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Confindustria non ha paura...

Raid vandalico contro l'Assindustria di Caltanissetta. La mafia tenta di fermare la ribellione degli imprenditori

27 novembre 2007

Questo ultima porzione di 2007 verrà ricordato come il periodo della ''guerra al pizzo''. Nei giorni scorsi Sos Impresa, l'Associazione di Confesercenti nata nel 1991 a Palermo per difendere la libera iniziativa imprenditoriale e opporsi al racket e alla criminalità organizzata, presentando il suo decimo rapporto ha illustrato il giro d'affari delle estorsioni e dell'usura su base nazionale che riesce a raggiungere i 40 miliardi di euro annui. Sempre Sos Impresa ritiene che a Palermo l'80% dei negozianti paga mensilmente al racket dai 200 ai 10 mila euro mensili.
Lunedì l'Associazione ha lanciato la campagna ''Scaricare il pizzo'', che invita le vittime delle estorsioni a denunciare i loro aguzzini (chiamando il 3319099459). L'ennesimo invito che cade in un periodo, come dicevamo, favorevole visto che la Sicilia e in particolare Palermo, con l'arresto dei Lo Piccolo, della manifestazione antimafia al teatro Biondo, e della pesante condanna agli estorsori della Antica Focacceria, sta vivendo un'esperienza unica. ''Sono segnali - ha detto l'associazione - che dimostrano come il vento sia cambiato. Chi denuncia non resta solo. Invitiamo i commercianti e tutti gli imprenditori a 'scaricare il pizzo', mettendo a loro disposizione l'assistenza legale ma anche una forma di accompagnamento che sin dall'avvio delle indagini li inserisca in un contesto collettivo e quindi a basso rischio''.

E proprio perché il vento di cambiamento in questo ultimo periodo sta soffiato forte gonfiando le vele della legalità, ieri notte ''ignoti'' hanno messo a segno un raid vandalico contro l'Assindustria di Caltanissetta. I vandali sarebbero entrati da una finestra dell'edificio di via Poggio Sant'Elia, una villetta a pochi chilometri dal centro abitato, portando via faldoni con documenti relativi all'Area di Sviluppo Industriale posti nella stanza del direttore Giovanni Crescente. Poi sono stati messi a soqquadro armadi, aperti cassetti, buttate a terra carpette e faldoni di atti custoditi nell'ufficio di segreteria di presidenza.
Una minaccia che va ad aggiungersi a quelle dei mesi scorsi. Un paio di mesi fa, infatti, il vicepresidente di Confindustria Caltanissetta, Marco Venturi, aveva ricevuto una busta contenente un proiettile ed alcune frasi minacciose. Anche il commissario di Confcommercio Caltanissetta, Fulvio Nunzi, aveva ricevuto una lettera di intimidazioni.

Solidarietà agli industriali siciliani è stata espressa dalle istituzioni e dai partiti mentre il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Catania, presieduto dal prefetto etneo Anna Maria Cancellieri Peluso, ha deciso di assegnare una scorta al presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. Il provvedimento, di cui si apprende adesso, è stato adottato circa tre settimane fa, a seguito delle pesanti e ripetute intimidazioni rivolte contro il presidente della sezione catanese dell'Associazione dei costruttori (Ance) Andrea Vecchio. ''Nel momento in cui la ribellione degli imprenditori al racket e a ogni forma di collusione e la contemporanea azione repressiva dello Stato stanno producendo in Sicilia importantissimi risultati, la mafia risolleva la testa e alza il tiro per colpire il sistema confindustriale e per lanciare un segnale minaccioso al territorio e alle imprese'' ha detto il presidente Lo Bello. ''La gravissima intimidazione a Confindustria Caltanissetta - ha aggiunto - richiede la massima attenzione da parte nostra, delle forze dell'ordine e della magistratura; ma è certo che la nostra reazione sarà durissima e ancora più incisiva sarà l'azione di sostegno alle imprese e di contrasto a Cosa nostra, con la consapevolezza di avere lo Stato al nostro fianco''.
''E' un attacco allo Stato che riporta alle stragi in cui morirono Falcone e Borsellino'', ha detto con tono preoccupato il procuratore generale di Caltanissetta Pietro Barcellona, intervenendo ieri al palazzo di giustizia di Gela all'incontro con il ministro della Giustizia Clemente Mastella. ''Non vorrei qualche altro martire per sensibilizzare le istituzioni - ha detto Barcellona - non vorrei che dovesse scorrere altro sangue. Proprio da Caltanissetta è partita la ribellione degli imprenditori contro il racket: è importante che gli imprenditori che denunciano il pizzo siano protetti dallo Stato''.

La Confindustria siciliana col suo tuonante annuncio di settembre (''Gli imprenditori che non si ribelleranno al racket delle estorsioni saranno espulsi dalla Confindustria siciliana'') sapeva, e voleva farsi dei nemici e senza paura è diventata la sorgente da dove sgorga il ''vento di cambiamento'' che soffia su tutta la Sicilia.
Dopo il raid di ieri notte, messo a segno sicuramente per intimidire gli imprenditori rivoltosi contro il racket della mafia, il presidente nazionale degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, ha deciso di fare un ulteriore fa un passo avanti raccogliendo l'invito del procuratore aggiunto di Palermo, Roberto Scarpinato: ''Confindustria ha deciso che espellerà tutti quegli imprenditori che, sulla base di sentenze giudiziarie, siano risultati collusi''.
Il presidente della Commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione, ha annunciato che domani, mercoledì 28 novembre, Montezemolo sarà invitato in commissione per trattare del problema delle intimidazioni agli industriali, ''ma intanto - ha detto il deputato di Rifondazione - è importante non arretrare''.

Preoccupazione è fermezza è stata espressa dal presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante. ''La nuova linea degli industriali siciliani - ha detto - forse sta colpendo nel segno, ma questo è il momento di tenere duro e di perseverare nell'azione avviata in materia di legalità, lotta al racket del pizzo e alle estorsioni''.
''Tutto il sistema confindustriale del capoluogo - ha detto il presidente dell'associazione di Palermo, Nino Salerno - è solidale con gli imprenditori di Caltanissetta''. Salerno ha sottolineato che ''è un momento importantissimo, questo. Il sistema di Confindustria ha reagito non solo a parole, ma anche con i fatti alle pressioni delle cosche''.
L'indagine dei carabinieri sull'irruzione negli uffici di Caltanissetta è in pieno svolgimento: i militari stanno visionando alcune cassette registrate da tv a circuito chiuso nella zona e sono già in corso i rilievi della scientifica.

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27 novembre 2007
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