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Mentre il Csm si scontra con il Guardasigilli, il procuratore di Trani apre agli ispettori dimostrando piena disponibilità

17 marzo 2010


E' scontro tra il Consiglio superiore della Magistratura e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il comitato di presidenza del Csm ha dato ieri il via libera all'apertura della pratica sull'ispezione disposta dal ministro Alfano presso la Procura di Trani. La pratica dovrà verificare se gli 007 di via Arenula con il loro mandato abbiano comportato interferenze alle indagini della Procura pugliese che sono tuttora in corso.
Il Comitato di presidenza ha assegnato la pratica alla VI Commissione, competente sui pareri da dare al ministro e sulle riforme. Spiegando la decisione, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha ricordato come l'indagine giudiziaria "non può essere compressa dall'ispezione" sottolineando la necessità di "rispettare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura requirente".
"Il Comitato di presidenza del Csm non ha messo in discussione la legittima facoltà del ministro di inviare ispettori" ha sottolineato Mancino. Il vicepresidente del Csm ha spiegato in una nota le ragioni per le quali la pratica sull'ispezione è stata affidata alla VI Commissione del Csm: "Abbiamo scelto la VI Commissione consiliare e non la I, come pure era stato richiesto, proprio per evitare di dare l'impressione di prendere posizione a tutela dei magistrati di Trani e contro gli ispettori ministeriali. Allo stato perciò - ha sottolineato Mancino - non siamo di fronte ad una pratica a tutela aperta in seguito ad una presunta ma inesistente lite contro gli ispettori".

Dura la reazione del ministro Alfano per il quale l'iniziativa del Csm "è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo ed è un comportamento inaccettabile che viola la Costituzione e vulnera il sistema democratico della divisione dei poteri". "Anziché - ha aggiunto Alfano - aprire una pratica per controllare perché presso un ufficio giudiziario vi sia stata una gravissima violazione del segreto d'indagine, anziché verificare come e perché il Presidente del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati e le telefonate anziché distrutte siano state messe a disposizione dei giornalisti, anziché investigare su come sia possibile che la competenza territoriale di questi fatti sia ancora oggi mantenuta a Trani in palese violazione di legge, anziché verificare come sia possibile che un'accusa sortisca contro il presidente del Consiglio a pochi giorni dalle elezioni, il Csm, travalicando i propri poteri apre una pratica che, all'evidenza, tende a comprimere l'attività degli ispettori". "Tutto ciò - ha concluso il Guardasigilli - è a dir poco preoccupante e dimostra la volontà di certa magistratura di voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno una chiara ed ovvia valenza politica".
Prima del via libera del Csm alla pratica, il Guardasigilli, al termine della sua audizione a San Macuto, si era augurato che le 'talpe' all'interno della Procura di Trani "vengano immediatamente individuate e punite". Alfano aveva anche assicurato che gli ispettori ministeriali inviati a Trani lavoreranno "senza interferire nell'inchiesta, con lo scopo di contribuire all'accertamento di quanto è accaduto, principalmente in riferimento alla presenza di talpe".

Intanto, gli ispettori inviati dal ministero della Giustizia hanno ascoltato ieri nella sede della Corte d'Appello del Tribunale di Bari il pm della Procura di Trani, Michele Ruggiero, per capire se si sono verificate delle anomalie nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte pressioni esercitate da Berlusconi sull'Autorità garante della comunicazione, in particolare relativamente alla trasmissione della Rai 'Annozero'. "Tutto quello che non è stato reso noto agli indagati non sarà reso noto agli ispettori", ha precisato Ruggiero parlando con i giornalisti nei corridoi della Procura. Relativamente all'inchiesta, il pm si è poi dichiarato "sereno e tranquillo". Poi, al termine dell'audizione durata quasi 5 ore, ha dichiarato: "E' stata un'audizione molto corretta. Lo voglio dire perché è vero". Rispondendo ad una domanda circa la lunghezza dell'audizione il pm Ruggiero ha detto che "evidentemente il problema è complesso e quindi è stato approfondito e affrontato con grande rispetto dei ruoli reciproci e nella massima serenità".

Sempre ieri i magistrati pugliesi hanno ascoltato il conduttore di 'Annozero' Michele Santoro come persone informata sui fatti. "Non possiamo fornire alcun elemento, come voi potete capire. Non si possono dare informazioni sul contenuto del colloqui con il magistrato - ha spiegato Santoro dopo l'audizione, durata quasi 2 ore -. Per quanto riguarda le pressioni che ci sono state nei confronti di Annozero credo che siano di domino pubblico e che vanno avanti dall'editto Bulgaro". "Basta leggere i giornali e le dichiarazioni pubbliche fatte dal presidente del Consiglio, e non solo - ha aggiunto Santoro - per comprendere quale sia stata la pressione politica esercitata nei confronti della nostra trasmissione perché non andasse in onda". Poi rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento, il conduttore ha detto di "considerare la possibilità di valutare la mia posizione di persona offesa".

Oggi, dopo le tensioni nate ieri tra Csm e il ministro Alfano, il procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo tenta di smorzare i toni. "Perchè non si alimentino fantasie - ha detto il procuratore capo arrivando questa mattina al palazzo di Giustizia di Trani - , tengo a precisare che l’audizione di ieri sera si è svolta in un clima di grande serenità e di leale collaborazione: non c’è nessuna contrapposizione". "Leale collaborazione - ha sottolineato Capristo rispondendo ad una domanda - significa rispetto delle regole da parte di tutti".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, La Stampa.it]

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17 marzo 2010
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