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Contro l'AIDS serve Responsabilità

Oggi è la Giornata mondiale di lotta all'AIDS, malattia che interessa 40 milioni di persone al mondo

01 dicembre 2007

''L'Aids, malattia ancora sconosciuta un quarto di secolo fa, è ormai la quarta causa di morte nel mondo. Oggi circa 40 milioni di persone vivono con l'Hiv e, in tutte le regioni del mondo, tra le persone che vengono infettate le donne sono sempre più numerose. L'Africa sub-sahariana resta la regione più toccata da questa epidemia mondiale, con un speranza di vita ridotta di oltre 20 anni nei paesi colpiti più duramente. Nonostante i notevoli sforzi dei governi, della società civile e dei partner internazionali per lo sviluppo, i giovani tra i 15 e i 25 anni rappresentano quasi la metà dei nuovi casi di contagio. L'Aids continua ad essere una malattia non egualitaria. L'ineguaglianza tra i sessi, dovuta in gran parte al fatto che, sul piano economico e sociale, le donne sono molto sfavorite in rapporto agli uomini, aggrava la loro vulnerabilità biologica all'Hiv. L'ineguaglianza sociale, accentuata dalla stigmatizzazione e dalla discriminazione, dai pregiudizi e dalle violazioni dei diritti dell'uomo, impediscono ai gruppi maggiormente colpiti, in particolare coloro che consumano droga iniettabile, gli uomini che hanno relazioni sessuali con altri uomini o i professionisti del sesso, di accedere ai servizi di prevenzione, di trattamento e di cura messi a punto per lottare contro questo virus. I giovani, in ragione della loro età e di altri ostacoli socio-culturali, si vedono spesso rifiutare l'accesso a tutte le informazioni e i servizi necessari per prevenire il contagio e per rispondere ai loro bisogni in materia di trattamento, cure e altre forme di sostegno. Infine, le ineguaglianze economiche possono causare abusi di potere e un aumento dei comportamenti sessuali a rischio, com'è il caso delle persone che si prostituiscono per ottenere cibo e altri beni necessari per loro e per i loro bambini.'' [dal messaggio del Direttore Generale dell'UNESCO, Koïchiro Matsuura, in occasione della Giornata mondiale della lotta all'AIDS 2007]

I dati UNAIDS (l'istituzione più importante a livello internazionale nella lotta all'Aids) e dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) del 2006 stimano che 39,5 milioni di persone vivono con l'Hiv/Aids. L'anno scorso vi sono state 4,3 milioni di nuove infezioni, di queste 2,8 milioni (65%) sono avvenute nell'Africa subsahariana ma un importante incremento di nuovi casi (più del 50% dal 2004) si sta verificando anche nell'Europa orientale e in Asia centrale. Nel 2006 sono state 2,9 milioni le persone morte a causa del virus. In nord America e nell'Europa occidentale e centrale il numero totale delle persone sieropositive continua ad aumentare (anche, in parte, per gli effetti della terapia antiretrovirale che riduce notevolmente il passaggio da sieropositività ad Aids), con un numero relativamente stabile di nuove infezioni per anno nell'America del Nord e con un aumento di nuove infezioni per quello che riguarda l'Europa Occidentale.
In Europa Occidentale più di un terzo (35%) delle nuove infezioni avvengono tra gli uomini che fanno sesso con altri uomini, mentre più della metà (56%) avvengono durante rapporti sessuali tra uomo e donna. Attualmente i tre quarti delle infezioni contratte per via eterosessuale riguardano la popolazione migrante, il che rinforza la necessità di adattare i servizi di prevenzione e trattamento dei nostri paesi verso queste popolazioni.
Tutti i nuovi dati indicano che, nei paesi dove i programmi di prevenzione non sono stati attuati o non sono stati adattati rispetto al cambio che ha registrato l'epidemia, i tassi di infezione si sono mantenuti stabili o hanno iniziato a risalire, ma non sono diminuiti...

Il 1° dicembre, Giornata Mondiale di lotta all'AIDS, come ogni anno, si rinnova l'attenzione su scala mondiale al problema Hiv/Aids. L'UNAIDS (Joint United Nations Programme on Hiv/Aids), dal 2004 ha adottato lo stesso slogan per celebrare questa data: ''STOP AIDS. KEEP THE PROMISE'' che durerà fino alla fine del 2010, anno in cui si dovrebbe ''misurare'' quanto è stato raggiunto in riferimento alla ''Dichiarazione per l'Accesso Universale ai trattamenti nella risposta mondiale per la lotta contro l2Hiv/AIDS''.
Benché lo slogan sarà lo stesso da qui al 2010 ogni anno vi sarà una nuova parola chiave che indicherà il focus dell'anno. Per il 2007 la parola chiave è ''ACCOUNTABILITY'' (Responsabilità). Il messaggio di quest'anno è indirizzato a tutti coloro che ancora non si stanno prendendo le loro responsabilità e che sono stati quindi individuati come i maggiori ostacoli alla lotta contro il virus. Si tratta ad esempio di quei governi che non applicano strategie efficaci contro la diffusione del virus per la tutela della cittadinanza, delle multinazionali farmaceutiche che non rendono accessibili i trattamenti e stanno conducendo una vera e propria guerra contro chi produce farmaci generici, dei leader religiosi che a fronte di una pandemia e di milioni di morti consigliano astinenza e fedeltà come unico strumento di prevenzione.

L'AIDS IN ITALIA - Fanno sesso occasionale o mercenario e si infettano perché non usano il preservativo. Poi, ''colpevolmente incoscienti'' portano la malattia in famiglia e all'interno della coppia.... In Italia è cambiata la carta d'identità dell'Aids: sono soprattutto uomini, 40-44 anni. Ignari, lontani dall'idea di sottoporsi al test.  L'età media del contagio è dunque aumentata. I giovani paradossalmente sono meno esposti, perché è calato il consumo di eroina, e quindi la probabilità di bucarsi e scambiare siringhe infette. Ora la popolazione maggiormente colpita è quella degli adulti eterosessuali. Oltre la metà scoprono per caso di avere il virus dell'Hiv. Vanno dal medico perché avvertono i primi sintomi e quando ricevono la diagnosi, il 30% non riesce a ricostruire come possa essere successo...
E' proprio la mancanza di consapevolezza che continua ad alimentare l'epidemia. Ogni giorno undici italiani diventano sieropositivi (4.000 nel 2007): porteranno a 140 mila il numero di coloro che hanno contratto l'Hiv, con un 30-35 per cento di donne. I nuovi casi di Aids conclamata alla fine del 2007 saranno circa 1.200.
Oggi quasi il 45% di trasmissioni avviene per contatti eterosessuali, mentre tossicodipendenza e omosessualità, un tempo i due grandi serbatoi di diffusione, si sono ridotte al 20-28%. Bassa la soglia di percezione del pericolo. La gente ha abbassato la guardia, forse ingannata dai segnali incoraggianti che arrivano dal mondo della scienza. Nuovi farmaci, cure meno tossiche, la ricerca che ogni anno sforna rimedi compatibili con la vita quotidiana.

''L'Aids è diventata una malattia cronica - dice Andrea Antinori, primario dell'Istituto Spallanzani di Roma dove ieri è stato inaugurato il primo hospice di malattie infettive -. Chi comincia il trattamento quando il sistema immunitario non è compromesso, ha un attesa di vita di 20-30 anni. Il problema però è che il 40% arriva in ospedale in stadio avanzato''.
Si muore di meno e le medicine odierne funzionano. Così il virus dell'Hiv ha smesso di fare paura. E addio preservativo. Secondo uno studio recente in 5 centri, dopo la diagnosi il 30% dei pazienti ha avuto almeno 20 partner sessuali, il 20% non ha usato protezione.
Comunque, anche nel ''mondo omosessuale'' i casi di infezione da Hiv sono aumentati. Dal 2000 a oggi, le infezioni da Hiv sono triplicati nella sola popolazione gay maschile romana. Un allarme lanciato da Massimo Farinella, responsabile Salute del Circolo di cultura omosessuale 'Mario Mieli', precisando che se dal 1985 al 2000 si è assistito a un aumento del 4%, con un andamento dell'epidemia altalenante ma senza picchi che potessero preoccupare, i dati aggiornati al 2007 parlano di una crescita totale del 12%. Secondo Farinella questi dati dimostrano ''che negli ultimi sette anni la guardia si è abbassata all'interno della coorte di uomini gay sotto osservazione: 2000 persone seguite da oltre 20 anni - afferma - che hanno evidentemente smesso di prendere precauzioni durante i rapporti sessuali, nonostante abbiano visto tanti amici morire di Aids''.

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01 dicembre 2007
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