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Consiglio straordinario a Palermo per dire no all'abolizione delle Province

01 febbraio 2012

Il Consiglio provinciale di Palermo dice No ad una Italia senza Province. A conclusione della seduta straordinaria aperta di ieri, convocata dal Presidente Marcello Tricoli in contemporanea con tutte le assemblee provinciali presenti sul territorio nazionale, l'aula ha detto sì a maggioranza al documento dell'Upi (Unione Province d'Italia).
Hanno votato a favore Pdl, Pid, Mpa, Pd, Forza del Sud, i gruppi misti di maggioranza e opposizione. Contro il documento si sono espressi i rappresentanti dell'Udc (Randazzo, Polizzi, Galbo) e dell'Italia dei Valori (Giusy Scafidi e Luisa La Colla) in linea con la posizione nazionale dei due partiti, mentre si è astenuto il consigliere di Iniziativa popolare Giuseppe Mortillaro.
Nell'ordine del giorno era sottolineato che con l'abolizione degli Enti sovracomunali ci sarebbero meno garanzie democratiche, verrebbero garantite meno opportunità a chi è più debole, diminuirebbe l'identità locale fatta di storia e cultura, le Istituzioni si allontanerebbero dai cittadini. Il Consiglio così ha chiesto iniziative parlamentari a garanzia dell'esistenza delle Province, alle organizzazioni sindacali di mobilitarsi contro l'abolizione, alle forze economico sociali di garantire il rilancio degli investimenti per lo sviluppo, ai cittadini, associazioni e gruppi di volontariato di opporsi allo svuotamento delle Province.

"La proposta di abolizione delle Province - ha sottolineato il Presidente della Provincia regionale di Palermo e dell'Unione regionale delle Province siciliane Giovanni Avanti - è un'operazione strumentale, ipocrita e demagogica che punta ad individuare nelle Province il capro espiatorio degli sprechi e del debito pubblico con un passaggio, come quello del decreto Monti, assolutamente incostituzionale, considerato che le Province fanno parte dell'assetto istituzionale dello Stato così come riconosciuto dalla nostra Costituzione. Bisogna puntare su una razionalizzazione complessiva dell'assetto e delle competenze degli enti locali che tenga conto della situazione attuale del paese e non faccia venire meno quel livello di governo intermedio dell'area vasta che e' fondamentale per un corretto sviluppo del territorio".
Secondo il Presidente del Consiglio provinciale Marcello Tricoli: "a subire le drammatiche conseguenze dell'eliminazione delle Province sarebbe tutto il tessuto imprenditoriale locale che verrebbe privato, da subito, da una fonte di reddito con evidenti ripercussioni sui livelli di disoccupazione locale e dell'intero sistema economico. Andremmo incontro - ha aggiunto Tricoli - ad un pericoloso accentramento di poteri, una deriva che ricorda tempi bui e che punta a demolire quel prezioso percorso di crescita delle autonomie locali che nacque con la Costituzione e che negli anni '80 e '90 con le leggi di riforma, con l'elezione diretta, vide una sua precisa attuazione". [Adnkronos]

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01 febbraio 2012
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