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Confermata la condanna all'avvocato David Mills

Quattro anni e sei mesi per il legale inglese corrotto nell'inchiesta ''All Iberian'' e ''Guardia di Finanza''

28 ottobre 2009

Dopo le repliche del sostituto procuratore generale di Milano, Laura Bertolè Viale, che ha chiesto la conferma della condanna, e dei difensori, e dopo 4 ore di camera di consiglio, la seconda sezione della Corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. Confermato anche il risarcimento alla presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile, pari a 250 mila euro.
Secondo la sentenza di primo grado, il legale avrebbe ricevuto 600mila dollari da Silvio Berlusconi per essere un testimone reticente in due processi nei quali era imputato il presidente del Consiglio, quello su "All Iberian" e quello sulle tangenti ad uomini della Guardia di finanza. La posizione di Silvio Berlusconi era, invece, stata stralciata per via del lodo Alfano, riguardante le più alte cariche dello Stato e il dibattimento a suo carico era stato sospeso. Dopo la bocciatura della Consulta, il procedimento a carico di Berlusconi ricomincerà, anche se davanti a un collegio diverso rispetto a quello che aveva inflitto a Mills la condanna in primo grado. Questo, infatti, è incompatibile e servirà un'apposita udienza per riassegnare il processo ad altri giudici. Difficile che si arrivi a un verdetto definitivo entro aprile 2011, quando anche per il premier scatterà la prescrizione.

"Ho fiducia che a Roma (in Cassazione - ndr), troveremo giustizia". Con queste parole, in perfetto italiano, David Mills a Skytg 24, ha commentato la sentenza: "Sono innocente e condannato, e questo non va bene", ha aggiunto Mills, che si è comunque detto "assolutamente" fiducioso nella giustizia italiana.
L'avvocato Alessio Lanzi, del collegio di difensori di Mills, ha annunciato il ricorso in Cassazione. "Il nostro commento non può che essere amaro ed esprimere una sensazione di diasgio. Credo che questa sia una decisione che mette a dura prova la nostra fede nella giustizia. Non c'erano ragioni per condannare Mills". Gli avvocati difensori avevano chiesto l'assoluzione o in subordine la prescrizione del reato. "Non è finita qui", ha aggiunto l'altro difensore Federico Cecconi. "Abbiamo elementi forti che, qualsiasi sarà la motivazione di questo verdetto, potranno portare a una riforma della sentenza in Cassazione". Cecconi ha aggiunto di condividere le affermazioni di Mills, secondo il quale Berlusconi è estraneo alla vicenda. "Anche Mills non c'entra nulla, perché non c'è stata corruzione. Le conseguenze politiche della vicenda non ci riguardano, anche se ci sono circostanze oggettive che le testimoniano".

Secondo l'accusa il reato di corruzione avvenne nel 2000 e quindi la prescrizione scatterebbe all'inizio di aprile 2010. Secondo gli avvocati di Mills, la corruzione avvenne nel 1998 e quindi il reato sarebbe "abbondantemente prescritto". Ci sono buone probabilità che per Mills si arrivi a una sentenza definitiva in Cassazione nell'aprile 2010. I giudici d'appello non hanno infatti concesso i termini per il deposito delle motivazioni del verdetto proprio per accelerare i tempi. Entro 15 giorni, quindi, verranno rese note le ragioni che hanno portato a confermare la condanna in primo grado. Poi gli avvocati di Mills avranno 30 giorni per presentare il ricorso in Cassazione. A quel punto mancheranno 4 mesi prima dello scoccare delle lancette della prescrizione. Se dovesse essere condannato in via definitiva, Mills comunque grazie all'indulto non andrà in carcere. Il processo a carico di Berlusconi, sospeso per il Lodo Alfano, dovrebbe riprendere tra dicembre e gennaio. La prescrizione per il premier scatterà nell'aprile 2011.
In una nota Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato di Berlusconi, ha affermato: "La decisione della Corte d'appello di Milano è del tutto illogica e nega in radice ogni risultanza in fatto e in diritto. Un processo svolto in tempi record negando qualsiasi prova e rifiutando qualsiasi possibilità di difesa. Tale decisione non potrà che essere annullata dalla Cassazione. Comunque, ancora una volta si conferma che a Milano non si possono celebrare processi quando, ancorché indirettamente, vi sia un collegamento con Berlusconi".

Intanto la Seconda sezione civile della Corte d'Appello di Milano ha disposto la sospensione, in via provvisoria, dell'esecutività della sentenza con la quale la Finivest è stata condannata a risarcire 750 milioni di euro alla Cir per la vicenda del Lodo Mondadori. Lo ha reso noto la stessa Fininvest.
La Corte ha inoltre fissato all'1 dicembre l'udienza in Camera di Consiglio per la decisione definitiva sulla istanza di sospensione presentata da Fininvest.
Il presidente della Corte  ha disposto provvisoriamente la sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza per via della "elevatissima entità della condanna" e della "onerosità dell'eventuale procedimento di ripetizione in caso di accoglimento parziale dell'appello".
Il provvedimento, informa il gruppo del Biscione, è stato disposto "inaudita altera parte" (senza aver sentito la controparte). La sentenza che condanna Fininvest al maxi-risarcimento era stata emessa dal giudice Raimondo Mesiano lo scorso 3 ottobre.
I difensori della Cir, gli avvocati Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, "prendono atto del provvedimento con cui il Presidente della Seconda Sezione della Corte d'Appello, su richiesta di Fininvest e in assenza di contraddittorio, ha sospeso l'efficacia esecutiva della sentenza di primo grado e si preparano all'udienza del 1 dicembre prossimo, in cui la questione sarà riesaminata e discussa nel contraddittorio delle parti", si legge in una nota.
La Fininvest aveva presentato ricorso il 22 ottobre. Gli avvocati della società, Romano Vaccarella, Giorgio De Nova, Achille Saletti, Giuseppe Lombardi e Fabio Lepri, hanno contestato "l'illogicità e la contraddittorietà di questa sentenza".

E proprio nel giorno in cui queste due vicende giudiziarie, che coinvolgono il premier, hanno mosso un ulteriore passo avanti, Silvio Berlusconi è intervenuto a sorpresa al telefono a Ballarò, ieri sera su RaiTre.
Il premier ha ribadito alcune delle sue convinzioni più longeve, dai magistrati "che nel paese sono la vera opposizione" alla "prevalenza di giornalisti e programmi di sinistra" e dunque di "programmi disdicevoli" in tv. In studio, ospiti di Giovanni Floris, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il titolare della Difesa Ignazio La Russa, Pier Ferdinando Casini, Rosy Bindi, il direttore dell'Unità Concita de Gregorio.
"Sto vedendo il programma solo perché sto male - ha precisato il premier - normalmente io a quest'ora lavoro". Poi ha cominciato: "Ho assistito agli interventi degli esponenti della sinistra, in particolare su Mills ho visto il festival delle falsità e della calunnia". Ciò è stato possibile perché "la tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra, una situazione unica in tutto il mondo occidentale". Al conduttore Floris è venuto  naturale ribattere: "Mi domando quale sia il ruolo dei suoi ministri, visto che sono qui e avrebbero potuto replicare...".
Quanto alla conferma della condanna per Mills, Berlusconi ha insistito: "Non sono io l'anomalia italiana. Sono i giudici comunisti e i pm comunisti, 109 magistrati che si sono interessati di me, che da quando Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di aggredirlo con innumerevoli iniziative. Ma davvero Silvio Berlusconi era l'imprenditore più criminale della storia del mondo?".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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28 ottobre 2009
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