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Contro il premier la prova evidente

La Procura di Milano ha chiesto il rito immediato per Berlusconi che annuncia: ''Farò causa allo Stato''

09 febbraio 2011

La Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio risulta indagato dal 21 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul 'caso Ruby'. A decidere sulla richiesta sarà il gip Cristina Di Censo.
"La Procura della Repubblica di Milano ha trasmesso all'ufficio Gip la richiesta di giudizio immediato (nei confronti di Silvio Berlusconi) ritenendo sussistere l'evidenza della prova", si legge nel comunicato emesso in tarda mattinata dal procuratore Capo di Milano Edmondo Bruti Liberati.
La richiesta riguarda entrambi i reati contestati, la concussione e la prostituzione minorile anche se quest'ultimo prevede la citazione diretta a giudizio. "A seguito di attenta ricognizione dei problemi di diritto e di scrupolosa analisi dei precedenti - scrive ancora Bruti Liberati - questo ufficio ha ritenuto di non doversi discostare dalla linea costantemente seguita a Milano come in altri uffici giudiziari in tema di richiesta di giudizio immediato anche per reati connessi, essendo pienamente assicurate le garanzie di difesa".
I reati contestati al premier "non sono ministeriali quindi di competenza del Tribunale dei ministri", spiega Bruti Liberati. La concussione contestata a Berlusconi nella notte tra il 27 e 28 maggio del 2010, quando intervenne in questura a Milano per far rilasciare Ruby, "è un reato commesso con abuso della qualità di primo ministro e non nell'esercizio delle funzioni ministeriali. Il presidente del Consiglio - spiega ancora - non ha un potere specifico diretto a una forza di polizia e poi il suo intervento, per le modalità con cui è stato effettuato, comporta appunto l'abuso di qualità. E' questa - chiude il discorso il magistrato - secondo giurisprudenza costante è una valutazione che spetta in prima analisi al Pubblico Ministero".

La richiesta di rito immediato per Berlusconi avanzata dai magistrati milanesi al gip è formata da 782 pagine comprese le 616 pagine di cui erano formati gli inviti a comparire notificati al premier e a Nicole Minetti. Lo ha precisato Bruti Liberati il quale ha poi spiegato che, da oggi, il gip ha cinque giorni di tempo per decidere. "Ma questo termine - ha sottolineato - è solo ordinatorio, il che vuol dire che il giudice può metterci più tempo prima di arrivare a una decisione".
Al gip, tra gli atti inviati, è stata trasmessa anche "una memoria nella quale, a seguito dell'esame degli atti ricevuti dalla Camera dei deputati - aggiunge - e di quelli depositati dalla difesa, si espongono le ragioni per le quali questo ufficio ritiene che in ordine all'imputazione di concussione non sussista l'ipotesi di reato ministeriale". Al gip, infine, sono stati trasmessi anche numerosi faldoni che però "sono relativi alle copie delle procedure seguite per le intercettazioni".
In riferimento poi alle "notizie di stampa in ordine ad indagine pendente prezzo la Procura di Napoli si comunica che non vi è stata alcuna trasmissione di documenti tra i due uffici, non vi è stata e non è prevista alcuna attività di indagine comune".

Nel corso delle indagini sono state intercettate quattro o cinque telefonate di Silvio Berlsuconi, telefonate che però, precisa il procuratore capo di Milano "non sono state utilizzate perché sono irrilevanti". Per questo, aggiunge Bruti Liberati, "non chiederemo nemmeno alla Giunta della Camera l'autorizzazione al loro utilizzo".
Infine, anche il fascicolo principale relativo al caso Ruby, che vede indagati Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti e altre due persone "è vicino alla chiusura", precisa il procuratore.
Parte offesa nel procedimento a carico del premier, Karima el Mahroug alias Ruby risulta indagata dalla Procura dei Minori per false generalità. La contestazione fa riferimento a quanto dichiarato dalla giovane marocchina il primo maggio dello scorso anno dopo essere stata fermata in seguito a uno scippo, ha confermato inoltre in mattinata Bruti Liberati.

"E' uno schifo e una vergogna! Vorrei capire chi pagherà per tutto questo... vedrete, alla fine, pagherà lo Stato, perché sapete che non c'è la responsabilità dei magistrati. Ma la responsabilità dei giudici ci deve essere e noi cambieremo questa cosa e la faremo". Questa la reazione del premier Berlusconi che ha aggiunto: "Farò una causa allo Stato visto che non c'è responsabilità dei giudici".
Le indagini dei giudici milanesi, avverte il Cavaliere, "hanno solo una finalità di disinformazione mediatica. Io non sono preoccupato per me, sono un ricco signore che può passare la sua vita a fare ospedali per i bambini del mondo...". "Sono qui per spirito di servizio, sono al servizio del Paese, faccio tanti sacrifici", precisa. "Sono dei processi farsa, accuse infondatissime", insiste. E ancora: "Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento, la procura di Milano non ha competenza territoriale né funzionale. La concussione non c'è, è risibile, non esiste. Sono cose pretestuose, a me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del Paese e hanno portato fango all'Italia", si sfoga. E "il rischio era quello di creare un incidente diplomatico", aggiunge. [Adnkronos/Ing]

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09 febbraio 2011
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