Continua lo sciopero della fame delle due insegnanti precarie di Messina
La protesta estrema contro i tagli e la riforma della Pubblica istruzione di Letizia e Rosaria
Si chiamano Letizia Sauta e Rosaria Marchetta, sono di Messina, sono insegnanti e sono precarie. Da sei giorni fanno lo sciopero della fame - davanti al Comune di Messina - per protestare contro i tagli dopo la riforma della Pubblica istruzione.
Ieri Letizia e Rosaria hanno chiesto di incontrare il premier Silvio Berlusconi senza intermediazioni.
Preoccupata per la sorte della due docenti la segretaria della Flc-Cgil Graziamaria Pistorino che ha detto: "Nutro profonda stima e rispetto per la scelta delle colleghe e soprattutto per la determinazione con cui stanno portando avanti la loro battaglia. Al tempo stesso però sia io, che il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, abbiamo a cuore la salute delle due donne che non sono assolutamente intenzionate a mollare. Anche per questo ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) abbiamo deciso di rivolgerci al prefetto".
Intanto continua la protesta dei precari della scuola. I precari di Palermo ieri hanno deciso di mantenere un presidio permanente, trasferendolo da via Praga, sede dell'ufficio scolastico regionale, a via Ruggero Settimo, nel centro della città, per sensibilizzare i cittadini. Verso le 16, un gruppo del coordinamento precari aveva occupato il vano da cui si accede alla portineria dell'Assemblea regionale a palazzo dei Normanni. L'iniziativa di protesta, durata un paio d'ore, intendeva sollecitare l'attenzione dell'assessore regionale alla Pubblica istruzione Lino Leanza e del governatore della regione Raffaele Lombardo che, tuttavia, non hanno incontrato i manifestanti.
Il 23 ottobre, infine, "il popolo della scuola pubblica riempirà le strade di Roma" assieme alle altre categorie del lavoro dipendente in occasione dello sciopero generale. L'annuncio è arrivato dai Cobas. "I protagonisti della scuola - avverte il sindacato in una nota - diranno no ai tagli, alle controriforme Tremonti-Gelmini, all'espulsione dei precari e ai contratti di disponibilità, alla legge Aprea, alle cattedre oltre le 18 ore" e chiederanno le dimissione del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. In avvicinamento a quella data, i precari hanno promosso per il 3 ottobre una manifestazione nazionale a cui i Cobas daranno sostegno, arrivando con ogni mezzo di trasporto nella capitale.
Intanto, in concomitanza con l'apertura dell'anno scolastico, docenti e personale Ata aderenti ai Cobas hanno messo in atto proteste inusuali, recandosi a scuola con vestiti tagliuzzati, adesivi anti-Gelmini, segnali di lutto per condannare "il catastrofico immiserimento dell'istruzione".
[Informazioni tratte da Siciliaweb.it, SiciliaInformazione.com]