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Contro i Centri di Permanenza Temporanea. 14 le Regioni italiane che chiedono la chiusura dei Cpt

''Non si può umanizzare ciò che di per sé non è umano''

12 luglio 2005

I toni duri sono stati usati nei confronti dei Cpt. Prigioni, quando è andata bene, ma anche lager, macelli.
Toni più pacati invece nei confronti del Governo. Qui si è mirato di più alle cose concrete che alle ragioni - che pure ci sono - della polemica. Anzi, da parte dei 14 tra presidenti e assessori di regioni italiane di centrosinistra, riuniti a Bari nel forum sui Cpt, al Governo di centrodestra è arrivata, più che un invito, quasi una mano tesa: ''Ci assumiamo la responsabilità - hanno sottoscritto nel documento finale dei lavori - di riaprire una discussione che riguardi l'efficacia e l'equità delle politiche dei flussi migratori sin qui perseguite. Lo facciamo senza spirito di contrapposizione politica e senza prefigurare lacerazioni in quello che auspichiamo possa essere un fecondo colloquio interistituzionale''.

Il documento è stato sottoscritto, a conclusione del Forum sul tema ''Mare aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i Cpt'', promosso dalla Regione Puglia, da quattro presidenti di Regione (Nichi Vendola per la Puglia, Ottaviano Del Turco per l'Abruzzo, Vito De Filippo per la Basilicata, Agazio Loiero per la Calabria) e da assessori regionali di altre dieci: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria.
Il documento pone due questioni fondamentali: superamento della legge Bossi-Fini (ma critiche anche pesanti sono state indirizzate pure alla legge Napolitano-Del Turco) e chiusura dei Cpt. Chiusura, non superamento o modifica - ha detto a chiare lettere il presidente della Puglia, Nichi Vendola - perché: ''non si può umanizzare ciò che di per sé non è umano''.
A sostegno di queste richieste, considerazioni umane e giuridiche. Ma soprattutto la consapevolezza che - lo ha detto Vendola, ma lo hanno ripetuto anche altri amministratori regionali - ''quella del clandestino è una condizione non un reato. E quello che si deve perseguire è la clandestinità, non la persona''.

Questa la linea indicata da Vendola in apertura: ''Chiediamo al Governo di chiudere i Cpt e aprire un dialogo istituzionale su una nuova politica per l'immigrazione. Vorremmo non vedere più quote di ingresso per gli emigranti che ogni anno devono essere allargate perché altrimenti andrebbero in tilt le nostre campagne, i nostri ospedali. Ma soprattutto vogliamo porre al centro della vicenda l'inviolabilità dei diritti umani, del diritto alla vita, concetti tanto semplici quanto difficili da attuare''.
Diritti difficili da perseguire, è stato detto, nei 15 Cpt italiani, capaci in tutto di 1.822 posti. E poco vale fare distinguo tra un centro e l'altro. ''Forti disparità vi sono nella gestione e nella fornitura di servizi tra un Cpt e l'altro'', ha detto dal palco Andrea Accordi, di Medici senza Frontiere, organizzazione che i centri li ha visitati. Ve ne sono di ''assolutamente indecorosi'', come quello di Trapani e di ''più decenti'', come quello di Modena. Ma sono in ogni caso ''isole senza contatti con il territorio'', tanto che - ha detto - a Trapani e a Lamezia Terme ''abbiamo trovato immigrati che assumevano psicofarmaci, ma che non erano sottoposti ad alcuna terapia di disassuefazione''.
''E poi - ha aggiunto Ibrahim Elsheikh, del Sudan - nei centri sono sospesi i diritti umani. Non sono rispettate le procedure per chi richiede asilo, non ci sono interpreti. In questo modo é difficile anche far emergere le questioni. I tempi di permanenza si allungano oltre ogni ragione...''.

Una bocciatura senza appello dunque, quella che è partita dalle associazioni e dagli amministratori regionali che qui oggi - hanno detto - rappresentavano 40 milioni di cittadini italiani. Sono intervenuti tutti: chi i Cpt li ha ne chiede la chiusura, chi non li ha non intende autorizzarne l'apertura. Ora la palla passa al Governo e al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, chiamato in causa più volte.
Il governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, gli riconosce di essere ''una persona seria, aperta al dialogo'' e che ''conosce benissimo le cose essenziali e quelle che essenziali non sono. Una cosa essenziale è avere un bel rapporto con i presidenti di molte Regioni italiane che chiedono di avere un dialogo e un confronto con lui. Questo è più essenziale delle sue convinzioni''.
Ottimista quanto basta anche Vendola: ''Credo che non si possa immaginare - ha detto ai giornalisti - che una replica ad una iniziativa civile come questa di stamattina possa essere segnata dall'intolleranza''. ''Con senso di responsabilità - ha sottolineato - abbiamo chiesto di aprire questo tavolo, per ridiscutere le politiche sull'immigrazione''.

Si tratta ora di vedere se questo ottimismo è ben fondato. Certo, i primi segnali che vengono dal Governo non sono incoraggianti per le Regioni accorse a Bari, se il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ancora oggi ha rilevato che ''la sinistra non adotta provvedimenti (per la parte di competenza delle regioni) di integrazione degli immigrati regolari e invece vuole aprire la porta ai clandestini''.

Fonte: ANSA

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12 luglio 2005
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