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Con la grazia del Signore

I parroci di Termini Imerese ai fedeli di buona volontà: "Scioperate con gli operai"

11 febbraio 2014

La Chiesa si mobilita a fianco degli operai della Fiat di Termini Imerese. E lo fa portando la vertenza, che riguarda 1.200 lavoratori, direttamente dentro le parrocchie. Con una lettera rivolta "a tutti gli uomini di buona volontà", infatti, i sacerdoti chiamano a raccolta la comunità per lo sciopero generale in programma  giovedì prossimo a Termini Imerese.
"Vi chiediamo di partecipare e di far partecipare le persone che incontrerete - è l'appello dei parroci - certi che il Signore non delude le speranze del popolo che lo invoca con fiducia".
I parroci della cittadina sollecitano la mobilitazione, "avendo ascoltato i bisogni di donne e uomini delle nostre comunità, che ormai giunti allo stremo, danno segni evidenti e inquietanti di sofferenza, la quale in questi ultimi giorni è diventata sempre più ingovernabile".

I preti ricordano che il giorno dopo la manifestazione "si svolgerà un incontro a Roma al ministero dello Sviluppo economico che potrebbe essere decisivo per la risoluzione della vicenda Fiat, madre del progressivo dissesto economico della nostra zona: ormai si è alla vigilia del licenziamento dei 1200 operai". "La crisi che attanaglia il nostro comprensorio è diventata sempre più grave - scrivono i parroci - noi cristiani, siamo chiamati ad agire, ad operare per il bene nostro e dei nostri figli. È in gioco il futuro dei nostri paesi, delle nostre famiglie. Non possiamo e non dobbiamo rimanere immobili, senza lavoro non c'è futuro".

E un appello è stato inviato anche al premier Enrico Letta. A firmarlo, assieme ai metalmeccanici locali e al sindaco di Termini Imerese, è l'arciprete Francesco Anfuso, da anni impegnato a fianco delle famiglie degli operai. Nella lettera al premier Letta, i firmatari ricordano gli ultimi passaggi della vertenza, chiedendo a Palazzo Chigi di prendere in mano la situazione. "Nel dicembre del 2009 il governo prese atto del piano industriale di Fiat presentato da Sergio Marchionne, nonostante prevedesse la cessazione dell'attività produttiva dello stabilimento di Termini Imerese - si legge nella missiva - La chiusura sarebbe stata affrontata e risolta al tavolo di crisi che venne istituito presso il ministero dello Sviluppo. Ad oggi, quattro anni dopo del drammatico annuncio, la soluzione non c'è". E il 31 gennaio scorso, nella riunione al Mise, "è emerso un dato preoccupante, la palese ammissione da parte di Invitalia del fallimento del piano di reindustrializzazione dell'area di Termini Imerese avviato nel 2009: non è stato impegnato a oggi un solo euro e non ci sono manifestazioni di interesse esecutive da qui a 36 mesi". "Il governo da lei guidato - si rivolgono così a Letta i firmatari della lettera - deve chiedere a Fiat di ricercare una missione produttiva per lo stabilimento in seno al comparto dell'automotive". E "questo è possibile anche perché i lavoratori di Termini Imerese sono a pieno titolo dipendenti di Fiat e della Magneti Marelli e oltretutto gli impianti produttivi siciliani sono pienamente funzionanti e pronti alla ripartenza. Il grande processo di fusione con Chrysler può e deve riservare questa opportunità".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it]

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11 febbraio 2014
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