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Contraffazioni e traffico di rifiuti: il nuovo network delle mafie

I nuovi business delle criminalità organizzate di tutto il mondo

19 febbraio 2013

Triadi cinesi e Yakuza giapponese, mafia russa, 'ndrangheta e camorra italiane che gestiscono traffici illeciti transazionali intrecciati e sovrapposti, affiancando ai settori più 'tradizionali', come il narcotraffico, interessi nuovi che vanno dal traffico di rifiuti alla frode agroalimentare. Nuovi scenari per organizzazioni in grado di interpretare, prevedere e adeguarsi velocemente al mercato e che si lanciano ovunque ci sia ricchezza.
"La criminalità organizzata si sviluppa laddove si aprono i mercati e non si limita più ai settori tradizionali", spiega Giusto Sciacchitano, Procuratore nazionale antimafia f.f.. Concetto accettato in Italia, dove le competenze investigative, quando si parla di mafie, sono consolidate e altamente specializzate, più difficile far passare l'idea all'estero dove si tende a sottovalutare l'azione di network criminali dietro ai nuovi settori dell'illegalità.

Intanto, "le mafie fanno rete tra loro, la Camorra fa affari con le organizzazioni africane mentre in Italia sono attive le mafie straniere", aggiunge Sciacchitano. "Di fronte a questo scenario, anche noi dobbiamo fare rete. La possibilità di agire in questo modo ci è stata data da pochi anni grazie ad alcuni strumenti come il Testo unico sull'ambiente e la legge 136 del 2010", dice ancora il procuratore, ricordando però che "a dicembre 2012 le Nazioni Unite hanno bloccato la Convenzione di Palermo con il veto di Gran Bretagna, Canada e Giappone al quale si è associato il 'gruppo dei 77', ovvero i Paesi in via di sviluppo, lasciandoci di fatto con le armi spuntate contro la criminalità organizzata e a fronte di uno scenario sempre più oscuro e problematico".

Uno scenario condiviso anche da Vittoria Luda di Cortemiglia dell'Unicri, l'istituto di ricerca delle Nazioni Unite su crimine e giustizia, che ammette "una forte difficoltà nel sottolineare, fuori dall'Italia, come questi reati emergenti siano sempre di più gestiti dai network della criminalità organizzata. L'Unicri tenta, non senza difficoltà, di portare le prove a dimostrazione che sia proprio la criminalità organizzata a gestire, ad sempio, il settore delle contraffazioni"."Per trovare queste prove - aggiunge - ci siamo rivolti all'Italia, dove l'esperienza investigativa nel settore è molto sviluppata e abbiamo anche mappato i traffici illeciti gestiti dalla criminalità transfrontaliera allo scopo di chiedere all'Unione Europea e alle Nazioni Unite un intervento serio e di alzare il livello di attenzione su tali reati".
Intanto, la criminalità organizzata non conosce crisi e "si muove attraverso diverse reti e velocemente, conosce bene il mercato e cresce ovunque ci sia una falla nelle regole o nel coordinamento delle forze preposte ai controlli", aggiunge Giuseppe Peleggi, direttore dell'Agenzia delle Dogane.

Contro le ecomafie un'Agenda per il prossimo Governo - Ricostituire, anche nella prossima legislatura, la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attività illecite a esso connesse e prevedere, come per tutti gli altri delitti di competenza delle Procure distrettuali antimafia, l'utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, prolungando fino a un anno i termini per le indagini preliminari.
Queste alcune delle proposte, in tema di lotta al traffico internazionale di rifiuti, contenute nell'Agenda contro le ecomafie 'Ambiente e Legalità' che Legambiente e il consorzio Polieco hanno redatto per il prossimo Parlamento, chiedendo ai candidati alle elezioni politiche di sottoscriverne le proposte e presentarle entro i primi 100 giorni del nuovo governo.

Il traffico internazionale di rifiuti è un business illegale, dannoso per l'ambiente, per la salute umana, per l'economia. Dal 2001 al 2011, grazie a quanto previsto dall'articolo 260 del dlgs 152/06, ci sono state 31 inchieste su traffici internazionali di rifiuti in partenza dall'Italia che hanno interessato 22 Paesi stranieri (10 europei, 5 asiatici, 7 africani), portato all'arresto di 156 persone e alla denuncia di 509, coinvolgendo 124 imprese. Numeri che rappresentano la punta dell'iceberg e mostrano quanto redditizio sia questo ramo delle ecomafie. 
Per potenziare l'azione di controllo e repressione dei traffici illeciti internazionali, l'Agenda 'Ambiente e Legalità' propone alcuni strumenti ed azioni, tra cui la necessità di rendere pienamente operativa la nuova classificazione del delitto di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti e di migliorare la collaborazione tra Stati, soprattutto in materia di controlli e prevenzione, rafforzando il ruolo degli organismi europei e internazionali: Europol, Eurojust, Interpol, Unicri.

E a proposito di mercati illegali, l'Agenda affronta anche i temi della lotta alle agromafie e della contraffazione. Sul primo versante, si chiede la costituzione di un'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, uno sportello per il consumatore per raccogliere segnalazioni e denunce dei cittadini, sanzioni più incisive per i criminali del cibo e una norma che preveda una più ampia estensione dell'obbligatorietà di indicazione dell'origine dei prodotti e delle materie prime in etichetta.
L'agricoltura italiana, rilevano Legambiente e Polieco, è condizionata dalla presenza della criminalità organizzata che, in diversi territori, controlla l'intera filiera, dal raccolto allo smistamento nei grandi mercati ortofrutticoli. Il rapporto Coldiretti Eurispes pubblicato nel 2011 ha stimato il giro d'affari intorno ai 12,5 miliardi di euro l'anno mentre l'attività di repressione operata dalle forze dell'ordine nel 2011 ha portato al sequestro di prodotti per oltre un miliardo di euro. Anche su questo fronte è necessario migliorare l'azione di contrasto ai clan, potenziando le attività investigative da un lato, privilegiando la filiera corta e l'agricoltura legale dall'altro. Infine, per contrastare il mercato della contraffazione si chiede di ricostituire, nella prossima legislatura, la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, istituita a luglio 2010 con il compito di approfondire la conoscenza e migliorare l'efficacia delle azioni di repressione.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign]

 

 

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19 febbraio 2013
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