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Consiglio di... riparazione

Colpo di spugna al colpo di spugna. Abrogata la norma che modificava i termini di prescrizione dei reati contabili

28 dicembre 2006

Appositamente convocato per l'abolizione della norma che, contenuta nella Finanziaria, modificava la decorrenza del termine di prescrizione del diritto della pubblica amministrazione al risarcimento del danno derivante da responsabilità amministrativa, il Consiglio dei Ministri, riunito ieri pomeriggio a Palazzo Chigi sotto la presidenza di Romano Prodi, ha approvato un decreto-legge che elimina la norma in questione dal testo della Legge Finanziaria ancora prima della sua entrata in vigore, cioè il 1° gennaio prossimo.
Questa abrogazione pone così immediato rimedio ad un ''errore redazionale'' incorso in sede di predisposizione del maxiemendamento presentato dal Governo al testo della legge finanziaria 2007.
 
Insomma, la correzione è stata fatta, e il ''comma Fuda'' (dal nome del primo firmatario dell'emendamento-errore) è definitivamente carta straccia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato a tempo di record il decreto legge correttivo che accompagna il via libera, con una nota non priva di accenni polemici: ''La norma abrogata - si legge - non entrerà in vigore con la legge finanziaria, evitandosi in tal modo qualsiasi ipotesi di danno per l'erario''.
Ma la tempestiva mossa del governo non ha spento del tutto le polemiche. La Lista Consumatori ha deciso infatti di promuovere una causa per risarcimento per ''danni all'immagine del movimento'' nei confronti del senatore Pietro Fuda eletto proprio nelle liste del Codacons.
Polemico anche il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il primo ad alzare la voce appena scoperto l'infame ''colpo di spugna'' inserito tra le pieghe della manovra finanziaria: ''In Consiglio dei ministri abbiamo riparato a un evidente errore'', ha detto Di Pietro. ''Che sia stato un errore è difficile crederci - ha sottolineato il ministro -. Per me è stato un tentativo truffaldino di indurre le istituzioni in errore''. Insomma, ha rimarcato l'ex pm: ''Il comma è stato eliminato, ma l'autore è ancora ignoto''.
Anche il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, ha osservato che ''si è posto rimedio a un errore, che è innanzitutto di metodo e consiste nell'aver inserito maldestramente una questione assai complessa e delicata nel maxiemendamento. A prescindere dalla sostanza del provvedimento - ha continuato Boselli - in casi come questi il Parlamento deve avere la possibilità di discutere approfonditamente''.

Per l'opposizione, l'ammissione dell'errore e il fulmineo cambio di rotta del governo non è comunque un atteggiamento perdonabile. ''Un decreto che dimostra che la maggioranza è un'armata Brancaleone capace di coprirsi di ridicolo contraddicendosi in pochi giorni su una materia introdotta nella Finanziaria su cui il governo ha posto la fiducia'', ha commentato Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia. ''Fa specie - ha osserva invece il segretario della Dc, Gianfranco Rotondi - che Di Pietro parli di 'manolesta' nella maggioranza su una questione così delicata. Prodi aveva parlato di un centrosinistra trasparente rispetto a una Cdl non cristallina quando stava al governo. Delle due l'una: o Prodi ha sbagliato e ora chieda scusa, o ha ragione Di Pietro''.

Comunque, sono in molti a dire che l'importante è stato aver corretto lo sbaglio, come sono in molti a pensare - con Di Pietro - che parlare di errore è veramente inverosimile. Qualcuno c'ha provato, ma sta volta non c'è riuscito. 
L'esecutivo ha inoltre annunciato un'altra correzione - questa molto attesa dall'ala della cosiddetta ''sinistra radicale'' -: quella sul Cip6, il ricarico sulle bollette energetiche destinato a finanziare le energie rinnovabili. Nella versione approvata con la Finanziaria, i cittadini attraverso il ricarico finanziavano anche fonti diverse da quelle pulite. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti ha annunciato che la norma sarà modificata con un emendamento al ''decreto 'milleproroghe' concordato dai ministri Pierluigi Bersani e Pecoraro Scanio''.

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28 dicembre 2006
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