Condannati gli estorsori dello chef Natale Giunta
Scenate e rabbia nell'aula del tribunale da parte dei parenti di Giovanni Rao e Maurizio Lucchese
I presunti estorsori dello chef Natale Giunta, Giovanni Rao e Maurizio Lucchese, sono stati condannati dalla terza sezione del Tribunale di Palermo rispettivamente a sette anni e otto mesi di reclusione e sei anni e otto mesi. Il pubblico ministero Caterina Malagoli aveva chiesto la condanna a sette anni e quattro mesi per Rao e a sei anni e quattro mesi per Lucchese. In abbreviato, per lo stesso reato sono processati Antonino Ciresi, Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Le accuse sono tentata estorsione, minacce e danneggiamenti.
Le richieste di denaro sarebbero avvenute nel 2012. Ciresi si sarebbe fatto avanti, sarebbero poi seguite minacce alla vittima a cui sarebbe stato consigliato di "mettersi a posto" da Perricone e Battaglia. Nel mese di maggio dello stesso anno gli estorsori alzano il tiro: lasciato un biglietto sul parabrezza della macchina di Giunta: "Mettiti apposto un fari u' sbirru picchi ti finisci mali". A novembre, il ristorante 'Sailem' che Giunta gestisce all'interno dell'area monumentale del Castello a Mare subisce un danneggiamento, mentre il 30 dicembre un metronotte trova una tanica di benzina e un accendino davanti all'ingresso del ristorante. A quel punto Giunta, tramite l'associazione antiracket Libero Futuro, si rivolge alla polizia e denuncia gli estorsori. Nei primi di gennaio lo chef riceve la visita di Perricone e Battaglia. Stavolta, però, sono state piazzate le microspie. Perricone spiega a Giunta che si deve mettere a posto: "A posto significa che praticamente qua dentro non verrà più nessuno perché praticamente siamo d'accordo tutti...".
I parenti di Giovanni Rao e Maurizio Lucchese, appena usciti dall'aula dove è stata pronunciata sentenza di condanna per i loro cari, hanno cominciato a inveire contro il Tribunale e contro la sentenza che ritengono ingiusta. I familiari dei due condannati hanno divelto le strutture che reggono le bandiere dell'Italia e dell'Unione europea, al secondo piano del palazzo di giustizia, spostando panchine e bacheche. Disperata la moglie di Rao mentre la figlia, incinta, è svenuta. La massiccia presenza dei carabinieri ha impedito danni peggiori. Uno dei parenti è stato fermato e portato via dalle forze dell'ordine.
Natale Giunta ha ottenuto un risarcimento danni. Così come le parti civili che si erano costituite. A cominciare dai comitati Addipizzo e Libero Futuro, assistiti dagli avvocati Ugo Forello, Salvatore Caradonna e Valerio D'Antoni.
- A schifiu finiu! (Guidasicilia.it, 08/02/14)