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Contro la magistratura

L'Anm: "Mettere in discussione un'istituzione, in maniera così violenta, rischia di sovvertire gli equilibri dello Stato"

05 ottobre 2010

"C'è un potere dentro la magistratura che ci tiene sotto scopa [...] È nostro diritto e dovere di chiedere una commissione con i poteri dei pm affinchè si indaghi su cosa è accaduto in questi anni, anche a difesa dei giudici onesti". "...La sovranità è trasferita dal popolo ai pm. Se una legge non piace ai pm questi la impugnano e ricorrono alla Corte Costituzionale formata, lo sappiamo tutti, è un dato oggettivo, da 11 giudici di sinistra che sotto la pressione dei pm di sinistra abrogano le leggi". "Il popolo secondo la Costituzione dovrebbe avere la sovranità popolare che trasferisce al Parlamento che vara le leggi. Con questa situazione la sovranità è trasferita ai pm".
Sono queste alcune della accuse che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha rivolto ai magistrati durante il suo intervento di chiusura della festa del Pdl a Milano.

"Mettere in maniera così violenta in discussione una funzione dello Stato rischia veramente di sovvertire quelli che sono gli equilibri". Così Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ha replicato a Berlusconi.
Palamara, intervistato da SkyTg24, ha fatto notare che "ogni inchiesta della magistratura viene strumentalizzata, si attribuisce un colore ad ogni inchiesta: non vorrei che si dimenticasse - ha aggiunto - il ruolo fondamentale che la funzione giudiziaria ha in uno stato democratico". "Ogni giorno - ha ricordato il presidente del sindacato delle toghe - noi processiamo rapinatori, pedofili, stupratori, ogni giorno nei tribunali civili si decide a chi affidare un bambino o a chi riconoscere o meno un diritto di proprietà". Ma "non si può parlare di rispetto reciproco - ha replicato ancora Palamara - qui si tratta di un aggressione di fronte alla quale quotidianamente siamo costretti: penso che questo non sia più un problema della magistratura ma un problema delle istituzioni e del Paese intero". "Purtroppo - ha aggiunto - si tratta di un argomento con il quale abbiamo a che fare da 18 anni in Italia, dai tempi di Tangentopoli, ogni inchiesta viene strumentalizzata e la magistratura viene trascinata su un terreno di contrapposizioni politiche che non le appartiene, al di là delle colpe e degli errori commessi che possono essere valutati nel processo e da parte del Csm, ma non impedendo a un magistrato di fare il suo lavoro".

E secondo il vertice dell'Associazione magistrati, nei confronti delle toghe si susseguono "invettive e insulti, perché si vuole una magistratura docile che non disturbi il manovratore. Cosa c'è di più grave dell'accusa di essere un'associazione a delinquere?", ha fatto notare Palamara, sottolineando che "i dati mostrano che il sistema disciplinare della magistratura funziona, dal momento che il 10% dei magistrati in servizio è stato sottoposto a provvedimenti disciplinari, perciò non può passare il concetto che siamo una corporazione che si vuole assolvere". Tuttavia, ha insistito Palamara, "il diritto di esprimere opinioni e di avere idee deve essere garantito a chiunque, quindi anche a un magistrato. Oggi si mette in discussione che un magistrato possa sollevare una legge di fronte alla Corte Costituzionale. Non possiamo limitare o impedire il diritto di esprimere opinioni". [Adnkronos/Ing]

 

 

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05 ottobre 2010
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