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Con un albatro al Polo Sud. L'aquila catanese, Angelo D'Arrigo si prepara ad un'altra missione no limits

Crescerà un piccolo albatro e da lui imparerà come affrontare il vento

15 febbraio 2005

L'uomo uccello si prepara a diventare ancora una voltà papà. Nel suo rifugio sull'Etna, dove vive con moglie e figli, attorniato dal team di esperti che lo segue nella preparazione delle sue imprese, Angelo D'Arrigo, come un qualunque genitore, si emoziona parlando della creatura che nascerà in primavera, una creatura alla quale dovrà insegnare a volare. Sì, perché tra marzo e aprile l'uomo che è riuscito a realizzare il sogno che fu di Leonardo Da Vinci, volare liberamente tra gli uccelli, farà da chioccia, un po' madre e un po' padre, a un albatro, sostituendosi ai genitori naturali.
Con lo splendido esemplare che nascerà, D'Arrigo vivrà in simbiosi per otto mesi, si muoverà con lui grazie al suo deltaplano, gli insegnerà a volare per poi carpirne i segreti e le tecniche nello sfruttare i venti, ancora misteriose agli esperti. Con l'albatro D'Arrigo affronterà l'ultimo capitolo del suo progetto scientifico ''Metamorphosis'': raggiungere e sorvolare il punto più estremo del pianeta, il Polo Sud.

Catanese di nascita, D'Arrigo, 25 mila ore di volo alle spalle ("Se fossi un pilota di aerei di linea avrei già due pensioni"), è ad un passo dal completare un progetto di grande interesse scientifico: studiare le tecniche di volo dei grandi rapaci accompagnandoli nelle loro migrazioni. Un progetto seguito e studiato dalle università di tutto il mondo che ne stanno valutando i dati raccolti per rielaborare teorie sulla vita degli uccelli.
Dopo aver sorvolato Europa, Siberia, e la vetta più alta del mondo, l'Everest, insegnando la rotta migratoria a un gruppo di uccelli ormai in via di estinzione, D'Arrigo si sta preparando ad affrontare l'Antartide, il punto più estremo del pianeta. Per farlo dovrà sfruttare le tecniche di volo istintive dell'albatro, il meraviglioso uccello che ha una apertura alare di tre metri, capace di utilizzare le correnti ascensionali in modo ancora oggi inspiegabile per gli scienziati.
L'uomo uccello avrà otto mesi di tempo per carpirne i segreti, studiarne i movimenti, farsi riconoscere come genitore grazie alla tecnica dell'imprinting, già sperimentata con successo in altre occasioni.

D'Arrigo e l'albatro partiranno per l'Antartide a fine anno del 2005, avranno 24 giorni di tempo, quelli dell'estate Everestaustrale, per tentare l'impresa. Tra dicembre 2005 e gennaio 2006 potranno così sfruttare una 'finestra solare', un breve periodo in cui al Polo Sud il sole non tramonta mai.
''E' l'unica occasione che abbiamo, da quelle parti la temperatura può scendere fino a 90 gradi sotto zero e i venti sono fortissimi. Dopo l'Everest ho acquisito un ulteriore bagaglio di conoscenze, mi sto allenando e preparando con grande scrupolo perché adesso siamo a un passo dalla realizzazione di un progetto che cinque anni fa poteva sembrare utopia. Partiremo dalla base scientifica dell'Enea per raggiungere il punto più estremo del pianeta grazie alla forza delle correnti, dovrò utilizzare esattamente le tecniche di volo dell'albatro quindi - aggiunge - in questi mesi dovrò entrare in simbiosi con lui, farmi riconoscere come genitore, vivergli accanto costantemente così come feci con le aquile in occasione del sorvolo dell'Everest''.

Saranno gli ingegneri Fiat del centro Elasis di Pomigliano, nel napoletano, ad elaborare le indicazioni che D'Arrigo riceverà dal volo dell'albatro, costruendo un nuovo deltaplano senza motore, sospinto solo dalle correnti ascensionali, D'Arrigo sarà solo nel punto più estremo del pianeta, lì potrà contare soltanto sulle sue forze e sul bagaglio di conoscenze acquisito in questi anni. Per affrontare questa impresa D'Arrigo si sta sottoponendo ad allenamenti fisici e psicologici, le sue condizioni dovranno essere perfette per affrontare la sfida. ''E' un progetto ambizioso quello che sto affrontando in questi anni - conclude - E' una sorte di metamorfosi mia nel mondo dei volatili, una sfida non fine a se stessa perché siamo davanti ad vero approfondimento scientifico. La fatica, l'abnegazione, la cura meticolosa sono essenziali per la riuscita di tutte le imprese''.

SiberiaQuarantatre anni, laureato all'università dello Sport di Parigi, pluricampione del mondo di volo, padre di tre figli, il più piccolo di due anni, D'Arrigo ha trasmesso la sua passione a tutta la famiglia. da circa dieci anni ha impresso una svolta alla sua carriera, niente più volo agonistico, raggiunti tutti i traguardi possibili si è dedicato alla ricerca scientifica avviando un progetto mirato allo studio delle tecniche di volo dei più grandi rapaci, seguendo le loro migrazioni attraverso i cinque continenti.
A settembre 2003 ha stabilito il nuovo record mondiale di altitudine sorvolando l'Everest. ''Quando ho smesso con le competizioni agonistiche sentivo esigenze diverse - afferma D'Arrigo -; oggi affronto il vero volo, quello di Dedalo, Icaro e Leonardo. Non volo più seguendo un cronometro ma attraverso i continenti tra gli uccelli, è una filosofia diversa. Con questa ricerca in collaborazione con le università di tutto il mondo sto entrando nei meandri del volo dei rapaci, scopro ogni loro segreto. E' questo l'aspetto più affascinante del mio progetto -conclude- utilizzare le imprese e metterle al servizio della scienza, riuscire ad aiutare i rapaci in via di estinzione a ritrovare le proprie rotte, traendo nuove conoscenze che saranno utili a tutti noi''.

www.angelodarrigo.com

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15 febbraio 2005
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