Confcommercio: "Il bonus di 80 euro? Invisibile"
Ma il premier Matteo Renzi difende il decreto: "11 mln di italiani la pensano in modo diverso"
Sui consumi l'effetto del bonus di 80 euro del governo Renzi è "quasi invisibile e troppo poco rispetto alle attese".
Lo dice la Confcommercio commentando i dati sui consumi di giugno rilevati dall'Icc (Indicatore dei consumi Confcommercio) che vedono una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2013 e appena dello 0,1% sul mese di maggio 2014.
"Il bonus di 80 euro, anche se ha mosso qualcosa, non è certo riuscito a provocare uno shock sui consumi e a stabilizzare la fiducia, sconfiggendo l'incertezza", sottolinea il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli precisando che i dati che ci consegna l'Icc "ci fanno dire che purtroppo il 2014 sarà ancora un anno di transizione e che, se continua così, rischia di compromettere le prospettive di crescita del 2015".
Nell'agenda di governo, sollecita Sangalli, la crescita deve essere "la priorità perché solo così eviteremo l'ennesima manovra correttiva". Tuttavia, secondo Sangalli, il bonus "è una misura che va nella giusta direzione anche se ha ingiustamente escluso i lavoratori indipendenti ma, per ricostituire il reddito delle famiglie, tornato ai livelli di quasi 30 anni fa, bisogna fare molto di più".
Il bonus, spiega Confcommercio, tocca 11 milioni di soggetti e vale in totale 6,45 miliardi per il 2014. Ad oggi sono stati distribuiti 1,61 miliardi (cioè un quarto del totale, con una media di 73 euro a testa per 2 mesi, maggio e giugno); "se fossero stati spesi tutti avremmo avuto un incremento di oltre l'1% dei consumi nella media maggio-giugno su marzo-aprile; questo effetto non si è avuto (ancora) essendo stato limitato a una piccola crescita in giugno", sostiene Confcommercio.
A difesa del decreto Irpef scende in campo direttamente il premier Matteo Renzi. Che replica: "A chi dice che gli 80 euro non servono, io dico che 11 mln di italiani la pensano in modo diverso".
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, rincara la dose. "Chi ha sperato in una ripresa dei consumi legata al bonus da 80 euro, ha ricevuto una grande delusione. Questo perché - fa osservare - le famiglie preferiscono utilizzare i soldi in busta paga per pagare bollette, rate e debiti vari, continuando a tagliare le spese non indispensabili".
I DATI DI CONFCOMMERCIO NEL DETTAGLIO - A giugno 2014, variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+3,8%) grazie soprattutto all'acquisto di beni, per i beni e servizi per ricreativi (+1,3%) e per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+1,1%), settore su cui influisce l'incremento della spesa per gli alberghi.
Una crescita più contenuta si è registrata per i beni e servizi per la cura della persona (+0,8%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (+0,5%). Una riduzione particolarmente significativa ha interessato i beni ed i servizi per la mobilità (-1,1%) sintesi di un forte calo della vendita di carburanti, ma anche di un andamento negativo delle vendite di auto e motocicli a privati. Riduzioni dei consumi si sono registrate anche per l'abbigliamento e le calzature (-1,1%) e per i beni e servizi per la casa (-0,8%).
I dati destagionalizzati mostrano a giugno un modesto incremento (+0,1%) riflettendo un aumento dello 0,3% della domanda per la componente relativa ai beni, mentre la componente relativa ai servizi ha evidenziato un calo della spesa dello 0,2%. Pur trattandosi di un timido segnale positivo, l'entità della variazione sembra indicare, alla luce anche dell'andamento dei mesi precedenti, più il permanere di una stabilizzazione della domanda che l'inizio di una fase di recupero. [Adnkronos/Ign]