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Contro ascari e pupi...

Aspettando cosa cambierà (se qualcosa cambierà) in Sicilia dopo il discorso di Raffaele Lombardo

14 aprile 2010

Un discorso durato un'ora e sette minuti. In mano una ventina di pagine: fotocopie di foglietti scritti a mano e ingranditi per poterli leggere meglio. Nessun discorso dattiloscritto.
Ecco come si è presentato all'Assemblea regionale siciliana il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che ieri pomeriggio davanti ai deputati regionali ha riferito dell'inchiesta della Procura di Catania su mafia e politica che lo coinvolge.
"Sono qui per rispondere ai tanti interrogativi che sono sorti nel cuore e nella mente dei siciliani, oltre che ai parlamentari a seguito delle notizie che mi riguardano di una vicenda giudiziaria dai contorni ancora nebulosi, a partire dal 29 marzo". Il governatore ha inziato con queste parole il suo intervento. Facendo riferimento all'inchiesta che lo vede coinvolto ha parlato di "calunnie, oltraggi, infamanti accuse" che "mi sono state rivolte da una sorta di magistratura parallela, è questo il ruolo di certa stampa". Per il governatore dovrà essere "la magistratura, quella vera, a svelarcelo". "Può apparire incredibile che per una vicenda giudiziaria che investe il Presidente e mette a repentaglio la sopravvivenza del Governo che presiedo e dell'Ars - ha aggiunto - chi vi parla non ha a tutt'oggi ricevuto neppure un avviso di garanzia. Sembra incredibile ma è vero", ha detto Lombardo con tono indignato.

"Il 9 dicembre in quest'Aula - ha ricordato poi Lombardo - ho detto che subivo uno stillicidio di aggressioni da parte di un tavolo trasversale ai partiti, impegnato alacramente ad abbattere l'avversario con mezzi politici e con mezzi mediatici-giudiziari o anche fisicamente se non fossero bastati i primi due mezzi".
Poi ai giornalisti che gli chiedevano spiegazioni sulle sue dichiarazioni ha detto: "Non parlo delle minacce, non vado in giro a strombazzare, basta chiedere alle questure". E alla domanda se avesse paura di essere ucciso ha risposto: "Prima viene l'onore della Sicilia e della mia famiglia, poi la mia libertà personale e in terza istanza la vita".
In aula Lombardo, replicando ad alcune delle accuse che gli sono state addebitate dalla Procura di Catania, ha precisato: "Nessuno, tra amici o parenti, mi ha proposto di intervenire per appalti a favore di chicchesia, mafiosi o limpidissimi imprenditori". "Il 29 marzo scorso, quando ho appreso dell'indagine, ho appreso che io avrei eretto uno scudo invalicabile attorno a me, mentre io parlo con chiunque - ha proseguito Lombardo - Chiunque mi contatta, se non ci riesce al telefono, lo fa attraverso sms e poi viene richiamato. Tutto questo è registrato dai tabulati dei miei cellulari".

Lombardo ha detto di sentirsi vittima di "un'aggressione mediatica congegnata da menti raffinate". "E' stato detto che sono un uomo in difficoltà, è vero sono un uomo in enorme difficoltà, così come è in grande difficoltà la Sicilia e i siciliani - ha aggiunto -. Non mi sento, per quello che è il mio sentimento, di condividere una condizione di tranquillità e il mio status di Presidente della Regione me lo permetterebbe. Ma non sono in difficoltà dal 29 marzo (da quando ha saputo dell'inchiesta ndr) - ha precisato -, non ho motivo di essere in difficoltà. Anzi, dal 29 marzo io mi sento più libero e forte e determinato a continuare ad andare avanti".
"Questo governo ha assestato colpi micidiali a Cosa nostra - ha sottolineato ancora - e dovrà continuare a farlo con sempre maggiore operatività", ha assicurato. Lombardo ha rivendicato l'azione di rigore del suo governo nel settore della sanità e dei rifiuti, che ha portato a sensibili risparmi, e ha parlato "di un clima diverso fatto di valori diversi, non di favori e raccomandazioni". E ha aggiunto: "Chiedo al ministro della Giustizia, Angelino Alfano e ai deputati che non si abolisca lo strumento delle intercettazioni, mai privare di questo strumento importante chi lotta la mafia".
Il presidente ha poi rivelato di aver consegnato nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica di Palermo una relazione "contenente i nomi e i cognomi scritti sulle carte, ma anche i nomi dei prestanome, con le contrade e le discariche per i rifiuti pericolosi". Per Lombardo, infatti, "l'infiltrazione della mafia è soprattutto nel sistema rifiuti, in una società in particolare".

Nel corso del suo intervento, il presidente Lombardo, ha parlato del progetto di un termovalorizzatore a Paternò, in Provincia di Catania, "dove doveva nascere la società Altecoen che faceva capo al capomafia della Sicilia orientale", Nitto Santapaola. "Basterà - ha aggiunto Lombardo - accertare proprietà, passaggi proprietari e valori di vendita, con nomi e cognomi che sono scritti sulle carte, dove ci sono anche le contrade e le discariche più o meno abusive. Lì si costruivano mattoni confezionati da argille contaminate. È tutto nella relazione che abbiamo consegnato alla Procura".
"A Paternò avrei favorito illeciti, in contatto con tale Carmelo Frisenna, detenuto da oltre un anno per reati di mafia. Secondo costui, il capo dei progettisti di un'opera pubblica sarebbe stato mio genero, come risulta da un'intercettazione. Io non ho generi, ho figli maschi e non ho all'orizzonte neppure nuore", ha ribadito il presidente della Regione siciliana. "Dalle conversazione di Frisenna - ha spiegato Lombardo - emerge un mio frenetico lavorio alla vigilia delle regionali del 2008. Da una delle intercettazioni c'è conferma del rapporto di appartenenza totale di Frisenna al deputato nazionale Torrisi e al senatore Firrarello - entrambi componenti della commissione antimafia - che viene definito il suo padrino". Lombardo ha sottolinato che la "telefonata è stata riportata da un settimanale locale. Nella conversazione egli esalta il suo leader: 'Lombardo mi sta bene, tanto muore di morte naturale, lo fanno 'attaccare' (arrestare ndr), te lo dice il sottoscritto, per una sciocchezza, per le assunzioni alla multiservizi. Sono preparati, agguerriti, la sinistra". "Insultato e aggredito - ha continuato il governatore - avrei favorito un illecito e ne avrei avuto vantaggi elettoralmente con questo tizio. Ma questo accadeva a Paternò, comune su cui grava una richiesta di scioglimento del Consiglio comunale. Su quel territorio doveva sorgere uno dei quattro termovalorizzatori siciliani".

''Gli ascari e i pupi, che fanno lo stesso mestiere dei capimafia, controllano che i potenti saccheggino la Sicilia
- ha continuato -. Ma noi non ci faremo intimidire dai mille sicari che questi ascari e pupi assolderanno". "Infangando me - ha osservato - hanno infangato l'onore della mia terra".
Il presidente della Regione Siciliana ha infine aggiunto: "Per gli ascari del malaffare e per i mafiosi un governo autonomista è una minaccia mortale e lo combattono con tutti i mezzi, per loro è una questione di sopravvivenza. Ma quella che stiamo mettendo in atto - ha concluso - è una vera rivoluzione che fa paura a molti. Stiamo sovvertendo secoli di saccheggi". Le sue parole sono state accolte da un lungo applauso.

Le reazioni al discorso di Raffaele Lombardo
"Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha convinto perché, quest'uomo gelido, ha parlato con il cuore". Così l'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, ha commentato l'intervento all'Ars del governatore. "Lombardo - ha aggiunto - ha parlato con il linguaggio della verità e quando c'é di mezzo la verità non ci sono spazi di intermediazione".
"Il sospetto non si sostituisca alla dialettica. La politica, e Lombardo in testa, vada avanti con senso di responsabilità in un quadro congiunturale già difficile per la nostra società e la nostra economia”. Queste le parole del capogruppo del Movimento per le Autonomie all’Ars Francesco Musotto al termine delle comunicazioni  di Lombardo. "Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, al quale va la piena ed incondizionata fiducia nostra e di tutto il Gruppo parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana, non è solo, con lui c’è la maggioranza del parlamento, vada avanti sul cammino delle riforme strutturali e di sistema, cammino per il quale è necessario il sostegno di tutto l’arco parlamentare”. "La Magistratura faccia chiarezza nei tempi più rapidi possibili - ha continuato Musotto -, nell’interesse di tutti, perché si ponga fine ad una logica dei veleni che rischia di inasprire i toni ed esasperare il dibattito, facendo perdere di vista quelle che sono le reali emergenze, per risolvere le quali occorre un impegno corale, già a partire dall’approvazione della Finanziaria".

Ieri a Sala d'Ercole, il capogruppo del Pd all'Ars Antonello Cracolici, ha ribadito il suo appoggio al presidente della Regione Raffaele Lombardo lungo la strada delle riforme, almeno finché non sarà rinviato a giudizio. "Dobbiamo essere chiari - ha detto Cracolici - se dovesse arrivare un rinvio a giudizio per Lombardo, dovremmo separare il suo legittimo diritto a difendersi dall'interesse complessivo della Sicilia. In quel caso bisognerebbe separare le due strade, non potremmo rivivere lo stesso film vissuto con Cuffaro, non potremmo accettare di trascinare per la seconda volta la Sicilia in una vicenda giudiziaria". "Ho sentito il discorso di un politico che difende con orgoglio il suo operato e la sua onorabilità - ha aggiunto Cracolici -. Dobbiamo verificare se ci sono le condizioni perché si possano realmente realizzare le riforme auspicate. Ci batteremo perché la Sicilia cambi".
"Quelle di Lombardo sono un tono e parole di un uomo confuso". Questa invece il commento di Claudio Fava, coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. "All'accusa di amicizia con la mafia - ha aggiunto il leader di Sel - non si risponde evocando complotti, ma portando fatti. Mi auguro vivamente, e lo auguro ai siciliani, - ha concluso Fava - che non siano i voti del Pd a tenere in vita questo governo regionale".
Sonia Alfano, europarlamentare di Italia dei Valori e Presidente dell'associazione nazionale familiari vittime della mafia, ha detto: "Lombardo riferisce in aula all'Ars che il suo Governo ha assestato colpi micidiali alla mafia, ma a me questo non risulta [...] Prima di candidarmi alle elezioni regionali ho partecipato alla raccolta delle firme per far approvare la legge 'chiediamo i danni a Cosa Nostra', con cui la Regione sarebbe stata costretta a costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia. Purtroppo la legge è stata stralciata con la finanziaria del 2009, e Lombardo non ha detto né fatto nulla per evitarlo. Forse costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia avrebbe potuto essere un contributo notevole per il popolo siciliano ma non mi pare che il Presidente sia mai stato dello stesso avviso".
"All'Ars si è consumato un grande bluff mediatico che non ha aggiunto nulla rispetto a quanto era già noto a tutti. Dalle parole del presidente Lombardo, semmai, emerge una guerra all'interno del centrodestra, i cui fronti sono accumunati dallo stesso legame con quel sistema di potere riconducibile al 'modello Cuffaro'. In questo contesto, mi rafforzo nella convinzione che questo governo sia inadeguato per la Sicilia". Lo ha detto Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo in merito alle dichiarazioni rese da Raffaele Lombardo. "Sui termovalorizzatori - ha aggiunto - ritengo che la decisione di frenare sulla realizzazione di questi impianti sia stato un atto dovuto da parte della giunta, ma ricordiamoci che é stato il centrosinistra in questi anni a denunciare i rischi e le anomalie connessi al piano rifiuti voluto da quel centrodestra di cui Lombardo era parte integrante".

"La commissione antimafia nazionale acquisisca immediatamente la relazione all'Ars del presidente Raffaele Lombardo e la relazione del Prefetto di Catania relativo al comune di Paternò". Questa la richiesta del vicepresidente della commissione Fabio Granata. "Il quadro che emerge è gravissimo e vanno accertate tutte le resonsabilità e le dinamiche rappresentate - aggiunge - Domani formalizzerò la richiesta al presidente della commissione Giuseppe Pisanu".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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14 aprile 2010
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