Contro la violenza sulle donne, un corteo di 100mila persone profondamente arrabbiate contro la politica
Alla manifestazione contro la violenza sulle donne, che si è tenuta sabato scorso a Roma, hanno partecipato in 100mila. Tra le tante, tantissime donne anche le ministre Livia Turco, Giovanna Melandri e Barbara Pollastrini, che sono state però duramente contestate e invitate ad abbandonare il palco. Al grido di ''Fuori i fascisti da questo corteo'' e ''Prestigiacomo sei peggio di una velina...'' anche le onorevoli Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna di Forza Italia hanno subito la contestazione.
A piazza Navona, dove era stato allestito il palco per la diretta televisiva, la ministra delle Pari opportunità Barbara Pollastrini al termine del suo intervento è stato contestata dalla piazza, e anche dalle organizzatrici che lamentavano come la loro piattaforma ''chiara e precisa'' non trovi corrispondenza nelle politiche del governo. Qualche voce più alta, alla quale la Pollastrini ha cercato di replicare con toni pacati, difendendo anche alcuni dei provvedimenti contenuti nel pacchetto sicurezza.
Poco dopo sul palco sono salite le ministre dello Sport, Giovanna Melandri e della Salute Livia Turco che ha partecipato a tutto il corteo, fin dalla sua partenza. Al grido di ''Vergogna, vergogna'', ''Vendute'', fuori dalla piazza sono state costrette a lasciare il palco e la diretta televisiva è stata così interrotta.
Sul palco contro i ministri Turco e Melandri sono salite rappresentanze dei collettivi e dei centri antiviolenza. A precisarlo è stata Monica Pepe del comitato promotore della manifestazione, controviolenzadonne.org. Una contestazione che il comitato ha condiviso in quanto ''La7 col suo palco - ha osservato - ha strumentalizzato la manifestazione. Noi non siamo state chiamate a parlare e solo noi, in quanto organizzatrici, potevamo dire il senso di questa iniziativa, parlare della piattaforma che l'ha ispirata. E poi la piazza è di chi ha organizzato la manifestazione''.
Per il ministro Turco la contestazione è stato ''uno sbaglio grave che va contro la forza delle donne''. ''Soprattutto - ha aggiunto il ministro - ciò danneggia le migliaia e migliaia di donne che ho visto e che chiedono unità, perché sanno che la forza delle donne deriva dall'unità. Io ho fatto tutto il corteo e sono stata applaudita, quindi - ha concluso Turco - ci vuole unità''.
Mara Carfagna, responsabile nazionale di Azzurro Donna, in una nota ha scritto: ''Io, Stefania Prestigiacomo e Gloria Porcella, responsabile Azzurro Donna Lazio, siamo state aggredite verbalmente e fisicamente durante il corteo di Roma contro la violenza sulle donne. E' inaccettabile e dimostra come anche su temi che dovrebbero unire tutte le donne, si fomenta l'odio ideologico di parte. Non eravamo in delegazione, non avevamo bandiere di partito e non avevamo 'annunciato' la nostra presenza: eravamo li' come tante altre per dire no alla violenza sulle donne''. ''Ci spiace sottolineare come siano emersi atteggiamenti e slogan che ci ricordano tempi bui, una intolleranza che non aiuta le donne e dimostra la scarsa cultura democratica di certa sinistra''.
Ma non è stato solo la contestazione alla politica il corteo di sabato. L'elemento di distinzione era la rabbia, ci permettiamo di dire, giustificata. Era da troppo che le donne non scendevano in piazza, e sono tornate contro la violenza degli uomini e contro il pacchetto sicurezza del governo, una manifestazione con ragazze di ieri e di oggi. Maschi pochi, tollerati solo in coda.
Sabato a sfilare c'è stato l'orgoglio femminista, quello di un tempo, e non solo. C'erano le studentesse, le ragazze dei centri sociali, le avvocate, gli assessori e i consiglieri comunali, signore di Milano, i collettivi lesbici e le insegnanti con le figlie sotto braccio.
Nel corteo spirava violento il vento dell'antipolitica, quel fenomeno d'oggi che non ha intrinseche appartenenze sessuali ma che si adatta bene a qualsiasi occasione. Ecco perché in un corteo della tolleranza massima si è scatenata una sorta di ''tolleranza zero'' verso i rappresentanti del Palazzo.
Insomma, sono tempi duri per i politici e se questi continuano a fare orecchie da mercante, o ad utilizzare frasi e comportamenti di circostanza, beh, allora sarà veramente peggio per loro, siano essi maschi che femmine...
Una manifestazione che è sembrata essere un'esigenza comune... Politici tremate... le streghe son tornate...