Confidenze troppo intime
Divertente, delizioso, intellettuale ma non noioso. Patrice Leconte fa di nuovo centro con un film degno di nota
Noi vi segnaliamo...
CONFIDENZE TROPPO INTIME
di Patrice Leconte
Anna va dallo psicanalista e gli confida i suoi problemi matrimoniali. Ma William non è uno strizzacervelli: è un consulente finanziario! Anna ha sbagliato porta ed è entrata nello studio sbagliato sin dalla prima volta e William non ha il coraggio di dirglielo. Incontro dopo incontro, 'la terapia' inizia a dare i suoi primi, inaspettati, frutti...D'amore!
Distribuzione Lucky Red
Durata 104'
Regia Patrice Leconte
Con Fabrice Luchini, Sandrine Bonnaire
Genere Sentimentale
La critica
"Un uomo, una donna, una stanza. Forse solo Patrice Leconte sa tenerci col fiato sospeso con elementi così limitati. E 'Confidences trop intimes' parte proprio così, con una donna che sbaglia ufficio, uno psichiatra che in realtà è il commercialista della porta accanto, un fiume di parole che investe lo specialista sbagliato. Troppo sorpreso per dissipare l'equivoco. Ma anche affascinato, e come non capirlo, dalla bella sconosciuta che irrompe nel suo ufficio e piangendo rivela brucianti segreti coniugali. Se il prologo sa di commedia degli equivoci, il resto si spinge in ben altre direzioni. (...) Leconte pare incrociare due tra i suoi film migliori, il guardone che spiava sempre la Bonnaire in 'Monsieur Hire', e le solitudini a specchio di 'L'uomo del treno'. Qualche snodo psicologico magari è un po' brusco, non tutto tiene alla perfezione, ma è incantevole la finezza con cui poco a poco il film chiaroscura caratteri e destini, dà un passato, un carattere, una logica, a quel commercialista così bloccato e alla sua adorabile/insopportabile provocatrice, punzecchiando, già che si trova, psichiatri e simili, venali e non sempre lungimiranti. E poiché più va avanti, più ci si chiede come farà Leconte a uscire dal pantano in cui si è cacciato, è bene dire che un film apparentemente tutto di sceneggiatura si cava d'impaccio con un'inquadratura a sorpresa che è un piccolo gioiello di cinema. Chapeau."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 febbraio 2004
"'Confidences trop intimes' è il titolo del nuovo film curioso e intelligente di Patrice Leconte, in cui Sandrine Bonnaire sbaglia porta e, credendo di parlare con lo psicanalista, confida pene, ansie e segreti a Fabrice Luchini, allibito consulente fiscale che poco a poco prende però gusto nell'intimità di questa fantasiosa signora in cerca di equilibrio anche ormonale. Il regista scopre troppo presto le sue carte e pecca di snobismo intellettuale in un film ben scritto e recitato. Morale: siamo tutti un po' Freud. O no?"
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 febbraio 2004
"A differenza del film sul signor Hire, questo non ha nulla di morboso; è piuttosto una commedia sentimentale fuori dagli schemi, con qualche elemento di mistero e alcune immagini di hitchcockiana memoria, ma sostanzialmente positiva e rassicurante. Si potrebbe dire che Leconte continua, nella direzione del suo bel 'L'uomo del treno', a esplorare gli animi delle persone, i battiti del cuore e la voglia di ricominciare da capo."
Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 febbraio 2004
"'Confidenze troppo intime' di Patrice Leconte, è davvero (con buona pace degli integralisti di 'Le Monde', odiatori di questo regista) una commedia di squisita fattura, interpretata nel ruolo di un consulente fiscale, che Sandrine Bonnaire scambia per uno psicoanalista, da Fabrice Luchini in stato di grazia."
Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 14 febbraio 2004