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Continua il braccio di ferro Onu-Governo sui migranti

''La politica attuata dall'Italia viola la convenzione di Ginevra che sancisce il non respingimento anche in acque internazionali''

16 maggio 2009

L'Onu bacchetta l'Italia sulla nuova strategia di contrasto agli sbarchi di immigrati clandestini. Secondo l'Unhcr, agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, infatti, "la politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali". A sottolinearlo è stato Laurens Jolles rappresentante in Italia dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, al termine dell'incontro, svoltosi ieri pomeriggio al Viminale, con il Ministro dell'Interno Roberto Maroni. L'Unhcr ha ribadito che "questo fondamentale principio, che non conosce limitazione geografica, è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano". Nel confermare che "fra coloro che sono stati rinviati in Libia vi sono persone bisognose di protezione", l'Unhcr ha rivolto nuovamente la richiesta al governo "affinché riammetta queste persone sul proprio territorio" sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, "l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento".

Quella fatta dall'Unhcr è però una richiesta che il governo non intende soddisfare. I respingimenti degli immigrati clandestini "andranno avanti, così come previsto dall'accordo tra Italia e Libia", ha confermato il ministro Maroni. "Nel corso del colloquio - hanno sottolineato al Viminale - sono stati affrontati i temi legati al contrasto dell'immigrazione clandestina e alla protezione internazionale dei richiedenti asilo e dei rifugiati". Maroni si è detto "molto attento alle questioni poste dall'Unhcr, che, a suo avviso, però - ha proseguito il Viminale - devono trovare una soluzione in sede europea e ha confermato che i respingimenti andranno avanti, così come previsto dall'accordo tra Italia e Libia". Il responsabile del Viminale ha infine proposto "la creazione di un tavolo tecnico tra Unione europea, Libia, Italia e Unhcr per approfondire i temi sollevati dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite".

I numeri dell'Unhcr - Secondo i dati dell'Agenzia dell'Onu più del 70 per cento delle 31.200 domande d'asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del paese. Il 75 per cento circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d'asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria oppure umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50 per cento. Sempre l'anno scorso, infine, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d'Avorio.

Intanto Andkronos International ha diffuso un documento interno emerso dall'ultima riunione dei 27 commissari Ue a Bruxelles, secondo il quale bisogna "evitare ogni deriva verso un'Europa 'fortezza' e fare in modo che "l'immigrazione clandestina non sia presentata come una minaccia per la sicurezza".
Bisogna "evitare ogni deriva verso un'Europa 'fortezza' e fare in modo che l'immigrazione clandestina non sia presentata come una minaccia per la sicurezza dell'Unione europea". Questo il messaggio fondamentale emerso dall'ultima riunione dei 27 commissari Ue. Per quanto riguarda l'attuazione di un sistema per la gestione delle frontiere esterne, Bruxelles sottolinea "la necessità di prevedere un messaggio chiaro sull'equilibrio da preservare tra sicurezza e protezione dei diritti dell'uomo". In particolare per quanto riguarda immigrazione e asilo, i responsabili Ue hanno anche insistito sul "carattere essenziale della solidarietà tra Stati membri per quanto riguarda l'accoglienza e le cure ai richiedenti asilo, la gestione dell'immigrazione clandestina ma anche la solidarietà con i Paesi in via di sviluppo e con le vittime di traffici o abusi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it, Adnkronos/Aki]

- "Lacrime, spinte e manganelli: così l'Italia respinge i disperati" di F. Merlo

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16 maggio 2009
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