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Contro la monnezza, l'esercito

Il governo ''dichara guerra'' ai rifiuti campani, ma rimangono forti i dubbi che questa verrà vinta

09 gennaio 2008

Dopo anni di immobilità, errori madornali, sprechi criminali e colpevole incapacità. Dopo che la diossina e chissà quali altri veleni hanno avvelenato la vita delle persone, e la camorra insieme alla politica diventavano alchimisti trasformando l'immondizia in ''oro'', il governo dice d'avere un piano per contrastare l'emergenza riufiuti. Tre ore di vertice a Palazzo Chigi, poi Romano Prodi è sceso in sala stampa e ha snocciolato velocemente le decisioni dell'esecutivo per affrontare la 'tragedia spazzatura': Gianni De Gennaro supercommissario per 120 giorni; utilizzo dei siti per lo smaltimento individuati nel decreto della scorsa estate (con l'aggiunta di altri siti individuati dalle autorità competenti); ricorso alle forze armate per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza; tre termovalorizzatori per la Regione; quattro mesi a disposizione dei Comuni per studiare e avviare un piano sulla raccolta differenziata.

Dal vertice di governo, al quale hanno partecipato anche i ministri della Difesa Arturo Parisi, dell'Interno Giuliano Amato, dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, dei Beni Culturali Francesco Rutelli, e delle Politiche europee Emma Bonino, è scaturito, ha esordito Prodi davanti ai giornalisti, un “piano per lo smaltimento dei rifiuti normali e speciali usando i siti immediatamente utilizzabili tra quelli individuati nella legge 87 del 2007, cui se ne aggiungeranno altri individuati dalle autorità competenti”. Il capo del governo ha affermato che è intenzione dell'esecutivo risolvere l'emergenza “nel breve e medio termine”. Nell'immediato il Governo punta a usare i siti previsti nel decreto legge della scorsa estate (Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo in provincia di Benevento), senza menzionare l'ex discarica napoletana di Pianura. Il governo prevede però anche l'immediato utilizzo di altri siti “individuati dalle autorità competenti”. A tal proposito il premier ha detto che “ci si avvarrà del concorso qualificato delle forze armate per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza”. E oltre “alle discariche per l'autosufficienza nello smaltimento”, Prodi ha assicurato che la Campania sarà dotata “di almeno tre termovalorizzatori o gassificatori: Acerra, Santamaria La Fossa, Salerno”.

Tra le decisioni più importanti del governo, quella di nominare l'ex capo della Polizia De Gennaro commissario straordinario del governo per quattro mesi. Nel ruolo di vicario sarà chiamato il generale di divisione Franco Giannini. L'obiettivo è però quello di “uscire dalla logica del commissariamento - ha spiegato Prodi - ridando la responsabilità dello smaltimento agli enti locali”. “Entro due settimane il Governo nominerà un commissario liquidatore per porre fine a 14 anni di fase emergenziale caratterizzata dalla gestione dei rifiuti in Campania”. “Per quanto attiene alle misure occorrenti alla raccolta differenziata - ha detto ancora Prodi - i comuni campani dovranno elaborare il relativo piano nei prossimi due mesi. Essi avranno poi a disposizione 60 giorni per la realizzazione dello stesso piano. La mancata attuazione da parte delle amministrazioni comunali di queste misure nei tempi stabiliti determinerà l'immediato commissariamento dei comuni inadempienti”. Tra le varie misure c'è stata anche la richiesta “di un contributo su base volontaria” da parte di altre Regioni. Nel medio termine, Prodi e il Governo puntano a rendere l'Italia autosufficiente sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, “evitando esportazioni onerose”, come quelle verso la Germania.

E mentre si aspetta l'arrivo del supercommissario De Gennaro, a Pianura si è vissuta un'altra notte di alta tensione anche se non si è ripetuta la guerriglia urbana che per tutta la notte di lunedì e la giornata di martedì ha imperversato nel quartiere napoletano. Una notte di intenso lavoro per forze dell'ordine e vigili del fuoco che sono dovuti intervenire ripetutamente per i roghi appiccati alle cataste di spazzatura e per rimuovere i blocchi stradali, ancora presenti soprattutto verso Quarto e Pozzuoli. Su Pianura è sceso una sorta di coprifuoco attorno alle 23: chiusi in casa i cittadini onesti e fermi al presidio davanti all'ingresso di Contrada Pisani, i membri del comitato del no alla discarica, il quartiere è rimasto in mano ai soliti gruppi di teppisti che si sono fatti sentire: prima una sassaiola contro l'auto di due fotoreporter, poi una bomba carta lanciata all'interno della sede dei vigili del fuoco e poi ancora una nuova aggressione a sassate contro una volante della polizia.
Pianura resta dunque presidiata, sia da coloro che da giorni puntano ad incendiarla definitivamente, sia dalle forze dell'ordine.

E un messaggio forte a Pianura è arrivato da Beppe Grillo che ieri si è collegato a viva voce, telefonicamente, con i manifestanti "pacifici" davanti all'ex discarica di Pianura. “Questi cassoni di politici vanno tolti da lì, subito tolti [...] Questa è una emergenza creata per fare inceneritori sovvenzionati dalle tasche dei cittadini”, ha attaccato Grillo che poi si è rivolto duramente anche contro l'informazione, che ha definito “vergognosa e criminale”. Grillo ha detto che giornali e televisioni non sono in grado di spiegare alla cittadinanza neppure come funzioni la gestione dei rifiuti e ai manifestanti ha detto inoltre: “Non mi sento neanche di dare consigli, non mi sento di dire niente. Sono quindici anni che parlo di rifiuti, e raccogliamo quello che è stato seminato”. “Una cosa vergognosa e criminale - ha continuato - è questa informazione che viene data in televisione e sui giornali. Siamo sempre lì: la gente non sa che cos'è un inceneritore, li chiamano termovalorizzatori. Non conoscono la catena, la filiera dei rifiuti, come si fa a smaltirli, se si può fare in altro modo. Ieri ho sentito i giornalisti in televisione e ho spento la televisione dalla disperazione, sono incazzato come una bestia”.
Nel suo blog Beppe Grillo nei giorni scorsi ha elencato quali sono i motivi che da sempre lo portano a dire NO alla costruzione degli inceneritori, elenco che riportiamo di seguito insieme a quelle che secondo Grillo sono le possibili soluzioni da adotatre:

INCENERITORI, PERCHE' NO.
1) L'incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine.
2) L'incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti.
3) Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche.
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso.
- l'incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare.
4) Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall'incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti.
5) Le patologie derivanti dall'inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici.
6) Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell'Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell'ultima Finanziaria è stato accordato il finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti.
7) In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all'aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo.
8) I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti.

COSA FARE CON I RIFIUTI.
1) Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%).
2) Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale.
3) Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato.
4) Quanto rimane di rifiuti dopo l'attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione.
5) In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell'energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6) La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari.
Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l'incenerimento sarebbe superato. [www.beppegrillo.it]

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09 gennaio 2008
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