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Continua la "guerra" tra i giornalisti e il presidente Crocetta

Crocetta: "Presto un piccolo ufficio stampa". Ma l'Ordine dei giornalisti e l'Assostampa procedono con un esposto

03 luglio 2013

La "guerra" tra i giornalisti e il presidente della Regione siciliana continua. Nei giorni scorsi l'Ordine regionale e l'Assostampa hanno annunciato la presentazione di "un esposto alla Procura nei confronti del presidente della Regione Rosario Crocetta e dei suoi assessori, per esercizio abusivo della professione e investiranno la presidenza della Repubblica, il presidente del Consiglio dei ministri e il ministero degli Affari regionali per l'interruzione di un pubblico servizio quale l'Ufficio stampa della presidenza della Regione". Insieme agli esposti "una corposa documentazione di comunicati stampa emessi dalla Regione a firma del presidente Crocetta e degli assessori della sua giunta"."Siamo di fronte - hanno affermato il presidente dell’Ordine, Riccardo Arena, e il segretario regionale dell'Assostampa Sicilia, Alberto Cicero - a una grave violazione di legge, ancora più grave perché perpetrata da un alto rappresentante delle istituzioni che nel corso dei primi mesi del suo mandato ha sempre affermato di voler fare della legalità e della trasparenza il suo modello di amministrazione. Abbiamo più volte richiesto un confronto al presidente Crocetta, ma ci è sempre stato rifiutato". "Non si capisce perché - hanno aggiunto - nelle altre regioni italiane il servizio di ufficio stampa funziona regolarmente e le regole della legge 150 vengono rispettate, mentre in Sicilia si è deciso di seguire la strada dell'improvvisazione, con una grave distorsione del sistema dell'informazione oltre a una pesante perdita di posti di lavoro". Arena e Cicero hanno annunciato che analoghe iniziative saranno adottate nei confronti dei pubblici amministratori siciliani che dovessero violare la normativa vigente.

Rosario Crocetta ha deciso di rispondere indirettamente ad Ordine e Assostampa. "Le prime nomine le farò presto. Sceglierò in base ai curriculum che mi hanno inviato. Metterò in piedi un piccolo ufficio stampa di cinque o sei giornalisti. Saranno nomine a tempo determinato, intanto di un anno, anche per valutare meglio il lavoro". "La mia libertà di espressione e di opinione è garantita dalla Costituzione, ci mancherebbe altro - ha detto Crocetta -. Oltretutto il mio è stato un comportamento di rispetto: ho voluto attendere l'esito delle cause prima di fare nuovi passi. Capisco che ci siano le corporazioni, ma i giornalisti sono persone come tutte le altre, la legge si applica anche a loro. Per carità, ci sono giornalisti e giornalisti, alcuni sono anche stati uccisi dalla mafia ma questa storia dei 21 dell'ufficio stampa della Regione che si sono auto-assunti a tempo indeterminato, tutti con la qualifica di capo redattore, somiglia alla vicenda dei Social-Trinacria". Crocetta è infine tornato sulle posizioni espresse da Ordine e Assostampa: "Avrei accettato memorie e proposte, invece hanno insistito nel volere il riconoscimento della trattativa sindacale così poi, magari, avrebbero prodotto atti da presentare in tribunale. Ma io sono buono, non fesso".

L'Assostampa e l'Ordine dei giornalisti di Sicilia hannp affidato ad una nota la controrisposta per il governatore. "L'ennesimo annuncio del presidente della Regione, condito da inaccettabili insulti ai giornalisti di cui risponderà in altre sedi, conferma quanto il sindacato e l'ordine dei giornalisti sostengono da tempo: Crocetta, cancellando con provvedimento retroattivo l'ufficio stampa della Presidenza, ha violato volutamente norme, contratti e rispetto delle parti sociali". "Il presidente - prosegue la nota - dovrebbe sapere che il confronto sindacale non è un inutile intralcio ai suoi pieni poteri ma uno strumento di consolidata democrazia. Affermando adesso di essersi volutamente sottratto al confronto chiesto documentalmente dal sindacato e dall'Ordine, Rosario Crocetta conferma le bugie dette nei giorni scorsi e ribadisce il suo disprezzo e la sua mancanza di conoscenza delle norme e delle leggi che regolano i rapporti tra parti sociali in una democrazia, ancor prima che all'interno delle istituzioni".

"Sulle nuove assunzioni - conclude la nota - di giornalisti il governatore continua a tacere, cercando di eludere il suo obbligo di rendere pubblici e trasparenti i criteri di scelta e soprattutto le spese che l'amministrazione dovrà affrontare, ma preparandosi a ripercorrere le stesse strade da lui contestate come clientelari e poco trasparenti ai suoi predecessori. Di fronte a questi atteggiamenti siamo certi che la magistratura contabile vorrà intervenire con la sua nota tempestività".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]

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03 luglio 2013
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