Continuano le indagini per scoprire la causa dell'incendio sul ''Vincenzo Florio''

Nuovo sopralluogo oggi sulla nave traghetto 'Vincenzo Florio' andata a fuoco nella notte tra giovedì e venerdì a quaranta miglia da Palermo (LEGGI). Oggi saliranno a bordo della nave 'Tirrenia', ormeggiata alla diga foranea del porto di Palermo, alcuni tecnici di una società olandese specializzata. I periti dovrebbero raggiungere, per la prima volta, la stiva del traghetto, fino ad ora inavvicinabile a causa della temperatura che ha raggiunto i 300 gradi. Fino all'alba di oggi c'erano ancora dei piccoli focolai, mentre i locali sono tutti invasi dal fumo.

Sabato scorso i Vigili del fuoco e l'ammiraglio Ferdinando Lavaggi della Capitaneria di porto di Palermo, insieme con due tecnici della compagnia Tirrenia, avevano effettuato un primo sopralluogo sul traghetto. "Abbiamo fatto un breve blitz per constatare la situazione sul traghetto", ha spiegato Lavaggi, scendendo dalla nave.
La Florio potrebbe essere affondata a oltre trecento metri di profondità. Un'altra ipotesi potrebbe essere quella di incagliare il traghetto su un fondo basso una decina di metri per permettere eventuali perizie.
Dal giorno dell'incendio la nave, che trasportava oltre cinquecento passeggeri, trenta dei quali finiti in ospedale per intossicazione da fumo, è posta sotto sequestro dalla Procura che ha aperto un'inchiesta per incendio colposo contro ignoti. L'indagine è coordinata dai pm Fernando Asaro e Carlo Lenzi.

Oltre duecento le persone che hanno dormito in un albergo cittadino in attesa di riavere i propri bagagli e le auto al seguito. In apprensione i parenti di Giuseppe Pesce. La sua salma era sulla nave e non si sa ancora se sarà possibile portarla sulla terraferma.
La Capitaneria di porto di Palermo, su invito del Ministero dei Trasporti, ha aperto un'inchiesta amministrativa per accertare i motivi che hanno sprigionato le fiamme sulla nave. [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]