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Continua la ''sfida nucleare'' di Teheran contro la Comunità Internazionale. ''Installeremo 50 mila centrifughe''

10 aprile 2007

Continua la ''sfida'' della Repubblica Islamica dell'Iran contro l'intera comunità internazionale. Teheran, infatti, punta a installare 50 mila centrifughe per l'arricchimento dell'uranio, nella centrale nucleare di Natanz. A riferirlo è stato il responsabile del programma atomico di Teheran, Gholam Reza Aghazadeh, all'indomani dell'annuncio che la repubblica islamica produce combustibile nucleare su scala industriale. ''L'obiettivo non è solo quello di installare 3 mila centrifughe a Natanz, stiamo facendo di tutto per arrivare a 50 mila'', ha avvertito Aghazadeh.
Il Paese islamico ha rilanciato così la sfida alla comunità internazionale, dopo le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza dell'Onu per fermare un programma atomico che si teme possa avere finalità militari: le autorità sostengono di volere impiegare il materiale fissile solo per alimentare centrali che producano elettricità, ma la stessa tecnologia, alla quale Teheran ha lavorato in segreto per 18 anni, può essere impiegata per costruire ordigni atomici.

Ma gli avvertimenti delle Nazioni Unite continuano a rimanere ''carta straccia'' per il presidente Maumud Ahmadinejad, che proprio ieri ha annunciato che quella del nucleare per l'Iran è una ''strada senza ritorno''. Il popolo iraniano, ha detto Ahmadinejad, ''difenderà i suoi diritti fino alla fine''. Allo stesso tempo, ha detto ancora, ''accogliamo con favore qualsiasi politica legale e giusta che permetta di avere un dialogo (con la comunità internazionale, ndr) e rimuovere i problemi''.
Il capo negoziatore iraniano Ali Larijani ha rilasciato due diverse dichiarazioni, con toni assai differenti l'una dall'altra. Nella prima, ha affermato che Teheran è pronta ad avviare negoziati per mettere fine alla disputa sul nucleare: ''Siamo pronti a negoziare e a raggiungere un accordo con i Paesi occidentali per eliminare le loro preoccupazioni sul nucleare iraniano senza mettere fine al nostro sviluppo scientifico''. Poi, però, ha pronunciato parole meno concilianti: ''L'Iran - ha detto - non avrà altra scelta che abbandonare il Trattato di non proliferazione nucleare, se verrà sottoposto a ulteriori pressioni'' sul suo programma di arricchimento dell'uranio.

A ulteriore dimostrazione della decisione presa, il responsabile del programma atomico di Teheran ha dichiarato oggi che l'Iran avvierà ''nei prossimi giorni'' aste internazionali per assegnare i lavori di costruzione di due nuove centrali nucleari dopo quella di Bushehr, che la Russia sta completando. ''Ognuna delle due avrà una potenza di 1.000 megawatt'', ha precisato. Sempre oggi, il vice capo per le relazioni internazionali dell'Agenzia atomica, Mohammad Saidi, ha sottolineato che ''le decisioni in campo nucleare sono prese dalla Guida'', ovvero l'ayatollah Ali Khamenei. Facendo intendere che il regime è compatto su questo tema e che non hanno senso le critiche rivolte da ambienti riformisti e moderati nei mesi scorsi al presidente Ahmadinejad per la sua politica intransigente.

L'Iran ''sta andando nella direzione sbagliata''. E' stato questo il commento con cui il ministero degli Esteri tedesco, presidente di turno dell'Unione Europea, ha accolto l'annuncio di Teheran. Preoccupazione anche da parte americana, che attraverso il portavoce della Casa Bianca Gordon Johndroe, ha fatto sapere che ''la decisione dell'Iran di limitare ulteriormente la sua cooperazione con l'Aiea è inaccettabile''.

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10 aprile 2007
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