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Continua la guerra su Stamina

Davide Vannoni risponde alle ultime accuse di presunta pericolosità del Metodo Stamina

23 dicembre 2013

"Pericolosa" e "scadente": così nei verbali dello scorso anno il tavolo tecnico composto da Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco (Aifa) aveva giudicato la tecnica Stamina. "Non esiste - riporta il verbale - documentata efficacia del metodo Stamina Foundation".
"Preoccupante - si legge nei verbali del tavolo tecnico composto Iss, Aifa, Cnt e Nas, riunitosi nel 2012 - la pratica di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente". "Per quanto riguarda la dose di infusione, la si potrebbe definire 'omeopatica'", si legge ancora nei verbali.

"Il metodo Stamina farebbe presupporre l'uso di Siero Fetale Bovino nei terreni di coltura": è il sospetto sul quale si sono confrontati gli esperti, secondo i verbali del tavolo tecnico 2012. Timori anche su possibili "danni neurologici" e altri "effetti collaterali dopo infusione, da verificare nel tempo".
E sarebbero stati gli scantinati di edifici di varie località italiane, e anche a San Marino, a tenere a battesimo la terapia Stamina secondo quanto emerge dalle carte dell'indagine della procura di Torino. L'Ordine dei medici bocciò le strutture già nel 2008. Dalla trasmissione di virus all'insorgenza di tumori: sono numerosi i rischi per la salute del metodo Stamina secondo le carte dell'inchiesta. L'elenco completo è contenuto in un documento redatto dal pm Raffaele Guariniello e dai suoi collaboratori già nel 2012.

L'indagine della procura di Torino, chiusa nel 2012, è stata di fatto quasi subito riaperta e integrata con altri elementi. L'associazione presieduta da Vannoni operava in "più strutture, alcune palesemente inidonee e ricavate da scantinati". In altri casi le sedi erano state "nascoste a San Marino nel palese intento di sfuggire ai controlli istituzionali previsti in Italia". A Torino, peraltro, c'era già stato, il 27 marzo 2008, un "parere negativo" formulato dall'Ordine dei medici.
I problemi erano legati anche al fatto che lo staff di Davide Vannoni operava in "locali di cui non erano certificate la sterilità e l'adeguatezza". Quanto ai rischi potenziali, l'elenco è particolarmente lungo ed è suddiviso in base agli step del procedimento. La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i "medicinali imperfetti", viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da "nausea e cefalea" per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle "localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate" e al "rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione/trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro".

Accuse gravissime, dunque, alle quali il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, risponde da Catania dove ha ritirato il premio Maugeri-Amenano d’Argento. "La visita ispettiva del Ministero fatta a fine maggio ha raccolto tutte le cartelle cliniche e biologiche dei pazienti e nelle cartelle biologiche ci sono tutti i dati relativi alla caratterizzazione delle cellule e alla loro sicurezza". "Il fatto che il ministero non intervenga adesso a difendere il suo ospedale trattato in questa maniera, perché è l'ospedale che fa le valutazioni di sicurezza e di caratterizzazione delle cellule, è una cosa vergognosa".
"Relativamente alla mancanza di dati sulle cellule staminali e al fatto che non siano cellule staminali - ha aggiunto Vannoni - anche questa è una informazione ampiamente falsa. Nella prima visita negli Spedali Civili di Brescia da parte del Nas questi documenti non sono stati raccolti e questo è stato documentato dagli esperti della Regione Lombardia che hanno partecipato a quella visita ispettiva: credo che non sia stato fatto in malafede ma solo per incompetenza".

Sul Ministero della Salute - secondo Vannoni - "il problema è che, non avendo niente da dire, il Ministero ha costruito un'informazione volutamente in mala fede per cercare di denigrare Stamina". "L'ospedale di Brescia dopo il blocco dell'Aifa - ha proseguito Vannoni - ha scelto di limitarsi al fatto che non ci fossero effetti collaterali sui pazienti e non di valutare i miglioramenti e il percorso di miglioramento che stavano facendo. Quando abbiamo chiesto al ministero di andare a visitare i pazienti - aggiunge Vannoni - non era perché facevamo un esercizio retorico, era perché in realtà questi pazienti hanno raccolto dati strumentali e certificazioni mediche nei loro ospedali di riferimento e dai loro medici curanti che Stamina non conosce. Se il Ministero li avesse raccolti - aggiunge Vannoni - oggi avrebbe qualcosa da dire".

"Credo che non abbiano digerito - ha continuato il presidente di Stamina Foundation - il fatto che il comitato scientifico è stato bocciato dal Tar. Però dimenticano che in mezzo a tutta questa vicenda non c'é solo Stamina, ci sono centinaia di migliaia di famiglie in Italia che stanno aspettando una risposta. E le risposte non si danno in questa maniera, si danno seriamente ai pazienti".
"Le notizie che vedete sui giornali - ha concluso Vannoni - sono le dichiarazioni del direttore generale dell'Aifa, Pani, che in un Paese civile si sarebbe già dovuto dimettere, dopo che all'interno del comitato scientifico è stato già sbugiardato dal Tar. Invece ce l'abbiamo lì che parla di non risultati e di non sicurezza della metodica".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ign]

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23 dicembre 2013
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