Contro il caro-alimenti arriva il cibo fai-da-te
Le famiglie italiane tagliano sugli alimentari e ritornano a farsi il pane in casa e l'orto nel giardino
I consumi delle famiglie italiane sono in discesa, ed è la prima volta che accade dal 2002. Le scorse settimane Confcommercio aveva lanciato l'allarme, dopo pochi giorni è arrivata la conferma dell'Istat. Nonostante la spesa media mensile di ciascun nucleo sia aumentata passando dai 2.461 euro del 2006 ai 2.480 del 2007 (più 0,8%, pari alla non astronomica 19 euro) la crescita dei prezzi ha di fatto reso più debole il potere di acquisto delle famiglie. Ecco perché nel 2007 c'è stato, per la prima volta negli ultimi sei anni, un calo in termini reali dei consumi.
Da nord a sud gli italiani si sono attrezzati, sfruttando l'innato talento nell'arte di arrangiarsi, per contenere il volume di beni totali acquistati. In alternativa, o sfruttando abilmente il mix tra le due strategie, hanno scelto prodotti più economici o di qualità inferiore. E' quanto emerso dalla statistica sui consumi delle famiglie diffusa la scorsa settimana dall'Istituto nazionale di statistica. "Registriamo un decremento reale della spesa - ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat per le statistiche su condizioni economiche e qualità della vita -. Negli scorsi anni i consumi erano fermi, ora stanno calando. L'ultima riduzione risaliva al 2002".
Nel 2007, in particolare, la spesa per alimentari e bevande (che copre il 18,8% del totale dei consumi) è rimasta stabile: 466 euro contro i 467 del 2006. Ma, rivela l'Istat, "sono sempre più numerose, oltre il 30%, con picchi del 50% al sud, le famiglie che dichiarano di aver limitato l'acquisto di prodotti o di aver scelto quelli di qualità inferiore". Una strategia che il 33,2% dei nuclei applica all'acquisto del pane, il 38,5% a quello della pasta. Per carne, pesce e frutta sono rispettivamente il 45,3%, il 47,4% e il 43,2% le famiglie che o comprano meno o scelgono prodotti meno pregiati.
Le strategie per il risparmio, ha rilevato ancora l'istituto, sono messe in pratica lungo tutto lo Stivale. Al nord questa ricetta per contenere le uscite è applicata dal 30% dei nuclei per il pane e dal 39% per carne e pesce. Al centro sono rispettivamente il 36% e il 47 per cento. Al sud, invece, si supera il 50 per cento. Ed è in aumento anche la quota di famiglie che comprano generi alimentari negli hard discount, passate dall'8,6 al 9,7 per cento.
Sono cresciute, invece, le spese non alimentari (dai 1.994 euro del 2006 ai 2.014 del 2007). Ma non per libera scelta: si tratta piuttosto di voci incomprimibili come la sanità (per l'aumento dei ticket) e i costi della casa. In calo pronunciato l'acquisto di abbigliamento e calzature, con un 60% delle famiglie che dichiarano di aver contenuto la spesa o essersi rassegnate alla scelta di prodotti più scadenti. In calo anche la quota di spesa per combustibili ed energia, arredamenti ed elettrodomestici e servizi per la casa.
Più contenute rispetto al 2006 anche le uscite economiche per comunicazioni, tempo libero e cultura. E' cresciuta invece la quota di spesa totale destinata ai tabacchi: le sigarette aumentano, aumenta anche lo stress e smettere diventa più difficile. "Per fortuna - hanno fatto notare dall'Istat - le condizioni climatiche favorevoli dell'inverno 2007 hanno salvato in parte i bilanci familiari, consentendo di risparmiare sui combustibili e l'energia per il riscaldamento".
Ma ritornando al problema del "costo alimentare", questo, secondo la Coldiretti, sta spingendo i consumatori, in special modo quelli siciliani, a preparare in casa filoni e mafalde. Negli ultimi mesi il prezzo del grano siciliano è passato da 50 centesimi a 28 centesimi al chilo. Una diminuzione che non ha riguardato né il pane né la pasta che, anzi, come rilevano i dati Istat di cui sopra, rincarano. "Per acquistare i due alimenti indispensabili - secondo quanto rileva la Coldiretti siciliana - una famiglia di quattro persone, con due bambini, spende in media 80 euro al mese, cifra che cresce fino circa a 120 euro nel caso in cui i figli sono adolescenti".
Secondo la Coldiretti la ricerca del risparmio sta spingendo sempre più consumatori a produrre in casa il pane come dimostra l'incremento degli acquisti degli elettrodomestici che impastano e cuociono i filoni garantendo una netta economia in quanto gli ingredienti sono pochi e semplici: farina, lievito, acqua e sale. Con un chilo di farina di grano duro che al supermercato costa 1,50 si ricava circa 1,3 chili di prodotto. L'ingrediente primario costa meno se si acquista direttamente al mulino: un euro per arrivare anche a 90 centesimi o 80 nel caso in cui le quantità aumentano. "Anche in internet - aggiunge la Coldiretti - si moltiplicano le opinioni di consumatori che si scambiano ricette, trucchi e segreti per cuocere un buon sfilatino, un alimento che non può mancare nella tavola dei siciliani e che rappresenta una pietra miliare della tradizione isolana come confermano le tante ricette che hanno come base una pagnotta rafferma e che cambiano a seconda delle zone. Dal pane cotto con l'alloro o fritto con le uova, a quello duro ammorbidito nel latte o con lo zucchero, allo stesso sfincione palermitano, crosta e mollica non si sprecano mai".
L'aumento dei prezzi alimentari, sempre secondo la Coldiretti, non ha spinto soltato a farsi in casa propria il pane ma ad organizzarsi anche per produrre artigianalmente anche il... companatico. L'Organizzazione, infatti, ha registrato un boom degli orti fai da te. Alla tradizionale sistemazione del giardino o alla cura dei vasi di fiori in terrazza si sono aggiunte attività ben più creative con milioni di italiani che scelgono di impegnarsi nella cura dei frutti della terra. La passione per la cura del verde, in orti, terrazzi e giardini, coinvolge - sottolinea la Coldiretti - quasi quattro italiani su dieci senza distinzione tra maschi e femmine e non dispiace ai giovani considerato che è praticata da uno su quattro di quelli con età compresa tra i 25 e i 34 anni, anche se l'interesse aumenta con l'età e raggiunge quasi la metà degli over 65.
"Una opportunità disponibile non solo per chi dispone di spazi all'aria aperta ma - precisa la Coldiretti - anche di semplici terrazzi grazie all'offerta di piante di varietà adatte alla coltivazione in vaso". Le piantine più richieste - continua la Coldiretti - sono quelle di insalata perché sono semplici da coltivare e garantiscono il raccolto dopo appena 40 giorni con un costo di soli pochi centesimi di euro.
Se poi si decide di coltivare l'"invenzione" del geometra palermitano, l'albero della melanzana e del pomodoro (LEGGI), beh, con una sola pianta, e dopo aver sfornato il pane fatto con le proprie mani, la tavola è bella che imbandita.
[Informazioni tratte da Il Sole 24Ore.com, La Siciliaweb.it, ANSA]