La chiarezza di informazione - ha aggiunto Matteoli - è foriera di buoni risultati. Qui noi abbiamo fatto di più: a dare spiegazioni non sono venuto soltanto io, ma anche i tecnici e i realizzatori del progetto. Non vi è dubbio che con il ponte Calabria e Sicilia saranno più vicine al nord Europa. Ciò vorrà dire più turismo e più opportunità per le piccole e medie imprese locali". Secondo Matteoli, "c'è un ulteriore dato incontestabile che va preso in considerazione. Ci saranno 40 mila persone che lavoreranno per la realizzazione del ponte e saranno implementate iniziative ad alto contenuto tecnologico realizzate da architetti ed ingegneri italiani". "Attorno all'opera, inoltre, - ha proseguito il ministro - crescerà l'interesse scientifico di tutte le università del mondo perchè si tratta di un progetto a campata unica, unico al mondo. La realizzazione del ponte è certamente un fattore importante, ma al contempo per il rilancio economico del Mezzogiorno e del Paese sono previste una serie di infrastrutture collaterali pari a circa un terzo sul totale del finanziamento complessivo, che ammonta a sei miliardi di euro".

"Voglio confermare l'operatività dei contratti con il contraente generale Eurolink e il Project Management. Non sarà realizzato solo il ponte - ha aggiunto Pietro Ciucci - ma anche le opere connesse. Circa 40 chilometri di sviluppo viario e ferroviario per creare le connessioni di rete con la grande infrastruttura". Secondo Ciucci, inoltre, "il dialogo col territorio è strategico e per questo abbiamo voluto questi incontri in Sicilia e in Calabria. Abbiamo recuperato i fondi che il precedente governo aveva destinato ad altre opere mai realizzate. Finora stiamo rispettando il cronoprogramma. Abbiamo aperto il cantiere di Cannitello, 18 mesi di lavori per 30 milioni di investimenti, per preparare il sito per la realizzazione della torre in Calabria".

Diversamente da quanto accaduto a Messina, a Villa San Giovanni non è stata organizzata alcuna manifestazione di protesta dalle associazioni ambientaliste. Per l'iniziativa in Calabria la Rete No Ponte e le associazioni ambientaliste avevano preannunciato una mobilitazione, ma davanti all'albergo dove si è tenuto l'incontro, non si è visto nessuno. Sul posto, proprio in previsione della manifestazione degli ambientalisti, era stato predisposto un presidio di carabinieri.

Il ponte non serve ai pendolari - Mentre la politica siciliana esulta, i siciliani aspettano e continuano ad aspettare le strade, le autostrade, l’elettrificazione, i raddoppi e l’alta velocità ferroviaria in Sicilia. Il Ponte sullo Stretto, di certo, non salverà l’economia siciliana e calabrese. Quello di cui la Sicilia oggi avrebbe di più urgente, è un nuovo assetto viario e ferroviario per dare quell’input positivo all’economia e a tutte quelle potenzialità di sviluppo che corrono sulle infrastrutture, oggi sempre più moderne. E’ strano che la politica siciliana esulti per questa ciliegina. La torta che tutti i siciliani si aspettavano dov’è finita? E la farsa dei FAS (Fondi Aree Sottosviluppate)? E i 1970 milioni di euro finanziati per il completamento del raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri scomparsi da tutti i Contratti di programma? Occorre necessariamente, ancor prima del ponte, completare i raddoppi ferroviari delle due dorsali importanti della Sicilia, Jonica e Tirrenica di cui ormai non si parla più se non negli APQ (Accordi di Programma Quadro). E tutte le infrastrutture previste nell'APQ firmato in Sicilia nell'ottobre 2001 tra la Regione Siciliana e il Ministro delle Infrastrutture, che fine hanno fatto? Sono convinto che non è la costruzione del Ponte che salverà l’occupazione e lo sviluppo, ma tutte quelle opere che dovevano partire prima o almeno parallelamente alla realizzazione del Ponte. Tutto ciò determina, ancora una volta, l’assurda arretratezza infrastrutturale siciliana e calabrese. E' prioritario, invece, per la politica nazionale, finanziare le reti di trasporto del nord in vista dell’Expo milanese del 2015. La Sicilia e i Siciliani stanno a guardare un Italia che sfreccia in rosso, mentre noi, grazie ad una disattenta politica programmatoria, arranchiamo giornalmente su treni e linee risalenti al secolo scorso. [Giosuè Malaponti, Coordinatore Comitato Pendolari ME-CT-SR]

- Ritorniamo a parlare del ponte... (Guidasicilia.it, 13/02/10)

 

 

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15 febbraio 2010
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