Con l'Acquarosa Leonardo da Vinci si conferma un genio anche come barman
E c'entra, direte voi, Leonardo da Vinci con i banconi del bar?
C'entra.
Infatti, dopo 485 anni si potrà degustare l"'Acquarosa", una bevanda analcolica di origine orientale, prodotta in base a un precisa ricetta descritta dallo stesso scienziato-artista nel Codice Atlantico, conservato a Milano nella Biblioteca Ambrosiana.
Databile negli ultimi anni di vita del genio rinascimentale, cioè al periodo francese (1517-1518), la ricetta di Leonardo viene in questo periodo presentata, con tanto di degustazione a Vinci (Firenze), presso il Museo Ideale Leonardo da Vinci.
La formula dell'Acquarosa è una ricetta dispersa tra diversi studi geometrici di Leonardo che, in particolare, raffigurano la "rosetta" a sei foglie: un archetipo di cui si conoscono testimonianze fin dal Neolitico e che ricorre dalla Cina alla Scandinavia, dagli Etruschi ai Templari.
Leonardo, secondo studi, insiste spesso nel disegnarla e moltiplicarla in arabeschi, fino a una sorta di tanka tibetano, come nell'automatismo di chi è assorto in meditazione.
Precisa negli ingredienti la descrizione dell'Acquarosa (acquarosa, zucchero, limone) e nel sistema di filtraggio (gli ingredienti andavano colati in "tela bianca". Doveva essere servita fresca e Leonardo la definisce una bevanda estiva per i turchi ("è bevanda di Turchi la state").
Il Maestro studiò anche altre applicazioni di estratti di rosa: per "fare odore" (cioè profumo) e ricette per produrre "fumo alloppiativo" o "fumo mortale".
A proposito di quest'ultimo menzionava l'acquarosa come "riparo", cioè come un antidoto.