Contro la manovra ad oltranza
Cgil, Cisl e Uil: "La manovra non è equa. La nostra protesta continuerà fino a Natale"
"Il nostro giudizio continua ad essere quello di una manovra che non ha i tratti di equità che avrebbe dovuto avere e che comunque bisogna provare ad ottenere". Lo ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso in un convegno a Padova. "Lunedì - ha ricordato - ci sarà lo sciopero dei lavoratori pubblici. Continuiamo con i presidi in giro per l'Italia e al Parlamento perché non rinunciamo all'idea di modificare le norme della manovra e di aprire una stagione differente".
Sabato da Padova il leader della Cgil ha ribadito che la manovra continua ad essere "profondamente squilibrata sulla tassazione del lavoro dipendente, delle pensioni e delle famiglie. C'è un tratto che va corretto - ha ammonito - anche per gli effetti recessivi che avrà sul Paese in termini di potere di acquisto, e in termini anche di contrasto alla progressiva riduzione dell'apparato produttivo". Camusso avverte: "Noi siamo sempre diffidenti che ci sia una 'fase prima' e una 'fase seconda' perché la sensazione è che la seconda non arrivi mai. E' evidente che adesso tutti gli sforzi vanno fatti per correggere le cose più inique della manovra e per avviare una fase di crescita".
Il segretario della Cgil ha attaccato anche Confindustria: "Abbiamo visto un atteggiamento molto favorevole alla manovra, per un verso comprensibile perché sono gli unici che hanno risorse fresche dalla manovra. Ma credo che ci sia da parte loro una grande sottovalutazione degli effetti che invece avrà la manovra sui consumi e sulle prospettive di crescita del Paese". Il leader sindacale ha poi smentito una vicinanza con la Lega sul tema delle pensioni: "L'effetto finale può apparire così nel senso che continuiamo a sostenere che il sistema che avevamo era un sistema strutturato meglio che rispondeva di più ai problemi". "Dopodiché - ha aggiunto - bisogna ricordarsi che se l'attuale governo può fare questo intervento è anche grazie a tutti quelli che hanno fatto i governi precedenti". "E quindi - ha stigmatizzato - la Lega porta una responsabilità precisa di avere introdotto il criterio che si potevano progressivamente allungare gli anni di lavoro".
La Cgil ha risposto anche al ministro del Welfare, Elsa Fornero, che in un'intervista al Corriere della Sera, ha annunciato la riforma del mercato del lavoro a cui il governo sta lavorando e che verrà presto presentata. Una riforma che dice basta ai contratti precari, ma basta anche con il tabù dell'articolo 18, di cui bisogna almeno discutere ("Io vedrei bene un contratto unico, che includa le persone oggi escluse e che però forse non tuteli più al 100% il solito segmento iperprotetto", ha detto il ministro Fornero).
E la Cgil dice sì al confronto ma "se tutte le volte si parla dell'articolo 18 non è un merito condivisibile". L'articolo 18, ha tagliato corto il segretario confederale Fulvio Fammoni, "era l'ossessione del precedente ministro del Lavoro che ha impedito qualsiasi vera riforma". "E' evidente che non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare all'articolo 18 che consideriamo una norma di assoluta modernità mentre invece vorremmo discutere davvero e non per slogan di lotta alla precarietà", aggiunge Fammoni, che nella Cgil ha la delega sul mercato del lavoro. Oggi, ha aggiunto, il governo "potrebbe e dovrebbe fare una cosa utile ed urgente: discutere di riforma degli ammortizzatori sociali, estendendo la tutela a tutti quelli che ne sono privi, e soprattutto parlare di interventi urgenti per il 2012, anno in cui la recessione farà perdere altre centinaia di migliaia di posti di Lavoro, altro che libertà di licenziamento".
Su Twitter e Facebook vengono rilanciati i commenti che trapelano dal quarto piano del sindacato di Corso Italia, freddo anche sul tema del contratto unico. "Fornero cominci col ridurre le 46 forme di precariato esistenti", si legge. E' ora "di aiutare le assunzioni non i licenziamenti". E ancora: "ministro Fornero l'articolo 18 sta in un capitolo dello Statuto intitolato della libertà sindacale". E ci si domanda in Cgil: "ma cosa pensa la Fornero dell'articolo 8 della manovra su agosto noto come "licenziamenti facili", che deroga le leggi?". La recessione porta disoccupazione, specie per giovani e donne, continuano i commenti attribuiti alla dirigenza di Corso Italia. "Davvero facilitare i licenziamenti aiuta ad assumere? Suvvia Fornero".
A intervenire sulla manovra è stato ancora Raffaele Bonanni, segretario della Cisl. La manovra "sembra sia stata fatta da mio zio che non capisce niente di economia" è la provocazione lanciata da Bonanni durante il presidio in Piazza Montecitorio. Contro il provvedimento varato dal governo la Cisl "non darà tregua" e la protesta ''andrà avanti fino a Natale e anche dopo". Secondo Bonanni, "Monti deve tassare i grandi patrimoni. E' lì che può trovare giustizia e soldi". "Bisogna spostare le tasse dalle persone ai consumi - rimarca - come ha detto il presidente del Consiglio in Parlamento. Anche perché spende pure chi evade". Sulla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, Bonanni dice che "è l'unica ad esultare perché è l'unica ad aver ricevuto soldi e glieli abbiamo dati noi". "Con questa manovra - conclude - si pongono le basi per un altro intervento di prelievo, perché è recessiva".
"La riforma del mercato del lavoro va affrontata con serietà e pragmatismo. Come dice Fornero non ci sono né totem né tabù". Queste le parole della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia a margine del convegno 'L'Europa e l'agenda di riforme'. "Pensiamo che la riforma del mercato del lavoro - ha sottolineato - vada affrontata con molta serietà, molto pragmatismo, però vada affrontata perché abbiamo rigidità in uscita che non hanno uguali in Europa, e, in alcuni casi, anche rigidità in entrata che penalizzano giovani e donne". "Abbiamo ammortizzatori sociali che - ha proseguito Marcegaglia - vanno rivisti in parte. Siamo quindi per una trattativa seria e pragmatica". La presidente di Confindustria ha quindi sottolineato: "Ci siederemo al tavolo con la volontà di lavorare e collaborare" perché "in una situazione come questa, come ha detto anche il ministro Elsa Fornero, non ci sono più totem, non ci sono più tabù". "Ci auguriamo, speriamo e chiediamo che anche il sindacato faccia altrettanto", ha poi aggiunto. Per Marcegaglia, inoltre, l'articolo 18 "non è un falso problema''. "Questo - ha spiegato - non è l'unico problema italiano che non fa crescere il nostro Paese". Però "ci sono ideologie da una parte e dall'altra, c'è chi dice che non va toccato, chi dice che è l'unica cosa da rivedere per tornare a crescere. Secondo noi questo è un tema da affrontare, mi auguro e spero che, al di là delle dichiarazioni ufficiali e pubbliche che ognuno di noi possa rilasciare, ci sia poi la volontà, anche dei sindacati di lavorare seriamente su questo tema". "Noi abbiamo un mercato del lavoro - ha detto ancora la presidente di Confindustria - che non ha eguali in Europa e noi dobbiamo diventare europei. Siamo d'accordo che bisogna aumentare su flessibilità in uscita e siamo disponibili a ragionare su alcune riduzioni di flessibilità in entrata".
OGGI LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI PUBBLICI - Dalla scuola alla sanità, oggi sono a rischio i servizi pubblici per lo sciopero nazionale unitario indetto dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, per chiedere una manovra più equa. Per i lavoratori pubblici lo sciopero sarà di 8 ore mentre per il settore della conoscenza le modalità sono diverse: per la scuola sarà di un'ora (al termine delle lezioni o del servizio) mentre per i lavoratori dell'università, della ricerca e Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) sarà per l'intera giornata. Per quanto riguarda la sanità, ad incrociare le braccia saranno anche i medici ed i veterinari. Sono garantite le prestazioni essenziali e le urgenze ed il servizio di pronto soccorso. Disagi in vista per gli uffici pubblici: ritirare un certificato all'Anagrafe o un qualsiasi altro documento potrebbe risultare difficile.
Possibili problemi anche per chi dovrà pagare bollette o spedire pacchi alle Poste. Sempre per oggi è infatti in programma lo sciopero unitario dei lavoratori delle Poste italiane per le ultime tre ore di turno. Stessa modalità e stesso giorno anche per i lavoratori dell'energia (elettrici, petrolio, gas-acqua): l'astensione dal lavoro per i dipendenti giornalieri è prevista nelle prime tre ore del mattino, mentre sono esentati dallo sciopero i lavoratori turnisti delle centrali di produzione elettrica, della rete e del dispacciamento, limitatamente alle prestazioni in turno. Saranno garantite le prestazioni indispensabili.
In concomitanza con lo sciopero, in tutta Italia ci saranno quindi presidi e manifestazioni per chiedere "un cambio radicale della manovra nel segno dell'equità". I lavoratori del pubblico impiego e della conoscenza scenderanno in piazza dalle ore 9.30 alle ore 12.30. A Roma saranno in Piazza Montecitorio dove si terrà un presidio nazionale, al quale saranno presenti, tra gli altri, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Al centro della mobilitazione unitaria, la richiesta di modificare il testo della manovra durante l'iter parlamentare.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica.it, Corriere.it]