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Contrari al ''reato di immigrazione clandestina''

Il Vaticano e l'Onu ribadiscono la propria contrarietà alla nuova normativa italiana sull'immigrazione

03 giugno 2008

Negli ultimi gioni sono stati quattro i cadaveri di extracomunitari recuperati a Lempedusa. Domenica scorsa la Capitaneria di porto ha recuperato, a 300 metri da Punta Sottile, il cadavere di un extracomunitario, probabilmente vittima di una delle traversate del Canale di Sicilia. Ieri, il corpo senza vita di una donna è stato trovato all'alba nella piccola Cala Spugna. Il cadavere, probabilmente trascinato dalla corrente e in avanzato stato di decomposizione, è stato segnalato ai carabinieri da un passante.
Nei giorni scorsi, tra giovedì e venerdì, altri due cadaveri di extracomunitari sono stati avvistati e recuperati al largo delle isole Pelagie.

Dall'Onu e dal Vaticano una critica forte al ''reato di immigrazione clandestina"
Doppio attacco alla nuova normativa sull'immigrazione varata dal governo italiano. Dal Vaticano e dalle Nazioni Unite, per bocca dell'Alto commissariato per i diritti umani.
"Le politiche repressive così come gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti contro l'immigrazione irregolare e le minoranze indesiderate rappresentano, in Europa, una seria preoccupazione".
Non ha usato giri di parole l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, che ha puntato il dito proprio contro l'Italia, stigmatizzando la "recente decisione del governo di rendere reato l'immigrazione illegale" ed i recenti attacchi contro i Rom. La Arbour, intervenuta al Consiglio dell'Onu sui diritti umani riunito in sessione a Ginevra, ha affermato che "esempi di queste politiche ed atteggiamenti sono rappresentati dalla recente decisione del governo italiano di rendere reato l'immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro i campi rom a Napoli e Milano".

La delegazione italiana ha immediatamente preso la parola per esprimere "stupore" per il riferimento alla situazione in Italia, "un Paese da sempre in prima linea nella battaglia contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza", ha affermato l'ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri. La delegazione italiana ha inoltre precisato che l'Italia non ha ancora introdotto il reato di immigrazione clandestina e che il relativo progetto di legge deve essere ancora esaminato dal Parlamento. L'obiettivo della norma, ha affermato la delegazione, sarebbe in ogni caso quello di contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e non avrebbe alcun legame con atteggiamenti xenofobi.
Poco dopo è arrivata la precisazione di un portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani: "L'Italia non è il solo Paese europeo dove leggi e regole estremamente severe sono state prese in considerazione o adottate. Né l'Italia è il solo Paese europeo dove si sono verificati attacchi contro gli stranieri", ma per entrambe le questioni in Italia gli eventi erano "molto recenti", ha precisato il portavoce. "Gli attacchi contro i campi rom erano particolarmente scioccanti", ha aggiunto.

"Esprimere valutazioni premature su proposte che ancora il Parlamento italiano non ha discusso desta sorpresa, ma non condizionerà il dibattito politico nazionale, che sarà come sempre trasparente ed aperto al contributo di maggioranza ed opposizione". E' questo il testo di una nota della Farnesina in risposta all'intervento sull'Italia dell'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu.
"In ogni caso, - ha aggiunto il ministro degli Esteri Franco Frattini - si tratta di una questione che non ha nulla a che vedere con la xenofobia o con la discriminazione su base razziale, e che affronta invece il fenomeno dell'immigrazione illegale e degli strumenti legislativi per ridurlo, nell'ambito beninteso delle garanzie previste dall'ordinamento giudiziario e nel pieno rispetto delle direttive dell'Unione Europea".

Ieri inoltre, dopo le parole del cardinal Bagnasco, presidente della Cei, contro la permanenza prolungata nei cpt prevista dal pacchetto sicurezza del governo, il Vaticano è tornato a manifestare la propria contrarità nei confronti del "reato di immigrazione clandestina".
"I cittadini di Paesi terzi, come i cittadini comunitari, non dovrebbero essere privati della libertà personale o soggetti a pena detentiva a causa di un'infrazione amministrativa". Questa la posizione espressa dal segretario del Pontificio consiglio per i migranti, mons. Agostino Marchetto. "Se avessi - ha osservato mons. Marchetto ai microfoni della Radio Vaticana - la formula magica dell'armonizzazione, di quell' 'et' 'et', congiunzione cattolica per eccellenza, opposta all' 'o' 'o', la userei subito. In una recente intervista auspicavo in Italia, e non solo naturalmente, un equilibrio tra sicurezza e accoglienza. Possiamo ora dilatare questo auspicio introducendo solidarietà, senso umano e giustizia". "I governi - ha spiegato l'arcivescovo a Nairobi per il congresso panafricano dei delegati delle Commissioni episcopali per le migrazioni - hanno la loro competenza in tutto ciò, con dialogo multilaterale, perché nessuno oggi può risolvere questioni così complesse unilateralmente. Da parte nostra, della Chiesa, vi è il compito di analizzare la situazione 'hic et nunc', qui - ovunque - e adesso, e con giudizio storico, alla luce dei valori umani e divini che in Cristo essa offre da duemila anni, pur nelle incoerenze e nei peccati dei suoi figli, e additare con forza e umiltà dove manca l'equilibrio, nella tensione soggiacente agli anzidetti valori. Stiamo calando nell'accoglienza? E' lì che la Chiesa deve insistere".

[Informazioni tratte da Corriere.it e Adnkronos.com]

- Il pacchetto sicurezza

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03 giugno 2008
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