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CONTROMAFIE

Se le mafie esistono, esiste anche un'Italia fatta di persone che queste le vogliono combattere

17 novembre 2006









CONTROMAFIE
IDEE, PERCORSI, PROPOSTE PER UN RINNOVATO IMPEGNO

STATI GENERALI DELL'ANTIMAFIA - ROMA 17, 18 E 19 NOVEMBRE 2006 

Tre giorni di incontri, di confronti, di elaborazioni e di proposte: una sorta di Stati generali dell'antimafia per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie nel nostro paese, in un momento in cui la minaccia rappresentata dal potere illegale e violento di queste organizzazioni criminali è particolarmente insidiosa e pone nuove interrogativi. Accanto all'opera di contrasto svolta a livello repressivo dalle forze dell'ordine e dalla magistratura e che concretizza  il doveroso e imprescindibile impegno dello Stato, esiste la necessità di rafforzare il versante strategico della prevenzione. È quindi il momento di lavorare insieme, perché c'è bisogno di leggere i nodi e le contraddizioni che animano il fronte antimafia, ma anche di affermare con forza che se le mafie esistono, esiste anche un'Italia fatta di persone e realtà che vogliono portare il loro contributo, che hanno il coraggio della parola e della denuncia e vogliono fare la propria parte fino in fondo

Libera invita gli esponenti della politica e dell'economia, dell'informazione e della cultura del nostro paese, i rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell'ordine e della magistratura a ragionare insieme sulle nuove strategie da mettere in atto per combattere le mafie. A partire dalle tante esperienze positive che in questi anni hanno arricchito il movimento antimafia, ma facendo tesoro anche delle sconfitte, delle battute d'arresto che hanno caratterizzato la storia civile e istituzionale d'Italia. 
Libera promuove questo incontro nazionale per offrire il giusto riconoscimento alle tante persone, alle molte associazioni e realtà che hanno continuato, in questi anni, a resistere allo strapotere e alla violenza, contribuendo a costruire un paese migliore; ma anche con la convinzione che il modo migliore di ricordare quanti hanno perso la vita facendo il proprio dovere istituzionale e/o di semplici cittadini sia di costruire nuove possibilità di crescita civile e di sviluppo ecologico e solidale.

Per raggiungere questo obiettivo, Libera intende valorizzare il grande lavoro e la lunga esperienza delle associazioni, degli enti e degli altri soggetti collettivi impegnati nei più diversi contesti in attività di lotta ai fenomeni mafiosi e ai poteri occulti: dalla prevenzione alle azioni di solidarietà, da quelle di assistenza, soprattutto nei confronti delle vittime delle mafie, all'educazione alla legalità. Gli Stati generali devono servire all'elaborazione di strategie di lotta nonviolenta e democratica contro la cultura e il dominio mafioso del territorio e di resistenza alle sue infiltrazioni nel tessuto sociale, economico e politico. 

CONTRO la mafia, contro tutte le mafie, contro la corruzione politica e gli intrecci clientelari che alimentano gli affari delle organizzazioni criminali e il malcostume, PER costruire, invece, percorsi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà che, a partire dal valore fondamentale della dignità di ogni essere umano, siano il più valido antidoto al proliferare della violenza mafiosa. 
Il messaggio degli Stati Generali è duplice, inevitabilmente negativo (CONTRO) ma soprattutto positivo (PER): per mostrare quanto è stato realizzato sul versante civile e istituzionale nel combattere le mafie e le loro protezioni e, nel contempo, per elaborare e mettere a disposizione di tutti una serie di proposte concrete.
Idee e progetti che a partire dalle riflessioni sui sei grandi temi di riferimento (Libertà, Cittadinanza, Informazione, Legalità, Giustizia, Solidarietà), possano costituire occasione di lavoro per i diversi soggetti, istituzionali e non, chiamati a partecipare. 
Ciascuna delle sei aree tematiche è suddivisa in gruppi di lavoro, che potranno essere ulteriormente arricchiti durante i lavori assembleari. Le elaborazioni conclusive saranno raccolte nel ''Manifesto degli Stati generali dell'antimafia'' e serviranno a dare vita a progettualità condivise a diversi livelli con le realtà della politica e delle istituzioni, dell'economia, della cultura e dell'informazione, secondo le finalità e i contenuti delle sei aree tematiche (per una parola di libertà, per un sapere di cittadinanza, per un dovere di informazione, per una politica di legalità, per una domanda di giustizia, per una economia di solidarietà).

PER UNA PAROLA DI LIBERTÀ - Le mafie prosperano sulla sofferenza e lo sfruttamento degli esseri umani, negando loro la dignità di cittadini e di persone. Alcuni dei business più odiosi della criminalità transnazionale e locale nascono da profonde violenze, fisiche e psicologiche, esercitate ai danni di individui inermi. Dal traffico degli esseri umani, allo sfruttamento della prostituzione, passando per le tante morti provocate dal traffico degli stupefacenti. Vecchie e nuove forme di schiavitù che richiedono un nuovo impegno, una nuova ''parola di libertà''. Alle diverse realtà che partecipano a questa sessione si chiede un'analisi aggiornata e approfondita, volta ad elaborare proposte rivolte, soprattutto, al Parlamento Europeo che servano a rafforzare i protocolli ONU di Palermo in materia di contrasto alla criminalità transnazionale.
 
PER UN SAPERE DI CITTADINANZA - In questi anni di impegno contro le mafie, l'attenzione alla cultura e alle diverse attività di formazione per la costruzione di una nuova soggettività civile è stata una priorità del movimento antimafia in Italia. In questo modo, partire dal tradizionale spazio della scuola e delle altre agenzie formative, le diverse capacità espressive della persona sono state sollecitate attraverso progetti e iniziative finalizzate a costruire nuovi spazi di cittadinanza. Le mafie temono il sapere perché la conoscenza rende gli uomini liberi e consapevoli dei propri diritti e ciò rende molto più difficile la presa criminale sulle coscienze e le intelligenze.
 
PER UN DOVERE DI INFORMAZIONE - Nella società della comunicazione, dove per l'opinione pubblica la conoscenza della realtà è la condizione dell'essere, è allarmante la scarsa attenzione e la crescente indifferenza dell'informazione riguardo alle tematiche della lotta alle mafie. Al di là del clamore riservato ad eventi improvvisi e in genere sanguinosi o di sporadiche commemorazioni, sono rarissimi gli approfondimenti, semiscomparse le inchieste, ridotti gli spazi di cronaca. Mentre i poteri mafiosi permangono o si rafforzano in forme nuove, i silenzi dell'informazione indeboliscono le azioni antimafia e creano indirettamente un'oggettiva copertura alla criminalità organizzata e alle sue reti d'influenza. Superare questi silenzi è un problema che investe il Paese, ma in primo luogo i giornalisti, le aziende editoriali, il Servizio Pubblico della Rai e tutti i soggetti dell'audiovisivo. Non solo per non dimenticare i numerosi reporter caduti sulla strada della lotta alle mafie, ma per assolvere a un dovere professionale che è strumento essenziale della democrazia.

PER UNA POLITICA DI LEGALITÀ - Le mafie non avrebbero potuto rappresentare la minaccia che attualmente costituiscono per la convivenza civile se non avessero potuto contare sulle collusioni con la politica e con le istituzioni, ai diversi livelli. Per invertire la tendenza, occorre mettere a fuoco alcune leggi, a partire dalla proposta di un Testo Unico per la legislazione antimafia e dall’estensione della Legge 109/96 ai corrotti per finire alla normativa in materia di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose e a quella in tema di appalti pubblici. Il confronto con il mondo della politica, della magistratura e delle forze dell'ordine va, dunque, finalizzato a questi  approfondimenti ma serve anche a definire un'etica dell'impegno politico che richiami chi svolge questo servizio per la comunità ai suoi doveri e alle sue responsabilità. 
 
PER UNA DOMANDA DI GIUSTIZIA - Non c'è dubbio che tra le priorità di sempre vi sia quella di dare risposta alla domanda di giustizia che le tante vicende drammatiche e sanguinose di mafia hanno suscitato. Dai difficili vissuti dei familiari delle vittime agli sconvolgimenti che si creano nella vita di chi, facendo il proprio dovere di cittadino, testimonia in processi di mafia o di chi, rompendo con un passato di illegalità e violenza, decide di collaborare con la giustizia. Ripensare alle forme di sostegno alle famiglie delle vittime di mafia; apportare correttivi alla normativa in materia di testimoni e collaboratori di giustizia sono alcuni degli obiettivi di questa area tematica. 

PER UNA ECONOMIA DI SOLIDARIETÀ - La capacità di inquinamento del tessuto economico e  finanziario  del  mondo  globalizzato rappresenta una delle minacce più gravi delle mafie. Dai tradizionali meccanismi dell'estorsione e dell'usura ai nuovi business legati allo smaltimento dei rifiuti e alle altre attività delle ecomafie (come il racket illegale degli animali e il ciclo del cemento), le mafie hanno saputo infiltrarsi nell'economia, per investire - grazie a sofisticate tecniche di riciclaggio, che richiedono compiacenti sistemi di occultamento e reimpiego del denaro - i profitti dei loro traffici illeciti. Per contrastare i meccanismi di accumulazione del capitale mafioso, lo straordinario volano di sviluppo costituito dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie si è dimostrato uno strumento ricco di potenzialità. Ma vanno rafforzate e diffuse le azioni di contrasto dei fenomeni di criminalità economica e ambientale e vanno promosse nuove strategie di sviluppo ecologico e solidale.

- www.libera.it

 

 

 

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17 novembre 2006
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