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Contro l'ecoMOUStro di Niscemi

Gli americani non capiscono la contrarietà siciliana nei confronti del sitema di telecomunicazioni satellitari MOUS

06 luglio 2010

"Non capisco cosa stiano facendo la Regione e il governo Lombardo. Hanno bloccato l'autorizzazione del Muos, il nuovo sistema satellitare che il ministero della difesa degli Usa sta realizzando e che rischia di fermarsi a causa della Sicilia. Il radar da impiantare a Niscemi ha già ottenuto l'autorizzazione della Regione nel 2006, ma adesso l'iter si è di nuovo bloccato. Abbiamo informato della spiacevole situazione l'ambasciata americana a Roma e quindi il governo nazionale".
Il console generale americano Patrick Truhn ieri ha salutato Palermo con una cena di gala a Villa Niscemi, perché dopo tre anni d'incarico lascia la guida del consolato di Napoli, che copre tutto il Mezzogiorno.
Truhn conosce bene la Sicilia. Ne conosce pregi e difetti. Tra i primi mette sicuramente "i ragazzi di Addiopizzo e gli imprenditori di Confindustria che hanno alzato la testa", tra i principali difetti elenca la mancanza di infrastrutture, le aziende troppo piccole, una scarsa presenza della società civile e la presenza invece della criminalità organizzata. Ma soprattutto la burocrazia. "La stessa che ha fermato aziende americane che volevano investire, come la Panther Oil, perché magari dovevano fare trivellazioni in un fazzoletto di terra grande come questo tappeto", dice seduto su una poltrona dell'hotel Wagner, mentre fa un bilancio dei suoi tre anni trascorsi tra Napoli e Palermo.
"La burocrazia e la politica adesso bloccano la realizzazione di uno dei più importanti progetti di difesa del mondo, il Muos", dice Truhn. Si tratta del sistema satellitare della difesa americana, che prevede la realizzazione di quattro mega radar che attraverso un sistema satellitare monitoreranno tutto il pianeta. I siti scelti per piazzare i quattro radar sono in Virginia, alle isole Hawaii, in Australia e in Sicilia. Precisamente in contrada Olmo, a Niscemi. "La Regione e il Comune di Niscemi nel 2006 ci avevano dato l'autorizzazione, e noi quindi eravamo pronti a iniziare i lavori", dice Truhn.
Nel frattempo tutta Niscemi è scesa in piazza insieme agli ambientalisti per bloccare il progetto e alla guida di Palazzo d'Orleans è arrivato Lombardo.
Risultato? Il governatore ha bloccato tutto e chiesto un'indagine all'Arpa per verificare l'eventuale inquinamento del radar: "L'Arpa ha consegnato i risultati dell'indagine: non c'è alcun rischio per la popolazione - aggiunge Truhn - Insomma, non capiamo perché un progetto così importante, che coinvolge la Nato, rischi di bloccarsi a Niscemi". [...] (Gli americani accusano Lombardo: "Ha bloccato il nostro super-radar" di A. Fraschilla)


Niscemi sotto la spada di Damocle del MUOS
di Antonio Mazzeo* (09 giugno 2010)

Tenta di superare il lungo empasse il movimento di cittadini e associazioni che si battono contro l’installazione a Niscemi (Caltanissetta) del terminale terrestre del sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS delle forze armate USA. Sabato 12 giugno, alle ore 18, il Comitato NO MUOS di Niscemi, in collaborazione con la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, ha indetto il convegno regionale dal titolo "Il MUOS e le onde elettromagnetiche: convivenza pacifica o conflitto" a cui sono state invitate le forze politiche, sociali e le istituzioni impegnate contro quello che è stato definito a ragione "l’EcoMuostro di Niscemi". All’evento che vede il patrocinio del Comune di Niscemi, interverranno, tra gli altri, l’avvocato Giovanni Di Martino (sindaco di Niscemi), il dottor Massimo Corraddu (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed esperto sugli effetti nocivi delle onde elettromagnetiche), il professore Rosario Mascara (Comitato delle Associazioni Ambientaliste).

Il terminale di Niscemi sarà una delle quattro infrastrutture militari che assicureranno il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare che collegherà tra loro i Centri di comando e controllo delle forze armate USA, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i velivoli senza pilota Global Hawk, buona parte dei quali destinati alla vicina base di Sigonella. Il sistema MUOS consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare.
Uno strumento di altissimo valore strategico, dunque, che si caratterizza per il suo violentissimo impatto ambientale. Sotto accusa ci sono infatti le pericolosissime onde elettromagnetiche che saranno emesse dalle tre grandi antenne circolari e dalle due torri radio del sistema satellitare che sorgerà all’interno della Riserva naturale "Sughereta di Niscemi", Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Un progetto dissennato fortemente osteggiato dai cittadini e dagli amministratori di tre province (Caltanissetta, Ragusa e Catania) e di decine di comuni del sud-est della Sicilia.
I tecnici chiamati dal Comune di Niscemi ad analizzare lo studio per la valutazione d’incidenza ambientale presentata nel 2008 dalla Marina militare statunitense in vista dell’installazione del MUOS hanno evidenziato un impressionante numero di lacune ed omissioni del progetto, rilevando la scarsissima attenzione prestata dai militari statunitensi allo straordinario patrimonio ospitato in una delle più importanti riserve ecologiche siciliane. Per tutto questo, qualche mese fa l’amministrazione comunale ha disposto l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata nel settembre 2008 per la costruzione del potente impianto a microonde e, congiuntamente ad altri enti locali, ha richiesto alla Regione Siciliana di porre il veto al MUOS in tutte le sedi istituzionali, nazionali ed internazionali. La risposta del presidente Raffaele Lombardo non si è fatta attendere. Dopo aver inviato a destra e manca comunicati di fuoco contro il programma satellitare, Lombardo si è fatto convincere dal ministro La Russa e dai generali del Pentagono sull’assoluta innocuità degli impianti MUOS. Successivamente ha avviato il pressing su sindaci e presidenti provinciali invocandone la conversione e il sostegno al megaprogetto militare a cui il Pentagono ha destinato 43 milioni di dollari (13 per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre e 30 per gli shelter e le attrezzature tecnologiche del sistema satellitare). Il governatore della Sicilia ha pure offerto contropartite e compensazioni per rendere più "digeribili" le microonde del MUOS: la possibile rimozione a medio termine delle 41 antenne già esistenti nella base dell’US Navy di Niscemi, utilizzate per le telecomunicazioni con i sottomarini nucleari; interventi finanziari per «valorizzare il richiamo del patrimonio naturalistico locale»; l’attivazione all’interno dell’ospedale Basarocco di Niscemi di un "centro di monitoraggio permanente" sui rischi alla salute delle emissioni elettromagnetiche. Sino ad oggi la monetizzazione del rischio ambientale e militare è stata fermamente respinta dalle amministrazioni e dai cittadini. Ma le lobby pro-MUOS non demordono e promettono dure offensive contro i recalcitranti oppositori.

Un grande aiuto all’implementazione del programma militare potrebbe arrivare dal Decreto di riperimetrazione della Riserva "Sughereta", approvato il 30 dicembre 2009 dall’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente, che ha ridotto sia la superficie della riserva, che l’estensione delle aree classificate "zona A", quelle cioè dove è vietato realizzare nuove costruzioni ed esercitare qualsiasi attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e la realizzazione di elettrodotti, acquedotti, linee telefoniche ed impianti tecnologici a rete, ecc.. Con la nuova classificazione il territorio protetto è stato profondamente e pericolosamente frammentato.
Contro il decreto che vede la firma del Dirigente generale del Dipartimento Regionale Territorio ed Ambiente, Rossana Interlandi (avvocata di origini niscemesi), è stato presentato ricorso al TAR dal Comune di Niscemi, che si è visto stravolgere la regolamentazione di 32 particelle di terreno, tutte censite come bosco comunale. Nello specifico, 24 particelle, precedentemente ricadenti nella "zona A", adesso si trovano completamente fuori dal perimetro della riserva, mentre altre 8 particelle, per una superficie complessiva di 28 ettari, sono state declassate dalla "zona A" alla "zona B" di pre-riserva. Va tuttavia rilevato che la riperimetrazione dell’area protetta era stata richiesta dallo stesso Comune, fattosi portatore delle istanze di alcuni proprietari di terreni all’interno della riserva, i quali lamentavano «un’eccessiva penalizzazione dei vincoli che impediscono l’incremento delle colture». Una scelta fortemente censurata da molti "No MUOS", sia perché sul tema non risultano essere stati mai informati e/o consultati tecnici ed esperti in gestione ambientale né le organizzazioni ambientaliste locali e regionali; sia per l’inopportunità dei tempi prescelti per promuovere l’iter per ridisegnare il perimetro della riserva, data la spada di Damocle rappresentata dai paventati lavori di realizzazione delle infrastrutture MUOS.

Al convegno regionale del 12 giugno, la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella presenterà le conclusioni di uno studio sulle possibili connessioni tra il programma MUOS e le cosiddette "guerre climatiche ed ambientali". «Crediamo che sino ad oggi non sia stata data la giusta attenzione alle analogie esistenti tra il MUOS e il cosiddetto "HAARP - High Frequency Active Auroral Research Program", il supersegreto Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che dal 1994 l’US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di Gakona (Alaska), 200 km a nord-est del Golfo del Principe Guglielmo», affermano i rappresentanti della Campagna. «In questa grande infrastruttura sono state installate centinaia di antenne che trasmettono in "banda bassa" (da 2,8 a 7 MegaHerz) e "banda alta" (da 7 fino 10 MegaHerz), cioè lo stesso range delle frequenze del MUOS. Stando al Pentagono, lo scopo di questa installazione sarebbe quello di studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni, ma sono numerosi gli scienziati che denunciano che con il programma HAARP, gli Stati Uniti, al di fuori di ogni controllo internazionale, stanno creando nuove armi geofisiche integrali che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza». Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio, televisive e radar, le antenne HAARP possono influenzare i circuiti elettrodinamici delle aurore, consistenti in una corrente naturale di elettricità che varia da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo modo è possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le apparecchiature installate sui sistemi missilistici nemici. Secondo il fisico indipendente Corrado Penna, da anni impegnato nel denunciare il controverso fenomeno delle scie chimiche, «è forte il sospetto che il sistema di antenne del MUOS possa servire anche per fini non dichiarati di modificazione ambientale in sinergia con il sistema HAARP dislocato in Alaska. La modificazione ambientale realizzata attraverso l’uso di forti campi elettromagnetici e scie chimiche è responsabile di alcuni disastri recenti. Sappiamo con certezza che queste tecnologie possono servire a causare terremoti o altri disastri naturali (siccità, uragani, inondazioni, ecc.), sia indirizzando le emissioni sul nucleo della terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera».

- L’inquinamento elettromagnetico della base USA di Niscemi di A. Mazzeo

*Antonio Mazzeo, militante ecopacifista ed antimilitarista, ha pubblicato alcuni saggi sui temi della pace e della militarizzazione del territorio, sulla presenza mafiosa in Sicilia e sulle lotte internazionali a difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Ha inoltre scritto numerose inchieste sull’interesse suscitato dal Ponte in Cosa Nostra, ricostruendo pure i gravi conflitti d’interesse che hanno caratterizzato l’intero iter progettuale. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, "Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte" (Edizioni Punto L, Ragusa).

 

 

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06 luglio 2010
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