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Contro i falsi idoli e le leggi che insidiano la famiglia

Il messaggio di Benedetto XVI davanti ai fedeli d'Oltralpe

15 settembre 2008

Rifiutare i moderni idoli del denaro, del potere, dell'avere e persino del sapere per tornare al rapporto con Dio e alla ricerca della vera felicità.
E' il messaggio più forte rivolto dal Papa ai giovani e ai fedeli, più di 200mila, che lo hanno ascoltato sabato a Parigi all'Esplanade des Invalides, mentre altri 20mila erano stati dirottati a Place Vauban dove è stato predisposto un maxischermo.

Il Papa, nella messa conclusiva della tappa parigina del suo viaggio in Francia, ha ricordato che l'invito pronunciato da San Paolo a non seguire gli idoli "rimane valido anche oggi". "Il mondo contemporaneo - ha affermato il Papa - non si è forse creato i propri idoli? Non ha forse imitato, magari a sua insaputa, i pagani dell'antichità, distogliendo l'uomo dal suo vero fine, dalla felicità di vivere eternamente con Dio?". "E' questa una domanda che ogni uomo, onesto con se stesso, non può non porsi - ha proseguito - Che cosa è importante nella mia vita? Che cosa metto io al primo posto? La parola idolo deriva dal greco e significa immagine, figura, rappresentazione, ma anche spettro, fantasma, vana apparenza. L'idolo è un inganno, perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell'apparenza". "Ora - ha detto ancora il Pontefice - non è questa una tentazione propria della nostra epoca, che è la sola sulla quale noi possiamo agire efficacemente? Tentazione d'idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze; tentazione d'idolatrare un futuro che non esiste ancora, credendo che l'uomo, con le sole sue forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra!". Quindi il Papa ha osservato: "Il denaro, la sete dell'avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l'uomo dal suo fine vero?". Quel fine è il rapporto con Dio.

Il Papa è poi partito per Lourdes, dove ieri dal santuario ha celebrato la messa per 150esimo anniversario dell'apparizione mariana. Da qui Benedetto XVI ha definitivamente chiuso la porta a quanti si aspettavano possibili aperture sul tema della comunione ai divorziati risposati. Ha infatti detto chiaramente che i vescovi non possono benedire quelle che ha definito "le unioni illegittime".
Il Pontefice è tornato sull'argomento di fronte ai vescovi francesi riuniti a Lourdes. "Una questione particolarmente dolorosa - ha spiegato - è quella dei divorziati risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà di Cristo, conserva con fedeltà il principio dell'indissolubilità del matrimonio, pur circondando del più grande affetto gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo". Quindi ha aggiunto: "Non si possono dunque ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime".

Dunque, Benedetto XVI è tornato a sollevare il problema delle leggi che insidiano la famiglia e relativizzano il suo valore di cellula fondante della società. Pur non nominandolo in modo esplicito, il riferimento alle leggi sul divorzio in vigore in un numero sempre maggiore di nazioni è apparso evidente. Il Papa ha toccato la questione indicandola fra le priorità che sono di fronte ai vescovi e alla loro attività pastorale. "Vi è un problema - ha detto - che appare dappertutto di una particolare urgenza: è la situazione della famiglia. Sappiamo che la coppia e la famiglia affrontano oggi delle vere burrasche". "I fattori che hanno generato questa crisi - ha aggiunto - sono ben conosciuti, e non mi soffermerò perciò ad elencarli. Da vari decenni le leggi hanno relativizzato in molti Paesi la sua natura di cellula primordiale della società. Spesso le leggi cercano più di adattarsi ai costumi e alle rivendicazioni di particolari individui o gruppi, che non di promuovere il bene comune della società". E ancora ha affermato: "L'unione stabile di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di un benessere terreno, grazie alla nascita di bambini donati da Dio, non è più, nella mente di certuni, il modello a cui l'impegno coniugale mira". [Adnkronos/Ign]

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15 settembre 2008
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